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COSA VI CONSIGLIO

PERCHE’ QUESTO TUTORIAL

A proposito di consigli gratuiti e di contenuti ” Veri ” in merito a  Porte e Portoni Vecchi ed Antichi in legno, di seguito ho creato per Voi un promemoria, che oggi si definisce tutorial(oppure la pagina delle famose FAQ) corredato anche di scritte in rosso cliccabili per vedere attraverso le relative foto(o i significati) ciò di cui parlo. Un memorandum per chi vuole arredare, “dare sapore” ad una abitazione, ad un appartamento nuovo, o ad una casa vecchia ristrutturata, ed acquistare e collocarvi  anche solo una, Porta vecchia o antica in legno, o un, Portone vecchio o antico in legno, oppure restaurare o ” riusare ” o ristrutturare una porta vecchia o antica e non sa’ come fare a eseguirne il restauro (vedi definizione di Wikipedia) o cosa guardare quando l’acquista.

Il fine di questo memorandum-tutorial, che aggiornerò spessissimo, è di:

offrire e condividere contenuti, aiutando chi, soprattutto se è la prima volta che ne compera una, vorrebbe in casa una vecchia porta country o una porta antica, ma non ha esperienza specifica per comprare al meglio, in modo finalizzato al migliore utilizzo e riuso(a proposito il cosiddetto riuso non è una moda o un’esigenza attuale, da sempre i battenti delle porte antiche venivano riutilizzati vedi riuso nella storia della porta nell’enciclopedia dell’arte medioevale Treccani), oltreché al maggiore risparmio, una porta vecchia o antica.

Inoltre per chi non ha particolari conoscenze di restauro di porte e portoni vecchi ed antichi, per chi non ha mai fatto restaurare alcun oggetto a Portantica, per molte porte vecchie restaurate, nelle rispettive gallerie, viene precisato che esiste la disponibilità verbale dei miei clienti a confermare la credibilità e la reputazione tecnica  in riferimento ai restauri eseguiti per le Loro porte e alle vendite di porte e portoni vecchi ed antichi.

Se cercate un argomento o  una parola, digitate quella parola nella casella in alto a destra dove c’è scritto Cerca; il motore interno del sito Vi dirà se quella parola è presente nel sito stesso ed in quale pagina.

In HOME, in basso nella pagina, c’è uno slider, cioè un sistema di rotazione delle immagini. Queste immagini sono relative agli ultimi lavori effettuati, presenti anche più ampiamente nelle rispettive gallerie diversificate per tipologia di prodotto.

Una nuova pagina: TESTIMONIANZE. Una pagina creata appositamente per chi non conosce Portantica, pagina che verrà progressivamente arricchita da pareri di miei clienti che potranno garantire chi non mi conosce. Ai pareri autentici e reali potrà far seguito un contatto diretto se richiesto, fornendo l’indirizzo email per contatti diretti.

SE VORRETE INVIARMI AL MIO INDIRIZZO EMAIL DELLE FOTO RELATIVE ALLE VOSTRE PORTE E PORTONI VECCHI ED ANTICHI, USATI E RIUSATI IN MODO CREATIVO, IMPREVEDIBILE, SIMPATICO O  SINGOLARE VE LE PUBBLICHERO’ !

Per rendere leggero, simpatico e meno pesante il viaggio tra consigli e risposte, tutte indirizzate su questi portoni e queste porte e portoni vecchi ed antichi.. ed in generale per rendere più fruibile il contenuto specialistico, avevo inserito proverbi, aforismi e frasi sulle porte e portoni, adesso li troverete nella pagina specifica PORTE: FRASI E PROVERBI

E con la protezione di Giano, Dio romano delle porte, buona lettura!

Chi gestisce e cura il Suo sito professionale Vittorio? Oltre a restaurare porte e portoni antichi, mia grande passione, ho acquisito le competenze e mi diverto un mondo a creare e gestire autonomamente e giornalmente i contenuti del mio sito con Word Press; faccio content marketing, cioè il copywriter, creo le immagini, le ottimizzo ed inserisco, creo i testi, gli articoli, oltre all’aggiornamento tecnico ed ai rapporti col servizio di hosting per lo spazio server. Se avete un sito web di un’attività o di un negozio posso darvi una mano!

In quale formato pubblica le foto sul sito Vittorio? Le immagini che si prediligono per il web devono avere una risoluzione più bassa rispetto a quelle utilizzate per la stampa perché vengono visualizzate a video. Ho cercato di ottimizzare la qualità delle immagini facendo in modo che queste possano essere facilmente caricate e visualizzate. Da poco tempo tutte le foto sono convertite anche nel formato WEBP sviluppato da Google, che garantisce immagini compresse senza perdita di qualità e cioè siti più leggeri e veloci.

Quante porte antiche metto in casa mia? Non è necessario collocare in un appartamento, molte o tutte porte o portoni vecchi ed antichi. Può bastare acquistare e sognare un portone antico oppure una vecchia porta di casa di campagna per arredare, per dare un’impronta rustica, per dare calore, per evocare il sapore di altri tempi o per creare un violento ed arredativo contrasto col nuovo di tendenza.

Stiamo ristrutturando, abbiamo molte porte vecchie ed antiche, il Nostro tecnico ci consiglia di metterle tutte nuove, che fare? Restaurarle, buttarle o venderle? Innanzitutto io posso venire a vederle una per una, dirvi se sono porte che vale la pena restaurare, quali e come potrebbero arredare, quale finitura è la più adatta in relazione alla loro forma e condizione, dirvi quali buttare, farvi subito il prezzo del restauro completo e battezzare in quali posizioni collocare al meglio ogni singola porta antica. Ci sono tecnici che amano il vecchio e l’antico, che sono portati verso ciò che era e verso la conservazione, altri che preferiscono il nuovo, pertanto la scelta dipende da Voi, la casa è Vostra, la abiterete Voi; se amate la Nostra storia, ciò che ci ricorda chi eravamo e come eravamo, se volete adoperarvi per la tutela e difesa di ciò che ci appartiene divertendovi, se volete dare un tocco arredativo col contrasto tra il nuovo e l’antico, salvatele e difendete le Vostre idee con imprese, tecnici e…consorte. Ogni porta vecchia può essere una vecchia porta legno a vista e classica, porta laccata antica a mano nel colore desiderato, porta dorata, materica e consumata, industrial style o shabby, per cui in un modo o nell’altro possiamo salvarla ed arredare; per ogni Vostra porta Vi fornirò un disegno con le misure precise della luce muraria da consegnare ai muratori per eseguire la bucatura del muro a misura di ogni porta. La migliore soluzione? Le porte vecchie valide, gradevoli, restaurarle differenziandole con la finitura ed il colore e personalizzandole ed assieme a queste collocare qualche porta nuova moderna come per esempio quelle filo muro, minimali, di grande rigore estetico, realizzabili in qualsiasi materiale anche intonacabili e tinteggiabili e quasi invisibili. 

Portoni esterni all’interno? Negli interni, ormai da parecchio tempo, assieme a porte vecchie ed antiche, e  molto spesso in sostituzione di porte interne, vengono usati e collocati portoni vecchi ed antichi e portoncini esterni ,(ma non solo.. e più avanti capirete)nati per l’esterno in origine. I Portoni antichi esterni, collocati all’interno, e con qualsiasi finitura, sono molto arredativi; pertanto se avete un vecchio portone in legno(anche malmesso) usatelo, ben restaurato e modificato, come porta della cucina sarà delizioso, o come porta in shabby, che dalla cucina chiude la zona tecnica. Questa è una galleria specifica di portoni antichi esterni da usare negli interni

Porte antiche tutte uguali o diverse tra loro? La tendenza che prevedeva unitarietà stilistica ed uguaglianza tra le porte, è stata soppiantata; c’è ancora chi(e fortunato Lui…) ha nella Sua casa sette o otto porte antiche o vecchie tutte uguali, ma molte persone oggi puntano(arredando molto di più e puntando sul contrasto e sulla diversità) ad avere, cercare, restaurare, porte tra loro diverse. Si cercano porte diverse per finitura, ma anche per misure; un po’ come succedeva una volta. Nelle vecchie case, una volta, la porta della cucina era a giorno(con vetro) e più piccolina di quella della sala, come pure era piccola quella del bagno e sempre a giorno, mentre più grandina, ed a due battenti, era quella della camera da letto. Esempio fotografico di porte antiche con finiture diverse affiancate.

Faccio carteggiare o carteggio a macchina una porta antica? Se trovate una vecchia porta in castagno, fatta a mano da un contadino, non fatela levigare e non levigatela… come per un mobile, i segni  vanno lasciati… quei segni caratterizzano la porta stessa e le lavorazioni manuali praticate per realizzarla. Segni e mancanze, saranno, dopo un bel restauro, valore aggiunto.

Una porta antica deve essere in noce nazionale? Non necessariamente una porta antica o vecchia deve essere in noce nazionale, anzi…Ovviamente sarà bellissimo averne una in noce, ma sarà in generale più costosa di altre.  Anche una povera e vecchia porticina in abete usata, da poche centinaia di euro, se ben restaurata, sia legno a vista che  magari laccata , oppure finita in Shabby Chic, può divenire un oggetto prezioso ed arredare spendendo poco, oltreché salvandola dalla distruzione.

Non ho più la chiave della serratura antica come faccio? Nessun problema…la chiave si può rifare modificando un’altra chiave antica o vecchia ed adattandola alla serratura. Io riparo, pulisco, modifico se necessario, e rendo funzionanti anche serrature antichissime. Questa che vedete(cliccando sulla scritta rossa precedente) è stata pulita, aperta, sono stati rimossi i chiodi in ferro, riparata e rinchiodata, oltreché fargli una chiave idonea.

Come vengono fissate a muro? La maggior parte di porte e portoni vecchi ed antichi sono montati direttamente a muro senza controtelaio(ma non tutte); a muro significa che su una porta a due battenti(per esempio), troverete quattro bandelle(vedi punto successivo)in ferro, due per battente, che poggeranno ciascuno su perni da murare. Una volta tali perni venivano murati prima con gesso, per fermarli, poi malta grossolana e poi intonacati; adesso per accorciare i tempi e ridurre i costi, anziché saldare al perno un pezzo di ferro piatto e murarlo, ci si salda un tondino e il fissaggio a muro avviene, dopo aver forato il muro stesso, con resina chimica(ancorante  chimico). In questo modo murare i perni di sostegno di una porta vecchia o antica non potete immaginare come sarà facile e veloce. Più avanti(vedi tipi di porte antiche), Vi illustro gli altri tipi di montaggi.

Bandelle(piane o zanche)cosa sono? A seconda delle zone il nome cambia, ma cosa sono? Le porte ed i portoni vecchi ed antichi, se sono ad anta unica, hanno due staffe piatte con un occhiello(nel quale si infila il perno fissato a muro), se a due battenti ne hanno quattro. Queste staffe una volta, erano fissate sulla porta con chiodi fatti a mano ed acciaccati(ribattuti) dalla parte posteriore, poi nel tempo sono stati sostituiti da viti. Pertanto le bandelle…per semplificare, sono i… cardini; queste bandelle hanno molte forme(a coda di rondine, a giglio, a T, a farfalla, piatte o piane, ecc.). Le più antiche sono forgiate e fucinate a mano, le più recenti sono stampate. Sono importanti come i bottoni in un bell’abito; in genere erano lasciate col ferro a vista, in qualche caso però(nel ‘ 600 per esempio) c’erano bandelle e ferramenta ebanizzata e ne troverete anche di verniciate. Consiglio di pulirle e tirarle a cera, sono un completamento importante per una porta restaurata.

I catenacci antichi? Di catenacci antichi ce ne sono di vari tipi, orizzontali, scorrevoli(cioè verticali), piccoli, grandi e sono tutti fatti a mano, cioè fucinati, forgiati e battuti, pertanto piccole opere d’arte. Vanno puliti, carteggiati finemente, spagliettati e lucidati oltreché lubrificati. Tenere i catenacci ferro a vista è pregevole, completano una porta vecchia dandogli sapore. Ne troverete di belli anche stampati e non fucinati e l’essere stampati(se non sono stati cambiati) dichiarerà la loro età.

Volete dare un gusto ed un carattere più antico e vissuto ad una porta vecchia o antica molto spoglia e povera? Montateci un catenaccio antico e non solo molto antico, anche un catenaccio vecchio semplice e rustico.

Cos’è il saliscendi di una porta vecchia o di una porta antica? Molte porte vecchie ed antiche non hanno una serratura e molto spesso si chiudono con un catenaccio, inoltre non hanno una maniglia, ma sono dotate di un(si chiamano in modo diverso a seconda della zona geografica) saliscendi, detto anche saltarello, marletta, marlèt, ecc. ecc. Si tratta di un sistema di chiusura tipico delle vecchie porte costituito da una spranghetta di ferro forgiata, imperniata ad un estremo, che abbassandosi ricade e si inserisce in un nasello a gancio infisso nell’altro battente o nello stipite. Alzandosi, si libera dal nasello permettendo l’apertura e dalla parte opposta può essere azionata manualmente. Questo è il sistema originale e caratteristico che fa aprire molte porte vecchie ed antiche e che va mantenuto, se rotto o mancante va riparato o rifatto e rimontato. Come il resto della ferramenta forgiata, anche il saltarello, arreda e completa una vecchia o antica porta in legno.

Quanti tipi di porte antiche ci sono e come si montano le porte ed i portoni vecchi ed antichi? Le porte vecchie ed antiche possono essere montate, in virtù’ della loro struttura e cioè per come sono state concepite, in questi modi:

  1. In luce: a filo muro e con la costa esterna della porta a contatto della spalletta del muro, senza battute.
  2. A ridosso: la porta ha un contorno o cornice in legno che sostiene la porta stessa ed al quale contorno la porta è incardinata. Il contorno andrà  fissato al muro(da una sola parte della  parete) con viti e relativi tasselli. Questo è il caso di molte porte Liberty complete di sembrano e maestà(elemento posto sopra il sembrano, tipo alzatina) dette anche con telaio a Madonna. E’ anche però il caso(a ridosso) di porte che hanno una battuta che in genere non combacia(o fa’ battuta) col muro o col controtelaio ed in questo caso la porta emerge dal filo intonaco del suo spessore.
  3. Ingargamata(o in gargame): la porta presenta, su entrambi i fianchi, un gargame, cioè una scanalatura verticale che farà battuta contro la opportuna sede praticata nel muro.
  4. Su Controtelaio: raro tipo di montaggio per porte vecchie ed antiche(contrariamente a quelle nuove per le quali è il montaggio più usato), che prevede il montaggio della porta su un telaio fissato ad un falso stipite in legno detto anche(falsimbotto, cassamatta, ecc.).
  5. Scorrevole raso muro(dette anche filo muro o esterno muro): montaggio innovativo e di tendenza che prevede il montaggio di una qualsiasi porta o portone vecchio o antico a scorrere filo muro. In tal senso informazioni sul mio kit per trasformare una porta battente in scorrevole le trovate  all’ultimo paragrafo di questa guida dal titolo “Come Riuso porte e portoni vecchi ed antichi, ante ed antine” dal punto numero 17 al punto numero 25. 
  6. Scorrevole interno muro; è una porta a scomparsa scorrevole all’interno del muro predisposto appositamente e che utilizza un apposito kit fornito dal costruttore. E’ un pannello o porta calibrata, cioè con dimensioni precise nello spessore, altezza e larghezza, misure precise perché relative alle dimensioni della luce di passaggio. Non è possibile, se non con particolari modifiche, adattare facilmente una porta vecchia o antica al montaggio all’interno del muro. 
  7. Porte con telaio detto a ” Madonna”; è una porta che non ha un controtelaio, ha un telaio sulla quale è incernierata e questo telaio è fissato al muro a ridosso con viti. Queste porte si collocano da una sola parte del muro ed hanno sempre apertura a tirare. Alcune hanno anche il rivestimento delle spallette della parete. Sono di questo tipo spesso le porte Liberty prevalentemente laccate.

 Prima faccio il buco nel muro(luce muraria)o prima cerco la porta? Quando si vuole collocare in casa propria una porta o un portone vecchio o antico bisogna, o per meglio dire…bisognerebbe, prima cercare la porta vecchia o antica che ci piace, quella che fa al caso nostro, poi, solo dopo, far realizzare con le misure della porta, la luce muraria.

Faccio realizzare subito la luce muraria, poi dopo casomai la modifico, quando ho trovato la porta. Se avete intenzione di collocare in casa Vostra qualche porta o portone vecchio o antico, non fate l’errore, non sapendo quali misure avranno tali porte e portoni, di far ”battezzare” tali misure prima di trovare le stesse porte, dai  Vs. muratori; Vi troverete a spendere due volte…Una volta per realizzare una luce muraria che il muratore eseguirà secondo la Sua logica(le misure standard di una porta nuova…)ed un’altra volta, per rifare la stessa luce muraria con le giuste misure. Di casi di questo tipo se ne verificano molti e la fretta è la…illogica spiegazione.

Una tramezza sopporta il peso di un portone vecchio in cucina? Se la tramezza è realizzata con dei forati sarà opportuno rinforzare il contorno della luce muraria con pezzi di mattoni murati, oppure, per essere sicuri, ci si può murare un’intelaiatura in ferro che sosterrà i cardini ed il portone, garantendovi in modo assoluto. Questa Intelaiatura in ferro sarà assolutamente invisibile perché sarà intonacata e tinteggiata.

Si può allungare una porta vecchia o un portone antico? Una porta vecchia o antica, come un portone vecchio o antico, può, nel caso fosse più basso della luce muraria dove va collocato, essere allungato agevolmente. Attenzione, l’intervento va fatto in modo(non costoso peraltro)da professionisti. Allungare porte solo incollando la giunta non Vi garantirà, anzi potrà crearvi dei problemi.

Perché l’allungamento non lo fa mai esattamente uguale al colore della porta Vittorio? Potrei rendere, se volessi, la parte aggiunta e cioè l’allungamento uguale al colore della porta, tanto che non Ve ne accorgereste, ma l’etica professionale mi impone di rendere minimamente differente l’allungamento dal resto della porta o portone antico. Il perché? Semplice; se questa porta doveste comperarla dovreste capire quanto e come sono intervenuto, dovreste poter capire se ho cambiato molto o poco, potrei non dirlo e camuffato dalla colorazione anticata non Ve ne accorgereste, invece chi compra deve sapere e poter capire l’entità degli interventi eseguiti.

Lei riveste l’allungamento anche con il ferro vecchio arrugginito? Sì, quando il cliente lo richiede, per avere un maggiore effetto rustico o industrial, oppure quando mi sembra opportuno poiché esteticamente ci starebbe bene su un portoncino antico per interni moderni, consiglio di rivestire l’allungamento, sempre realizzato in legno massello, con lamiera vecchia e rigorosamente arrugginita. Si tratta di lamiera vecchissima che viene battuta a mano e poi piegata a misura precisa dell’allungo, fissata all’allungo ed incollata. Successivamente viene pulita accuratamente, aspirata e trattata in modo che sia mantenuto l’effetto ruggine. La ruggine viene isolata e protetta con un fissativo atossico trasparente. La lamiera dopo il fissaggio può essere fissata ulteriormente con chiodi antichi fatti a mano.  

Si può allargare una porta antica? Sì una porta vecchia si può allargare, dipende però dalla sua struttura, a seconda di come è fatta l’intervento può essere possibile o meno, ed è realizzabile in vari modi. Questo è un esempio di come si può allargare ed allungare una porta vecchia intervenendo contemporaneamente su tutti e quattro i lati, spostando la serratura rifacendone la sede e spostando maniglia.

 Si può accorciare una porta o un portone vecchio Vittorio? Ovviamente sì ed è l’operazione forse più semplice tra le tre elencate di seguito; occorre valutare se accorciandola troppo, lo zoccolo non risulti troppo piccolo e sproporzionato.

Si può stringere in larghezza una porta? In generale si, ma occorre valutare quanto l’intervento incide strutturalmente ed esteticamente sulla porta stessa. Per alcune porte vecchie ed antiche è semplice per altre lo è meno, dipende dalla loro morfologia, dalla forma e  va valutato caso per caso.

Vittorio si può trasformare una porta ad anta unica in porta a due battenti? Si in alcuni casi è possibile, dipende sempre da come è fatta strutturalmente la porta, se dividendola i due battenti restano simmetrici ed al centro si ricava un montante per ciascun battente è possibile, è comunque da valutare caso per caso. Un esempio di come io ho realizzato una trasformazione di questo tipo lo potete vedere nel link precedente cliccabile.

Riesco a montare una porta senza stringere e far rifare la luce muraria? A volte mi chiedete…”Non voglio avere i muratori in casa! Riusciamo Vittorio a montarla senza intervenire sul muro?”. Sì a volte si può realizzare un contorno porta che adegua la porta, più piccola, alla luce muraria(bucatura del muro)più grande; molto dipende dalle misure.

Cos’è la “mano” di una porta? La mano è letteralmente il modo(o la mano che si usa) per aprirla; la maniglia può essere a destra o a sinistra ed i cardini saranno dalla parte opposta alla maniglia. In più a definire l’apertura, influisce il fatto che si apra “a spingere” o a “tirare”. Occorre prestare attenzione prima di acquistare una porta e chiedersi come vogliamo si apra.

Si può cambiare Vittorio la “mano” di una porta? Si si può, dipende dal tipo di porta, ma spesso è possibile; ovviamente è un intervento che prevede spostamento di maniglia, cardini, serratura e  chiusura(col legno…) del foro della chiave, ma in molti casi è fattibile.

Cosa devo guardare quando compero una porta vecchia o antica? Quando acquistate una porta vecchia o antica o un portone vecchio o antico, non limitatevi al solo…”guardare” la porta…date anzi importanza anche ad altri aspetti. Se ci sono zone al tatto molto cedevoli, non consistenti, troppo friabili, valutate l’estensione di queste zone e sappiate che potrebbero essere da rifare o da consolidare. Mettendo la porta, o ogni singolo battente della porta(se a due battenti), di taglio, guardatelo e valutate se è diritto e non imbarcato, cosa verificabile anche appoggiando la porta, o i due battenti della porta, su un pavimento pari o contro una parete. Inoltre se vastissime zone sono piene di buchini o grossi buchi che denotano attacchi biologici, cioè infestazioni di tarli, fate molta attenzione..

Mi realizza solo la falegnameria Vittorio? Vorrei verniciarla io…Spesso mi succede(soprattutto nell’ultimo periodo data la situazione economica), vuoi per la finitura legno a vista che per la Shabby Chic, che delle clienti, mi chiedono di fare trattamenti antitarlo, realizzare tutta la falegnameria e poi la finitura la realizzano da sole; Portantica realizza anche interventi parziali senza alcun problema comprendendo le esigenze del cliente, tra le quali anche la voglia di cimentarsi in proprio divertendosi!

Porta antica imbarcata, che fare Vittorio? Se una porta è imbarcata, e Vi piace, potete acquistarla, sappiate che un pò, col montaggio, si può recuperare l’imbarcatura, ma non troppo. E’ necessario riferirsi ad un restauratore o falegname che proverà(se non è molto imbarcata…)a raddrizzarla, senza però potervi dare grandi garanzie in tal senso, dipende sempre dalla grandezza della piegatura.

Svirgolatura, che roba è? A volte una porta o un battente di una porta, presenta un piegamento solo in un angolo, che viene detto svirgolatura; anche una porta svirgolata può essere raddrizzata, oltreché mettendola sotto pressione ed in tirare, anche facendo una tacca o intaglio, che consenta poi il recupero della stessa svirgolatura.

Come si può imbarcare una porta? Non lasciate mai una porta, o un battente di una porta a due battenti, in un locale molto umido e soprattutto con contenitori pieni di acqua o altri liquidi anche solo sul pavimento; il legno assorbe tali liquidi anche se non a strettissimo contatto, e soprattutto se la porta è appoggiata alla parete, con altre porte sopra che gravitano col loro peso, può imbarcarsi purtroppo..!

 Vittorio la mia porta vecchia imbarcata devo proprio buttarla? Be potreste provare una creativa soluzione attualmente molto di tendenza al femminile…Montatela come porta vecchia scorrevole, certo bisogna vedere quanto è imbarcata, ma in alcuni casi io ho risolto il problema così. Per vedere e capire come trasformarla in vecchia porta scorrevole andate ai punti 17-18-19-20 del paragrafo di questa pagina relativo al Riuso.

Restaurare una porta vecchia o antica. Il restauro classico conservativo di una porta vecchia o antica deve essere praticato con attenzione da professionisti oltreché con le sostanze giuste; possibilmente vanno evitate sostanze tossiche, solventi, prodotti nocivi e resine(epossidiche, poliuretaniche, ecc.); i Romani usavano questa locuzione latina ricordatelo ” Primum non nocere“, cioè per prima cosa non fatevi e facciamoci del male. Non fate restaurare, per risparmiare qualcosa, una porta antica da chi può rovinarla; spesso poi in questi casi si spende due volte.

Stucco e stuccature. Evitate di far usare gli stucchi(per economizzare)negli interventi di chiusura di fori e fessure, anziché chiuderle col legno incollato nella sede opportuna. Gli stucchi(soprattutto quelli sintetici) hanno dei ritiri, pertanto calano, si sgretolano col tempo e l’intervento è stato inutile. Prima pretendete l’inserto in legno incollato nella fessura, poi dopo averlo pareggiato, la stuccatura. Chi Vi stucca le fessure ed i buchi solo con lo stucco, senza il pezzettino di legno fatto a misura ed incollato, non Vi garantisce un intervento corretto e duraturo.

Fornisce Vittorio consulenze sul restauro di portoni monumentali? Si’, Portantica fornisce a clienti privati, o ad amministrazioni pubbliche, capitolati e consulenze per il restauro di portoni monumentali.

Tarli e trattamenti. I trattamenti antitarlo, pretendete siano realizzati con sostanze e prodotti professionali atossici e Presidio Medico Chirurgico.

Come realizzare la finitura(cioè…verniciare)una porta vecchia? Spesso mi chiedete…”Qual’ è la migliore finitura per una porta vecchia, elegante o rustica, collocata in un interno, ma legno a vista?”. In assoluto la mia risposta è a gommalacca e cera d’api vergine. Esistono altri prodotti,  come le vernici trasparenti all’acqua, acriliche, lucide ed opache, ad olio di lino, ma la gommalacca è un’altra cosa. La gommalacca (detta anche la madre del restauro) esalta la venatura del legno, dà effetti madreperlacei, porta in luce sfumature sopite e calde in modo unico. Poi la patina ottenuta con la gommalacca rende più antico il manufatto ligneo, il che per una porta vecchia o antica è importante. Solo quando il cliente mi chiede di non ottenere quel colore ambrato e tipico, peraltro molto bello, che la gommalacca dona, e si vuole il legno il più naturale possibile e soprattutto un legno molto chiaro(la gommalacca tende a scurire i legni tannici come castagno, rovere, ecc.) allora opto, su richiesta, per finiture diverse ed all’acqua(per quanto la gommalacca può essere anche decolorata).

Finitura speciale per climi gravosi. In particolari casi di collocazione di porte e portoni vecchi ed antichi, ma anche nuovi, in zone con climi gravosi(temperature molto basse in montagna per esempio con esposizione a Nord), realizzo una finitura speciale BIOLOGICA che non crea pellicola(film) e che pertanto non si screpola, ne crepa facendo entrare l’acqua piovana. E’ una finitura antica  che assomiglia ad una emulsione, a base di olio di lino senza piombo, propoli, cera d’api vergine, aceto di vino ed altri ingredienti segreti. Questa finitura resiste a basse temperature, neve e sole, senza modifiche superficiali. Vedi finitura di portoncino blindato esterno nuovo e di altri portoni esterni in castagno.

Perché quella porta restaurata, su internet, costa così poco Vittorio? Una mia cliente mi ha chiamato e mi ha chiesto il perché una porta dell’ ‘800, restaurata, finita a gommalacca e cera costasse così poco…(e non poi così tanto poco). Presto detto, primo: le verniciature pregresse non sono state rimosse con decapaggio mirato ed attento, ma è stata SABBIATA! I solchi sono evidentissimi agli occhi, ed alla pelle delle Vostre dita e tutte le gallerie dei tarli sono state…scoperte e stuccate, così da generare il cosiddetto “tarlo lungo”, notoriamente ritenuto un segno che riduce il valore di un supporto ligneo antico a meno che non si tratti di legno verniciato. Secondo: molti traversi, compreso l’allungo, sono realizzati ex novo, ma neanche con un pezzo unico di legno, ma con più pezzi incollati assieme, tipo…listellare. Terzo: appaiono molte stuccature, con stucco molto scuro peraltro rispetto al colore del legno; le parti mancanti o rotte, invece di essere rifatte con il legno, sono state stuccate e dette stuccature anche molto grandi, col tempo avranno dei ritiri e si staccheranno. Eh si’, si fa prima così. Capito?!

Come prendo le misure di una porta o di una luce muraria(la bucatura del muro)?! Sembrerebbe banale, ma non lo è. La misura di una luce muraria, cioè della bucatura del muro o la misura di una porta(soprattutto vecchia o antica perché fatta a mano..), non si prende posizionando un metro flessibile in un qualsiasi punto in larghezza ed in un qualsiasi punto in altezza. La misura in larghezza va presa in due punti, uno in alto ed uno in basso e così pure per l’altezza, va presa in un punto a destra ed in un punto a sinistra. Soprattutto con luci murarie vecchie(ma non solo) e con porte vecchie ed antiche, non è detto che chi ha realizzato la luce o chi ha fatto la porta, l’abbia realizzata di(per esempio)82 cm. in alto ed in basso. Facilmente potreste avere 82 cm. in alto ed 82,5 in basso e questo è molto importante, per la realizzazione della luce muraria o per la ricerca della porta.

Ho bisogno di  prendere le misure per cercare una porta antica o vecchia Vittorio, ma nella luce muraria c’è il rivestimento in legno della porta attuale moderna, come faccio? Eccoti la risposta con un esempio pratico che fa’ al caso Tuo…Una Signora vuole montare in un bagno una porta antica rustica al posto della porta attuale standard ed attualmente la luce muraria dove intende montarvi la porta antica, ha il rivestimento della spalletta(imbotte) e le cornici (in genere chiamate mostre). Se prenderà la misura da spalletta a spalletta in larghezza, e da spalletta a pavimento in altezza, non sarà corretta poiché ci sono i rivestimenti; le porte vecchie ed antiche sono quasi sempre montate a muro con i cardini e la misura da fornire o della quale dovrà essere(ed anche un pochino più piccola) la porta vecchia o antica, è quella che va’ da muro a muro. Staccate una cornice(mostra) con una spatola, noterete che sotto al rivestimento della spalletta c’è una tavola in legno(controtelaio) ed il muro intonacato, bene la misura che Vi interessa e che dovrà avere la porta antica, è quella che va da intonaco ad intonaco in larghezza e da intonaco a pavimento in altezza.

Cosa mettere sopra ad una porta vecchia o antica? Come? Potreste chiedermi, sopra ad una porta? Sì proprio sopra ad una porta; avete presente una porta vecchia restaurata oppure una porta antica laccata? bene, se per caso Vi dovesse sembrare un po’ troppo banale la Vostra porta e forse un po’..spoglia o semplice o incompleta, il soprapporta o sovrapporta, è l’oggetto giusto per impreziosirla! E’ il termine architettonico usato per designare un dipinto, un bassorilievo, o un pannello decorativo o un fregio, posizionato al di sopra di una porta. In effetti, se vogliamo dare importanza ad una porta anche solo vecchia finita legno a vista o laccata, e non necessariamente antica, non basta collocarla; la porta deve essere…vestita. Può essere un fregio intagliato vecchio o antico, in legno, ma anche in gesso o scagliola e può essere bianco, dorato a foglia(fatemelo pervenire Vi faccio io la doratura a foglia), o argentato ed anticato. Quel fregio dorato sopra la Vostra porta vecchia o antica la completerà elegantemente come non potete immaginare! Questa è una galleria specifica relativa a fregi, cimase e sovrapporte o soprapporte. Oltre ai fregi ed alle cimase, Vi do ulteriori altre idee: 1) Una maestà(che in genere appartiene alla stessa porta antica) legno a vista o dipinta, con lo stemma del casato e molto arredativa. 2) Un dipinto antico con vari soggetti, ma che potreste anche realizzare Voi su tela o su legno, incorniciato a misura della porta. 3) Un pannello dipinto nel colore della porta. 4) Un sopraluce antico in ferro battuto. 5) Un sovrapporta in scagliola o in gesso. 6) Un fregio dorato a foglia d’oro7) Un elemento in cotto. 8) Una cornice che racchiude una stoffa che a Voi piace. 8) Da ultimo una decorazione a pennello direttamente sulla parete sopra la Vostra porta vecchia o antica.

Non basta collocare una porta vecchia o antica.. Già nel punto precedente Vi dicevo come il soprapporta o sovrapporta conferisce alla porta importanza, ma un ulteriore suggerimento che Vi do è quello di agire con il colore sulle pareti circostanti. Finitura contorno di porte; create(e lo potete fare tranquillamente Voi da soli, divertendovi) uno zoccolo, un contorno, dapprima disegnato a matita, e definite un colore che stacchi con il resto della parete e “vesta” la porta contornandola, spalletta compresa. Il colore dovrà essere caldo tono su tono e sarà limitato da un filetto di colore più scuro(terra, rosso scuro, ecc. ecc.). Mi raccomando, il filetto realizzatelo pure appoggiandovi alla carta gommata che farà da guida, ma poi rendetelo un po’ più irregolare, imperfetto, che non sembri fatto con la riga. Avrete fatto fare un salto arredativo alla porta ed al relativo ambiente e l’avrete completata valorizzandola.

Ambientare e valorizzare una porta anche…sotto, cioè col pavimento? Certo! Una vecchia porta, usurata, malconcia, consumata, in un contesto moderno minimal, essenziale o classico, oppure un portone antico in un interior design vintage o shabby, provate a valorizzarla anche per terra, con una piccola isola creata appositamente con piastrelle, pietre, sassi o ciottoli di fiume diversi dal restante pavimento, ma solo lì, davanti o intorno alla sola porta antica, come a creare una piccola piazza davanti a Lei, sarà delizioso! 

Ma come stanno Vittorio due porte vecchie o antiche, diverse, vicine? Affiancare o affrontare due vecchie porte di legno o una porta vecchia ed una antica, diverse tra loro per struttura(forma), misure e finitura è assolutamente arredativo. Le differenze, di altezza e di forma, le differenze di colore, sono personalizzazioni e le personalizzazioni fanno un ambiente. Piuttosto son restaurate bene? Avete puntato anche su colori alle pareti che vestano le porte? C’è un colore che ne contorna una tono su tono? Un fregio lo avete posto in alto almeno sopra ad una porta? Guardate queste due porte vecchie restaurate per esempio, così diverse, ma così amiche!

E’ possibile rivestire una porta blindata con un pannello in legno massiccio di sapore antico? Sì Portantica ha realizzato un pannello di rivestimento per porte blindate esterne, tutto in legno massello di castagno, che può essere finito e trattato in modi diversi. Le finiture per i rivestimenti delle blindate sono: a gommalacca e cera d’api(se protetta), con vernice ad acqua trasparente(se non protetta e se si vuole un castagno al naturale molto chiaro), con emulsione in olio di lino(se esposta a climi molto gravosi, montagna e climi rigidi), oppure in shabby chic naturale. Posso applicare anche le ferle(grossi chiodi fatti a mano) e maniglie forgiate, per rendere il rivestimento antico del portone blindato molto simile ad un portone antico.

Sostituire i pannelli di rivestimento di una blindata economica lo fa’ Lei Vittorio? Produrre in legno(massello) artigianalmente a mano, il pannello con relativa finitura artigianale, costerebbe di più delle molte soluzioni che offre il mercato dei pannelli di rivestimento. Tra i pannelli di rivestimento interni ed esterni potrete trovare moltissime possibilità di scelta; sono realizzati in m.d.f. , compensato marino, p.v.c., in legno o in melaminico(laminato); sono pantografati, cioè presentano lavorazioni(tipo bugnature, riquadri, smussi e cornici) ricavate a pantografo, cioè a macchina e in moltissimi colori con relativa finitura cioè verniciatura e sia per interno che per esterni. 

Verniciare i pannelli di una porta blindata Lei lo fa’ Vittorio? Si, ma solo a mano a pennello e molto dipende dal tipo di materiale(vedi punto precedente) del pannello, ma in generale posso realizzare una finitura dei pannelli esterni ed interni, in un colore specifico, anticato e shabby.

Cos’è il mordente e che significa mordenzare? Mordenzare deriva da mordente; il mordente era ed è uno dei coloranti che servono a tingere il legno, pertanto mordenzare significa tingere il legno. E’ molto complesso se non si è esperti, mordenzare una superficie di legno chiaro in modo uniforme senza creare differenze di colore e macchie, esiste una vera e propria tecnica. Esistono mordenti ad acqua e ad alcool; tra questi quelli in cristalli, e le aniline ad acqua e ad alcool. Esistono poi altri mordenti chimici…antichi, pericolosi che sconsiglio di usare. L’Operazione di mordenzatura è necessaria quando si vuole adeguare una parte rifatta e molto chiara, al resto della porta o del mobile più scura, o per esempio quando si vuole tingere un pezzo di legno in abete per renderlo simile alla noce.

Dove trovo sul Suo sito foto di interni di abitazioni arredati con porte e portoni vecchi ed antichi? All’interno delle gallerie, in ogni singola galleria di una porta, vecchia o antica, sia legno a vista che laccata, per molte di queste, potrete vedere delle foto di interni di case moderne ed interni di  case vecchie ristrutturate con vecchie porte e portoni vecchi ed antichi restaurati e collocati. Per alcuni vedrete anche il necessario completamento con la colorazione dei relativi contorni murali.

Idea! Al tredicesimo punto di questa piccola guida all’uso delle porte vecchie ed antiche, c’è, evidenziato in colore rosso la frase “ma non solo” bene, non è casuale. Voglio donarvi un’idea, un consiglio in linea col riuso, col contrasto tra antico e moderno contemporaneo e con l’arredamento industriale; in cucina o in una piccola camera anche senza finestre, da adibire a cantinetta(piccola cantina), o in sala, anziché collocarci una porta in legno, cambiate! Io parlo di porte in legno dalla mattina alla sera, ma mi sento di darvi un consiglio che esula dalle porte in legno. Pensate a chiudere quel vano usando un…cancello antico in ferro battuto, si una porta antica in ferro battuto senza saldature, tutta chiodata, che ricorda i portoni in ferro e i portoncini antichi di ferro arrugginito(ed in linea con lo stile industriale che tanto apprezza il metallo grezzo). Sarà eleganza semplice, ferro naturale, freddo, vissuto, giovane; sono queste le personalizzazioni che arredano. Arredare significa soprattutto personalizzare. Altro esempio di porta vecchia in ferro battuto per zone living o zona cucina stile industriale: è una vecchia porta in ferro arrugginito naturalmente perché antica, che potrebbe chiudere una nicchia magari realizzata in una parete di vecchi mattoni, oppure allungata diventare porta del bagno su un muro di mattoni bianchi total white(il contrasto), o ancora come chiusura di un mobile in legno grezzo fatto a misura.

Tra le finiture, Voi realizzate il tranché? Ma cos’è il Tranché esattamente? La finitura Tranché o “taglio sega” è un’innovata finitura sia stilistica che tecnologica che riguarda sopratutto le cucine;; tranché significa donare alle superfici l’effetto del legno grezzo, una lavorazione artigianale che conserva al meglio una superficie irregolare. Le incisioni della sega sulle porte o ante tranché danno da una parte la sensazione che l’anta sia appena stata tagliata dall’albero e dall’altra trasmettono la percezione unica di modernità e novità. Portantica non produce porte ex novo pertanto realizza tale finitura solo su porte vecchie, parti aggiunte e sostituite.

Qual’ è Vittorio l’ultima tendenza all’uso all’interno dei portoni e portoncini esterni vecchi ed antichi? L’Ultima tendenza in fatto di arredamento d’interni moderni, minimalisti, industrial style e di tendenza, è quella molto poco convenzionale, che prevede sempre più l’uso di portoni vecchi ed antichi nati per l’esterno, ricollocati all’interno. Le caratteristiche che devono avere questi portoni sono però particolari…Portoni usurati, molto consumati, logorati, carichi di mancanze, di squarci, di fessure, coi colori attenuati dagli ultravioletti e dalle intemperie, devono essere e vengono richiesti così. Non casualmente peraltro…L’imperfezione e il recupero di un gusto eclettico del passato, sono gli elementi che caratterizzano le case in Stile Delabrè(detto anche stile squallido), case e pertanto anche mobili(come questo cassettone-comò trasformato in stile delabrè) dove nulla deve essere perfettino e troppo restaurato. Oppure portoni esterni in stile country che assomiglino il più possibile ai portoni dei vecchi fienili americani. Questi portoni antichi esterni inseriti in contesti moderni interni, generano abilmente personalizzazioni violentemente arredative, contrasti che colpiscono, quasi che il nuovo ed il moderno a contatto con l’antico, così antico e così carico di reale antichità, si completino, si cerchino, si fondino, creando scenari meravigliosi. Il contrasto violento sembra essere sovrano! Il loro restauro poi, come già anticipato, è un’altra novità! Deve essere realizzato ed è preteso(sono sempre le nostre amate donne che ne fanno richiesta..), senza rimuovere i colori consumati, mantenendo ombre e macchie, niente di perfettino, ogni segno va fissato così com’è, senza apporti, senza aggiunte personali, senza abbellimenti, tutto deve restare povero, semplice, il più possibile reale, vero, mantenendolo così come il portone è diventato naturalmente grazie al tempo, pulizia profonda, disinfezione e fissaggio attento delle sfumature cromatiche a volte ricreate se non presenti. In questi interni minimalisti e in stile industriale trovate le ultime innovazioni tecnologiche, metallo, elettrodomestici all’avanguardia, cristallo, mattoni, pavimenti in rovere sbiancato, ed in rottura(o in continuità) con l’essenzialismo cosa c’è? Solo un portone vecchio col suo catenaccio arrugginitomagari reso scorrevole(vedi più avanti i punti n 17-18-19 del Riuso), l’unico complemento d’arredo emozionante, emotivamente coinvolgente, l’unico oggetto che sembra ci ricordi chi eravamo, come eravamo, da dove veniamo…Un esempio? Eccovi un bel portone antico dell’ 800, da inserire in interni di tendenza contemporanea minimalista o industriale moderna, per chi cerca porte che arredano a 360 gradi questo portone a tre battenti(apertura in origine di 2 battenti a libro ed uno fisso) è bellissimo per il colore naturalmente modificato e creato dagli ultravioletti e dalle intemperie. E’ da immaginare collocato da solo con tanto spazio intorno, e del quale godere dopo pulizia attenta e profonda e fissaggio della  sua naturale fisionomia cromatica nature. Questo è stato venduto a Roberta e Walther di Roma che lo hanno collocato nel loro appartamento come portone scorrevole come elemento centrale e trainante dell’arredamento, costruendoci intorno tutto il resto in un contesto contemporaneo. Oppure ancora immaginate questo portone antico contadino fatto a mano senza l’uso di macchine, in quercia, consumato, allungato e restaurato in modo semplice ed usato come porta della cucina in una zona giorno moderna! Oppure un altro portone antico esterno che sarà inserito all’interno di un vecchio edificio che era un antico macello ristrutturato all’insegna dell’industrial style e caratterizzato dalla finitura deteriorata come quella dei vecchi luoghi di lavoro abbandonati e dei relativi macchinari non funzionanti. Oppure ancora…guardate queste splendide due porte antiche in legno grezzo, in abete e castagno, rese così grezze dalle intemperie, dal tempo, dagli ultravioletti, materiche, in uno stile Delabrè autenticamente naturale. Ed ancora questo portone rustico toscano di case antiche di campagna che potrebbe diventare il Vostro portone tra soggiorno e cucina senza intervenire molto, solo pulito attentamente, lasciando emergere qualche traccia del larice rosso sotto al colore grigio usurato.  Questa è una galleria specifica di portoni antichi esterni da usare negli interni.

Che ne pensa Vittorio di questa nuova tendenza che prevede l’uso di porte, portoni e portoncini vecchi ed antichi usurati e consumati per arredare interni moderni?  Credo che questa tendenza sia un modo intelligente, rispettoso, nuovo, creativo per arredare interni; un bellissimo modo per fare architettura d’interni, un modo nuovo che prevede una grande possibilità per tutti noi di cimentarci personalmente, individualmente, liberamente, nella ricerca del vecchio ed antico naturale, di personalizzare i nostri interni anche da soli, di riusare e rispettare ciò che troviamo, ciò che esiste già, integrandolo col nuovo e moderno. In questo senso Vi invito ad informarvi della bella “architettura di Piet Hein Eek”, un simpatico, bravo e noto Architetto olandese che fà cose importanti col vecchio ed antico e con le porte come me(vedi residence De Borneohof, realizzato da Piet Hein Eek per l’arch. Peter Geusebroek) e crede nella bella massima  “…nel rispetto di ciò che è già lì ” , alla quale io aggiungerei ” senza modificarlo nè abbellirlo! “. Perché non utilizzare ciò che esiste quando Noi in Italia siamo ricchissimi di vecchio, antico e naturale senza produrre e consumare altro? Perchè non arredare con ciò di vecchio, antico e naturale che è già stupendamente disponibile intorno a Noi? Anche perché con ciò che è già disponibile si fanno nuove e grandissime cose!  

Cerco un portone antico o vecchio per dividere due ambienti, ho un budget limitato, non posso spendere molto, come faccio Vittorio? “La fantasia conta più della conoscenza” diceva Einstein! La soluzione? Un affare: guardate questi due portoni antichi classici perfetti(600 euro cadauno IVA esclusa così come sono) con indice 1 e 2; Ve li antichizzo, abbrutisco e rendo materici, consumati, rustici. Così finiti, un portone restaurato 1200 euro IVA esclusa cadauno, oppure restaurateli Voi da soli risparmierete divertendovi, meno di così!  

Dove trovo sul Suo sito foto di portoni e portoncini esterni vecchi ed antichi usati per arredare interni ed in vendita? Ho creato una galleria specifica dove vedrete foto di portoni esterni toscani di antiche case di campagna, sia collocati che in vendita adatti per arredare interni e dividere per esempio zona giorno o living e cucina; ce ne sono di laccati a mano colorati e consumati naturalmente, che possono essere restaurati in modo esasperatamente conservativo e materico per arredare case ed interni contemporanei minimalisti e stile industriale. Questo restauro peraltro incide poco sul prezzo ed è molto più economico rispetto ad un restauro classico e perfettino. Questo è uno specifico articolo-post ricco di foto di portoni vecchi ed antichi nati per l’esterno usati per arredare interni e ricco di esempi tra i quali 2 portoni antichi trasformati col colore, un portone antico in grigio chiaro ed un portone antico in grigio scuro, stravolti e resi moderni sia per interni che per esterni.

Portoncini d’ingresso antichi colorati Vittorio? I portoncini antichi colorati sono davvero splendidi sia all’esterno che all’interno! Mi ricordano tanto le porte colorate di Dublino(che si crede siano a colori per una simpatica leggenda che riguarda la birra) e le porte d’ingresso colorate della Provenza, con quei colori legati alla terra, alle terre(le terre sono usate come coloranti naturali) come l’ocra che si estrae in quelle zone. Con le porte spesso si ha timore di sbagliare e si fanno scelte troppo sobrie e compassate, dovremmo rischiare di più, personalizzare per arredare, abbattere le convenzioni e dare importanza alla creatività, alle Nostre idee per rendere la Nostra casa più Nostra. Immaginate un portoncino d’ingresso antico colorato come questo e collocatelo all’interno o all’esterno; all’interno col Suo stile naturalmente delabrè e grunge, o se preferite consumato e trasandato naturalmente, ed all’esterno, magari tra mattoni faccia a vista o su una facciata bianca, un portoncino antico colorato, consumato e restaurato, ma con estremo rispetto!

Porta antica arredamento cucina e zona living a giorno(con vetri) Vittorio? Certo adesso fanno tendenza; questa è una porta antica arredamento cucina a giorno legno a vista ed anche questa è una porta antica arredamento soggiorno legno a vista , oppure sempre a giorno laccata avorio, oppure ancora laccata, a giorno, in finto legno, oppure laccata a giorno con vetri dipinti a mano, o ancora con vetri dipinti, ad anta unica. Inoltre presso il mio laboratorio sono disponibili altre porte a vetro(a giorno) ad anta unica ed a due battenti con varie misure anche non restaurate.

Cabine Armadi: Con le porte vecchie ed antiche si possono chiudere agevolmente, semplicemente e fantasticamente(oltreché con modica spesa) vani murali e nicchie che si vogliono adibire a cabine armadio. Le più adatte tra le porte vecchie, per essere usate come cabina armadio, sono le porte vecchie ed antiche a due battenti e soprattutto quelle dotate di contorno; in altre parole sono le porte Liberty, che sono a due battenti con apertura necessariamente a tirare e gli stessi battenti sono incernierati sul contorno in legno. Molto grandi alcune, le più pregevoli hanno in alto anche la maestà, riporto in legno che le rende ancora più scenografiche. Il contorno di queste porte viene fissato molto facilmente a muro con delle viti, cosa che potete fare anche Voi, Signore e Signorine, senza necessariamente avvalervi di un falegname. Queste porte Liberty si prestano ad essere finite e le realizzo in molti modi, anche legno a vista, ma soprattutto così(guardate le immagini):

  1. Porte Liberty laccate per cabine armadio
  2. Porte liberty per cabine armadio dorate a foglia d’oro o argentate a foglia d’argento
  3. Porte Liberty per cabine armadio dipinte.   
  4. Porte Liberty per cabine armadio in Shabby Chic-Decapé
  5. Porte Liberty per Cabine Armadio personalizzate (per esempio con le iniziali dipinte) 
  6. Porte Liberty  per Cabine Armadi in stile materico, industrialedelabrè 

Nessun intervento di pulitura e di decapaggio di porte e portoni vecchi ed antichi, viene realizzato da Portantica per immersione in bagni acidi e relativo lavaggio con getti d’acqua.

Nel restauro di porte e portoni vecchi ed antichi Portantica non usa resine epossidiche e poliuretaniche.

Portantica già collabora con tecnici che debbono progettare ed allestire stand fieristici, spazi espositivi aziendali e negozi,  fornendo finiture, patinature e shabbature particolari, nonché oggetti e porte di sapore arredativo, inerenti il Riuso.

Vittorio Lei dichiara di non usare dei solventi nella Sua attività e come fà ad evitare l’uso dei solventi per pulire i pennelli? Si è vero, domanda intelligente; usando solo il terpene d’arancio come solvente biologico ed essendo sprecato per questo tipo di uso(oltreché costoso) ho un mio piccolo segreto professionale, semplice, originale, economico ed utile. Ovviamente per le vernici ad acqua il problema non si pone userete acqua, ma in tutti gli altri casi, anche per vernici oleose o smalti colorati per esterni, dapprima pulite bene il pennello togliendo il più possibile le tracce di vernice con uno straccio o con carta assorbente, poi mettete 4 cucchiai di detersivo per bucato o anche per lavatrice o lavastoviglie, biologico o ecolabel, in un contenitore, aggiungete  un bicchiere o due al massimo di acqua calda, torcete il pennello per sciogliere bene il detersivo ed ogni tanto rimestate il pennello nel liquido ottenuto. Nel caso ripetete l’operazione. Dopo una notte sciacquate bene con acqua e fate asciugare all’aria. Certo direte, ma anche i detersivi inquinano Vittorio! Problema risolto con detersivi biologici !

Perché Vittorio Portantica non ha un sito catalogo come altri siti hanno? Portantica restaura e vende porte vecchie e antiche o porte e portoni vecchi ed antichi realmente autentici, non riproduce porte antiche con legno antico di recupero per cui non riuscirà mai a darvi la porta che vorreste con le misure precise che desiderate, ma solo le porte antiche che trova e che hanno misure diverse da porta a porta. Inoltre non mi interessa darvi 10 porte tutte uguali, preferisco lavorare su pezzi singoli, su e con ciò che trovo, curando ogni porta come un oggetto esclusivo, diversa dalle altre, ognuna con le Sue caratteristiche che la differenziano.

Spesso mi chiedete: Quanto costa restaurare un portone antico o una porta vecchia o antica Vittorio? Oppure, Mi fa Vittorio un preventivo di restauro? Non è possibile dire con esattezza quanto costa un restauro senza vedere le condizioni in cui si trova la porta o il portone antico o senza sapere che tipo di restauro si vuole realizzare, pur con la buona volontà di dare a Voi clienti la possibilità di capire e conoscere il prezzo di un’intervento, per una serie di semplici motivi, ma soprattutto perché il prezzo di un intervento di restauro dipende dalle ore necessarie e dal materiale; quali e quanti interventi Voi volete io realizzi(a volte mi si dice questo sì quello no) nel Vostro portone? Solo vedendolo e toccandolo con mano mi è possibile quantificare ore e materiale necessari con precisione assoluta; sappiate che posso venire da Voi per valutare gli interventi e formulare un preventivo, oppure se mi portate la porta in negozio, dopo la formulazione del preventivo potrete anche riprendervi la Vostra porta senza alcun impegno! A volte poi mi si inviano foto che possono aiutarmi ad essere più preciso.

Un portone nuovo ha già delle fessure! Cosa devo fare Vittorio? Il legno è un elemento vivo e si muove, tanto più si muove se esposto esternamente a freddo, caldo, umidità e U.V. che determinano contrazioni, rigonfiamenti e movimenti delle parti incollate o incastrate. Ciò significa che un pannello di un portone esterno è ottenuto per incollaggio di più parti di legno massello e, l’esposizione e la non protezione, necessariamente possono produrre scostamenti e fessure; innanzitutto una protezione dagli U.V. è importante, basterebbe, oltre alla finitura che dovrebbe contenere filtri U.V., una tenda a filtrare gli ultravioletti oltreché a ridurre la temperatura superficiale del manufatto in quanto barriera. Ma se succede, anche su un portone nuovo, di avere fessure o crepe, non arrabbiatevi col falegname non ha colpa…chiedetegli se ha tempo di inserire sottili fogli di legno della stessa essenza, fatti a misura ed incollati, oppure fatelo Voi o fatelo fare ad un restauratore. Poi vanno carteggiati finemente senza rovinare la verniciatura, tinti eventualmente e verniciati. Mi raccomando non stuccate e non fate stuccare queste fessurazioni, lo stucco ha dei ritiri e dopo un po’ verrebbe “sputato” dal legno o si sgretolerebbe!

Cosa consiglia Vittorio per una produttiva manutenzione di un portone esterno? La migliore e più semplice cosa che potete fare per proteggere un portone esterno è difenderlo dagli agenti atmosferici e l’intervento più semplice e produttivo è quello di spalmare della cera d’api vergine e tirarla con un panno; il film di cera rende impermeabile il manufatto cioè lo rende repellente all’acqua e all’umidità che evita di essere assorbita da eventuali crepe e segni che hanno asportato la verniciatura. Fa’ da filtro e nutre la verniciatura rendendola più elastica, poi se il manufatto non è trattato superficialmente oppure ha perso la verniciatura, lo nutre.

Come togliere delle macchie Vittorio relative all’uso, su una porta?  E’ una domanda che mi ponete spesso; innanzitutto dobbiamo verificare la finitura, cioè è una porta legno a vista o presenta una coloritura? Se è legno a vista analizziamo se è finita a gommalacca e cera(quelle vecchie o antiche possono esserlo) o con vernici trasparenti sintetiche(quelle moderne); la prima cosa da fare è vedere se trattasi di solo sporco superficiale, come quello per esempio prodotto in certe zone di contatto con le mani. Se è superficiale potete provare con un piccolo batuffolo di cotone morbido bianco ed un po’ di cera o olio di oliva, strofinando e controllando se lo sporco resta sul cotone; è possibile che se trattasi di sporco organico venga via. La stessa procedura vale per porte che presentano una coloritura. Se sono segni di altro colore potete provare con una gomma per cancellare matite, ma potrebbe opacizzare la zona sulla quale strofinate ed in tal caso dovreste poi o dare un po’ di cera o con un pennellino fare un ritocco con vernice trasparente lucida. Se fosse necessario abradere di più poichè il segno non viene via, passate alla paglietta fine 0000 che trovate in ferramenta, dapprima con la stessa ed un po’ di olio, poi aumentate il grado di abrasione con la stessa a secco; avrete opacizzato o tolto la finitura e se insistete anche il colore, per cui poi dovrete eventualmente ritoccare il colore dove è venuto via e dare la finitura, a gommalacca con più passate con un pennellino o con vernice uguale a quella di finitura(ad acqua, o a solvente). Tra le mani spagliettate la piccola riverniciatura, cioè il ritocco, verrà più liscia ed eventualmente passate un po’ di cera finale.Se la porta presenta una coloritura dovrete preparare(o farvi preparare) una piccola quantità di colore uguale a quello della porta e ritoccare.

  Porte vecchie soluzioni per restauro? Ultimamente questa è la frase più cercata nel motore di ricerca del mio sito ed immagino si debba intendere così…In che modo e cioè con quale finitura si possono restaurare le porte vecchie ? In molti punti di questa guida credo di averne già parlato, ma visto la ripetuta Vostra necessità lo rifarò…Una porta vecchia può essere restaurata con finitura legno a vista, con finitura laccata o a laccatura, in shabby chic decapè, in stile materico, delabrèstile industriale(industrial style). La finitura o il restauro legno a vista è quello che evidenzia la venatura del legno e può prevedere verniciature diverse, ma sempre evidenziando la venatura del legno. Il restauro a laccatura o di porta laccata, prevede la coloritura, opportunamente eseguita, della porta, con o senza, filetti di contrasto realizzati in altro colore o a foglia d’oro o argento e l’anticatura e patinatura del colore. Il restauro di una porta in shabby chic decapè prevede una laccatura(coloritura) di colore chiaro(bianco, lilla, verde, avorio, ecc.) che viene opportunamente consumata facendo comparire sotto alla coloritura le venature del legno. Il restauro materico è un restauro che prevede che si mantenga la porta con tutte le Sue mancanze, anche le più incisive, salvandole, fissandole, pulendole, evidenziandole in quanto valore aggiunto ed espressione della materia impiegata in origine. Il restauro Delabrè(letteralmente scrostato) riguarda porte e portoni  imperfetti, romantici e decadenti, spesso ricreato, è imperfetto, prevede superfici vissute e gusto per il passato, il far riaffiorare strati di tinte precedenti, creare e cercare sfumature impreviste, distacchi di porzioni di vernice mostrando il legno grezzo e simula l’effetto del tempo che è passato. Il restauro stile industriale prevede un restauro che come nei due stili precedenti salva tutto ciò che appartiene al passato della porta evidenziando, ed eventualmente aggiungendo se mancanti, quegli elementi in ferro, anche arrugginiti o verniciati,  che caratterizzano l’archeologia industriale, i capannoni e le officine una volta destinate alla produzione che diventano abitazioni essenziali dette loft.

Perché i portoni antichi sono bassi Vittorio? Una domanda che può sembrare strana invece è attenta e capibile…Spesso i portoni antichi hanno altezze relativamente ridotte(guardate questo portone antico in noce di 190), ma per una specifica ragione molto intelligente! Sapevano che più la luce muraria era alta più all’apertura del portone entrava aria fredda ed usciva aria calda per cui limitavano volutamente le altezze per evitare dispersioni di calore.

Ho fatto dei fori nel legno e vorrei tapparli con dei tappi cosa posso utilizzare? Questa è la domanda che più è stata posta nello spazio di ricerca del mio sito(Search) in questo ultimo periodo, ed eccovi la risposta; se volete chiudere un foro in modo definitivo e corretto, modellate un pezzetto dello stesso legno(vendono anche spine in legno, ma dovete trovarle di un diametro opportuno) in modo assomigli il più possibile alla dimensione del foro e realizzatelo in modo che entri a fatica, come pure non sporga troppo, ma sia a filo con la superficie dopo averlo provato in profondità. Tingete(mordenzate) il pezzetto di legno sagomato in modo che il colore assomigli il più possibile al colore dell’oggetto dove va collocato e distribuite colla vinilica tutto intorno a questo tappetto. Piantatelo piano piano con un martello allineandolo alla superficie e pulite subito rimuovendo le tracce di colla con spugnetta umida ed asciugate subito. Ad asciugatura avvenuta della colla(mezza giornata) se necessario stuccate per perfezionare con stucco dello stesso colore(ad acqua non a solvente) del mobile rimuovendo subito lo stucco in eccesso. Aspettate l’asciugatura dello stucco ed eventualmente ritoccate con vernice di finitura o cera d’api a seconda della finitura esistente. Molti stuccano e basta…ma lo stucco ha dei ritiri, si disgrega e salta via e una chiusura di un foro con lo stucco non è professionale..  

Vittorio quali i colori per porte antiche da restaurare? Mi si chiede spesso, vediamo come aiutarvi: dovrete cambiare la finitura e laccarla innanzitutto nel colore che più risponde ai Vostri gusti personali(per alcuni quel colore è capace di rasserenare, per altri è una coccola, per altri non allieta)poi al contesto arredativo ed eventualmente se ci tenete a quelli che erano i colori che in genere venivano adottati anticamente nelle laccature. Oggi i colori pastello sono molto di tendenza; anche quelli “freddi”, se sono all’insegna della delicatezza, risultano ricchi, eleganti e sofisticati senza ricorrere a tinte forti e brillanti, troppo invasive e appariscenti. Spesso oggi le tinte delicate vengono messe a contrasto con tocchi di sfumature più forti e accostate ad arredi appariscenti; il vintage attinge a piene mani al passato usando colori polverosi, sbiaditi, accostati a motivi eleganti(il filetto di contrasto) ed anche alla doratura ed argentatura. Il total white è rischioso, ma il bianco è comunque simbolo di eleganza, freschezza, luminosità ed ampiezza e nelle porte in bianco assoluto, io Vi consiglierei di sporcarlo(anticatura) leggermente ed opportunamente. L’ Altra finitura può essere lo shabby che rende porte vecchie ed antiche  diverse, le rivoluziona, gli toglie il valore “antico” donandogli l’invitante, il semplice, il rilassante, il contemporaneo, il diverso.  Attenzione alla morfologia della porta in quanto incide molto sulla scelta del colore(bugnature, cornici, intagli, ecc.). Non dimenticate i pavimenti; di che colore saranno? Ricordate… la porta chiara(anche le porte antiche rosa sono splendide…) è abbinabile a diversi contesti e materiali, in interior design sia moderni che classici. Per ricordarci che era antica e per toglierli il “perfettino” del nuovo, dell’appena laccato, Vi consiglierei vivamente sempre un’anticatura e patinatura del colore, che può essere graduato e personalizzato a seconda dei Vs. gusti. 

Casa moderna con porte antiche come restaurarle Vittorio? E’ una gran bella domanda anche perché non ho visto queste porte, nè l’interior design moderno di questa casa e dovrò lavorare di immaginazione.. se mi dite “moderna” immagino che la casa abbia una zona giorno con ampi spazi tipici di un loft industriale, stile essenziale e minimalista con superfici calde illuminate da mille sfumature ed effetti, con scale di grigi a tratti violentati da oggetti verdi o rossi accesi. Qui metterei la porta antica rustica con finitura legno a vista a 2 battenti trovata in campagna, o 2 porte anta unica uguali sempre scorrevoli, fatte a mano, solcate, materiche, montate come scorrevoli raso muro, giocando sul contrasto tra porta rustica antica e montaggio a vista tecnico e moderno, null’altro(vedi foto di coppia di porte rustiche materiche). In bagno che è il Tuo angolo di benessere dove hai giocato con i formati di gres porcellanato sia nei rivestimenti che nei pavimenti, sia nei colori delle superfici, che nei mosaici e nei decori, collocherei quella porta antica liberty trovata in soffitta completa di contorno che realizzerei laccandola in bianco assoluto anticato, patinato e consumato leggermente, uno shabby impercettibile(vedi foto di porta liberty laccata bianca). In camera da letto, per collegarla al living senza una separazione violenta, data l’ispirazione industrial chic, collocherei il vecchio portone che c’era in cantina, quello del nonno, un portone verde, restaurato mantenendo rigorosamente tutti i colori e le sfumature originali prodotte dal tempo, senza apporti, autenticamente fedeli allo stato attuale(vedi foto di portone antico materico industrial chic); col parquet in legno ispirato al materico artigianale delle doghe, realizzate e caratterizzate da importanti nodi e marcate venature, questo portone rappresenterà innovazione e design abbinati a culto del passato e cultura, la risorsa della quale il Nostro territorio era ed è ricco, una fonte a cui attingere a piene mani per dare esclusività agli interni. Dietro al letto come una testiera, superfici effetto cemento o mattoni faccia a vista o bianchi o se preferite una intera parete lettering! Cioè lettere, frasi, parole, numeri che diventano, da decorazioni opere d’arte potendo anche dargli significati personalissimi. La cabina armadi invece la chiudiamo in shabby chic, ma non bianco, no uno shabby naturale in un colore che ricordi la natura, che porti la primavera in camera, che ci ricordi i rilassanti panorami provenzali; useremo una vecchia porta di casa di campagna restaurata, laccata e shabbata in color lavanda pastello molto molto tenue, delicato, delicatissimo, o in alternativa un colore naturale come l’avorio, decisamente semplice da abbinare. Montata come scorrevole raso muro con guida e carrucole dello stesso colore della porta, un grosso catenaccio antico arrugginito(ma pulito perfettamente) la completerà; la spalletta ed un contorno a parete di 15-20 centimetri che contorni tutta la luce muraria  color lavanda(o avorio) con filetto color terra di Siena irregolare e fatto a pennello, a mano, per nobilitarla e vestirla(vedi foto di porta shabby con contorno dipinto a parete). La shabbatura Vittorio? sempre e solo realistica, naturale, fatta a mano consumando il colore, senza trucchi ed invenzioni chimiche, ad imitare fedelmente il consumo naturale del tempo e degli U.V. sui colori.

Quanto costa restaurare porta di casa in montagna di legno e renderla dal di dentro più pesante ed a chi ci si rivolge? Domanda posta nella casella di ricerca del sito; senza vedere lo stato di conservazione del portone mi è praticamente impossibile rispondere per quel che concerne il prezzo del restauro. L’Intervento per rendere più pesante, sicuro e resistente dall’interno, un portone, Io lo realizzo tranquillamente ed in genere è fattibile.

Devo ristrutturare un cancello in ferro come posso farlo Vittorio con il fai da te? Questa è una delle domande più poste nel mio sito nella apposita casella SEARCH nell’ultimo mese e cercherò di aiutarvi; ovviamente se è necessario fare degli interventi di saldatura e di cambiamento di parti in ferro obbligatoriamente da sostituire, Vi dovrete rivolgere ad un bravo fabbro, nel caso invece di ruggine ed assenza di verniciatura in molte zone, dovrete rimuovere la ruggine con carte abrasive, spazzole in ferro e smerigliatrici, provvedere ad una attenta pulizia ed aspirazione delle polveri e dei grassi, trattare la superficie pulita con un convertitore di ruggine, prodotto che trasforma la ruggine in un composto inerte di colore scuro, che può essere riverniciato. Seguendo attentamente il ciclo di verniciatura, tempi e modi consigliati dal produttore, procedere a verniciare successivamente con un antiruggine poi con uno smalto per metalli.

Devo buttare Vittorio i mobili vecchi che puzzano? Come ho già detto la risposta è no, Portantica interviene con trattamenti di deodorizzazione dei mobili vecchi agendo sui processi fermentativi dovuti a microbi che portano alla formazione di cattivi odori, con sostanze naturali.

Casa vecchia di campagna come renderla più nuova Vittorio? Proverò a darvi qualche idea…Tralasciando la struttura(solidità) e gli impianti, il primo intervento facilmente realizzabile che cambierà l’interior design è sicuramente un camino o termocamino o stufa moderna hi-tech, che con i vetri panoramici  Vi farà apprezzare meglio la fiamma ed il fuoco. Controllate la funzionalità delle finestre e se non funzionali aumentate la quantità di luce e dell’isolamento. Tingete le pareti rinfrescando e pulendo, magari usando pitture murali a calce. Inserite magari qualche vecchio mobile trasformato in shabby ed arredamenti moderni minimalisti magari contro una parete in mattoni a vista. Per le porte valutate come sono le attuali, eventualmente cambiatele con porte moderne, semplici, senza stipiti e cornici che creano una perfetta continuità con la parete con la quale a volte sembrano addirittura fondersi. Collocate magari il portone della stalla tra cucina e zona living giocando sul contrasto ed una porta antica come porta della cabina armadi.  

Come inserire i banchi da lavoro antichi da falegname per arredare, in casa ? Euna tendenza attuale quella di riusare i banconi da lavoro antichi come oggetti di antiquariato ed al tempo stesso come elementi d’arredo moderni affascinanti. C’è grande richiesta e troverete banconi realizzati con varie essenze lignee, ma vanno restaurati con grande attenzione; ogni tavolo da lavoro antico ha caratteristiche diverse dall’altro e l’accostamento con il classico, con il rustico, col minimale, con l’industrial style è ricorrente e sempre azzeccato. Non sono portato per formazione professionale alla decorazione, all’aggiungere qualcosa di mio, amo conservare, difendere tutti i segni del tempo, senza aggiunte personali, senza cercare il perfettino, ma con alcuni banchi antichi da falegname restaurati o con banchi antichi da officina restaurati da collocarsi in interiors design stile industriale, ho dovuto applicare parti corrose ed arrugginite in ferro per dare l’impronta industriale richiesta dal cliente. A seconda del contesto arredativo, il restauro viene praticato in modo differenziato con finiture e trattamenti specialistici differenziati, per esempio impermeabilizzanti quando il banco da lavoro antico di falegname va in un bagno come porta lavabo. Questi sono i miei banchi da falegname antichi in vendita(di varie dimensioni) solo restaurati, e visibili prima del restauro.

Cerco foto di porte in legno da recupero, vecchie o antiche restaurate. Questa domanda viene posta spesso nella casella SEARCH del mio sito e ciò significa che molti vorrebbero vedere come possono essere restaurate delle porte vecchie ed antiche ed avere idee per riutilizzarle ed ambientarle e quali sono le tendenze attuali; se passate con il mouse su porte antiche potrete entrare rispettivamente nelle gallerie delle porte antiche legno a vista e delle porte laccate, nei portoni antichi e nello shabby chic. Visitando i vari interventi di restauro vedrete illustrate molte porte vecchie ed antiche nelle varie fasi del loro restauro con tutte le finiture ed inserite in interni moderni, classici, minimalisti, stile industriale, delabrè e grunge. Qui invece trovate i portoni esterni che arredano interni.

Come datare una credenza trovata in campagna? Domanda particolarmente interessante valida per tutti i mobili vecchi ed antichi; non è facile, come battuta potrei dirvi che se seguiste un mio corso di Stilistica(Storia del mobile) sareste probabilmente in grado, ma dovendo rispondere seriamente Vi dirò che molti, forse troppi, sono gli elementi stilistici, cioè gli stilemi(elementi decorativi che caratterizzano uno stile) e le caratteristiche che è necessario conoscere per collocare un mobile da un punto di vista stilistico e temporale, fate prima a mandarmi una foto via email e Vi aiuterò in tal senso.

Come restaurate scuri antichi? Altra domanda posta molto spesso ultimamente! Innanzitutto valutate attentamente la condizione degli scuri; se presentano molte zone marce, friabili, forse può non convenire restaurarli. Distinguiamo tra gli scuri finiti legno a vista e quelli finiti a smalto; smontate la ferramenta, nel primo caso rimuovete le parti marce e sostituitele con parti rifatte con lo stesso legno rispettando la venatura ed incollando tali rifacimenti con colle viniliche resistenti all’acqua e finitele finemente con carte e tele abrasive gradualmente più fini come grana. Carteggiate lo scuro(come detto precedentemente) senza produrre solchi ne scalini! Potete aiutarvi anche con utensili elettrici, ma finemente; preparato il supporto alla verniciatura, che dovendo proteggere esternamente dovrà essere trasparente e molto resistente ad UV, umidità, caldo e freddo(suggerisco non a solvente) verniciate seguendo attentamente la scheda tecnica del prodotto(ci sono vernici per le quali la seconda mano va data entro un tempo massimo dalla prima mano per migliorare l’adesione tra i substrati). Gli scuri con finitura colorata prevedono gli stessi interventi di falegnameria di quelli legno a vista, potete mantenere tracce di verniciature pregresse se coese, cioè molto attaccate al supporto e non sbriciolate e se carteggiate finemente e non si intravedono scalini relativi allo spessore della vernice pregressa. E’ sempre opportuno dare una mano di fondo possibilmente dello stesso colore(lo si fa colorare) della vernice finale onde evitare che con l’usura si veda sotto un altro colore(un primer all’acqua se la vernice di finitura sarà all’acqua); usate pennelli di qualità e fate asciugare bene. Per la scelta della vernice sappiate che esistono impregnanti colorati e smalti; la differenza è nell’essere il primo semitrasparente e lasciar intravedere parzialmente le venature del legno, lo smalto invece è coprente, lascia una superficie liscia ed il prezzo è più alto. Evitate di stuccare grosse porzioni dello scuro, con il caldo ed il freddo, lo stucco si ritira e gonfia e produce distacchi, ricostruite le porzioni mancanti con il legno, lo stucco serve per le finiture. Ultima cosa, almeno due mani di vernice non meno e non diluite troppo una vernice, rischiate di dover dare più mani.  

Mobili della cucina antichizzati officina li trasformate Vittorio? Intanto sarà bene dirvi che per molti stile officina è l’equivalente di Industrial Style o Stile Industriale, la risposta è si, trasformo in modo personalizzato qualsiasi mobile in stile industriale facendovi prima il preventivo di spesa, con la possibilità di scegliere di farlo o meno, liberamente.

Può laccare a pennello porte ed ante alle quali vogliamo cambiare colore Vittorio? Certo, ante, antine, stipi, ed anche mobili vecchi… io le carteggio finemente e Vi realizzo il colore desiderato, volendo anche filetti di contrasto di altro colore, doratura a foglia o in argento o in shabby.

Qual’ è la differenza tra uno stipo e le antine Vittorio? Qui troverete una mini-storia dello stipo e capirete la differenza con le antine antiche.

Come posso vedere una porta o portone antico che mi interessa, in tempo reale? Portantica offre un semplice servizio di marketing per cui attraverso le videochiamate, se non riuscite a vedere bene tramite cellulare o computer sul mio sito la porta, Vi faccio vedere la porta che Vi interessa o il dettaglio del colore e del restauro velocizzando comunicazione ed immagini; in tempo reale vedrete la porta antica per poi decidere se venirmi a trovare.

Devo ristrutturare un vecchio casolare e cerco porte con lo stile di un tempo. Vorrei conoscere prezzi e disponibilità: questa è la domanda più frequente che mi si pone telefonicamente o per email. Cercherò di rispondervi: 1) Le porte vecchie ed antiche sarebbe opportuno prima trovarle e sceglierle e poi far realizzare la luce muraria(bucatura del muro) dai muratori. 2) Una porta vecchia o antica può essere ridotta in altezza o larghezza, ma se la luce muraria viene eseguita a misura della porta risparmiate in falegnameria. 3) Se siete fortunati possiamo trovare una porta vecchia o antica corrispondente precisamente alle misure standard. 4) La gamma dei prezzi di porte e portoni vecchi ed antichi è varia; si va da prezzi molto contenuti(300-600 euro) a prezzi più alti per porte importanti(1000-2000 euro). Sul prezzo incide l’epoca, l’essenza lignea, il restauro. 5) Sempre più spesso si decide di inserire tra porte moderne(economiche in laminato) ed anche belle, come quelle a filo muro senza stipiti, cerniere e cornici, una o due porte vecchie o antiche fatte a mano o un portone antico materico per fare ambiente ed arredare, e questo è un altro strumento per arredare interni senza spendere troppo. 6) Se avete la passione e la voglia, io posso darvi porte vecchie ed antiche non restaurate, fatelo Voi il restauro, risparmierete!  

Una news simpatica: mi chiama la Signora Antonella da Asti e mi chiede se ho una porta antica rustica molto consumata e materica da inserire nel Suo ingresso dove ci saranno altre porte, ma moderne. Dopo aver scelto una porta che Le è subito piaciuta tanto, mi dice seriamente “Lei Vittorio mi deve promettere che farà del tutto per far innamorare mio marito delle Sue porte antiche”. Sono rimasto, non avrei mai pensato ad una richiesta del genere così affettuosa! Sono venuti in negozio e Suo marito non ha avuto bisogno che io facessi e dicessi nulla, la porta è piaciuta anche a Lui, la sto restaurando lasciandola così il più possibile, ma la richiesta di Antonella è stata davvero emozionante. 

Idea per recuperare una porta vecchia: avete una vecchia porta, anche non molto vecchia e avendo una cucina molto moderna e contemporanea, tipo minimal o industrial style, non ce la vedete proprio ne con finitura classica, ne laccata, nè shabby? Vi do’ un’idea che è una delle ultime tendenze nel settore della decorazione e che ci consentirà di trasformarla e personalizzarla…posso rendere la Vostra porta modernissima con una finitura e decorazione che imita la lavagna e sulla quale con i gessetti potrete scrivere qualsiasi cosa divertendovi ed arredando. Sarà nera come l’ardesia ed arrederà come porta vecchia trasformata in moderna qualsiasi casa; anche un’intera parete nera costituisce un’ottima idea per cambiare con poco l’arredamento di un interno e se vorrete… oggetti, elettrodomestici e mobili posso finirli con questa decorazione, pronti per scrivere! 

Recuperare porte vecchie con carta da parati: oltre che restaurarle le vecchie porte possono essere cambiate e rivoluzionate con le carte da parati. Oggi ci sono bellissime carte da parati specifiche per porte che devono rinnovare  con stile l’ingresso o la cucina; fiori, effetto legno, spiagge, paesaggi, monumenti antichi, insomma tantissimi soggetti e colori che ci consentono rivestendo la porta, di cambiare il look della porta e dell’ambiente, insomma una porta può diventare un quadro. Utilissimo anche quando ci pare brutto il rivestimento interno di una porta blindata.

Porte colorate le fa Vittorio? Le vecchie porte interne possono essere colorate e colorarle è un modo per dare un aspetto moderno e diverso ad un interno; sempre più spesso mi chiedete di trasformare una vecchia porta color legno o laccata, in colorata e con colori anche molto vistosi ed accesi proprio per creare quel contrasto moderno e molto arredativo. Questo intervento lo realizzo facilmente con vernici atossiche ed è di modica spesa.

Rivestire una porta vecchia con tessuto Vittorio? Dall’importanza della porta e della zona dove è montata dipende la scelta del tessuto; nella scelta della stoffa date libero sfogo alla Vostra fantasia, per il fissaggio della stoffa posso provvedere io, di certo rivestirla di stoffa significa dare forte personalità all’interno.

Porte rivestite in pelle si può Vittorio? Sia in pelle pregiata che in ecopelle certo che si può! Imbottite, come pannello della blindata in capitonnè,  in modo da rimuovere quel senso sgradevole da vedere, oppure su una porta vecchia che vogliamo accomuni morbidezza a colore intenso ed acceso.

Si può applicare una vecchia porta consumata su una porta blindata Vittorio? Innanzitutto sappiate che se la Vostra porta è in garanzia, applicare chiodi è vietato, pena la decadenza della stessa, ma se non Vi interessa la cosa, oppure se riusciamo senza usare chiodi è fattibile. Come? Bisogna trovare una porta vecchia che abbia l’anima che desiderate, materica, usurata, shabby, ecc. poi si deve calibrare, e sostituire o applicare, al pannello di rivestimento.

Si può Vittorio decorare il pannello di rivestimento della porta blindata? Certo, posso decorare il Vostro pannello come desiderate: materico, laccato, stile industriale, di un colore preciso, effetto lavagna, shabby chic, ecc. 

Altra idea fantastica per rivestire una porta vecchia o un pannello di porta blindata? Il sughero! Sì, in vendita si trovano pannelli in sughero di vari spessori, ma perché il sughero Vittorio? Innanzitutto non tutti hanno immaginato questo utilizzo, poi proprio per questo è molto raro vedere una porta rivestita in sughero e pertanto sarebbe una porta vecchia rara, è un materiale naturale, è il campione di isolamento meccanico, acustico, termico ed elettromagnetico, ha il carattere tipico del legno naturale e grezzo tra i top trend in arredamento nello stile scandinavo e nello stile industrial e ultima cosa, è interessante anche dal punto di vista ecologico, essendo biodegradabile. Credo proprio che sia una grande soluzione creativa per chi vuole rivestire una blindata, oppure una porta vecchia, tenendo conto che potrei anche, oltre a montarlo, invecchiarlo cioè anticarlo, patinarlo e consumarlo o shabbarlo con sfumature, secondo i Vostri gusti personali.

Come rinnovare una vecchia porta Vittorio, mi dà un’idea? Altra idea di facile realizzazione…E’ una porta scura in legno o laminato che Vi pare brutta? Fate preparare dal vetraio uno o due specchi, a secondo che la facciata sia costituita da un unico pannello oppure da due, ed incollate lo o gli specchi ben centrati sulla porta. Per incollarli usate uno specifico silicone per vetri e se volete oltre a cambiargli look anche impreziosirla potreste far realizzare lo specchio, ma molato, cioè con una bisellatura, che è una smussatura ottenuta negli spigoli dello specchio mediante un taglio inclinato. Sarà più costoso lo specchio molato, ma anche di maggiore pregio artistico; dovunque, non solo in camera da letto, nel bagno o in soggiorno, gli specchi non solo sono essenziali per darci un’ultima controllata prima di uscire, possono anche aumentare radicalmente il senso dello spazio in una stanza. Se usati in modo creativo, gli specchi possono creare illusioni ottiche affascinanti, illuminare ampliando un angolino stretto o dando una marcia in più a uno spazio già grande. E se volete Ve lo posso fare io.

Porte interne in legno massello sbiadite a tratti, cosa fare Vittorio? Dipende molto da quanto sono “sbiadite”; se sono mancanze di colore profonde, estese e che riguardano molte zone, oppure se sono piccole e localizzate in una sola zona. La piccola macchia più chiara(a seconda del tipo di verniciatura)va ripresa solo in quella zona provando e riprovando con mordenti(coloranti) diversi sino a trovare il giusto colore, oppure con cera colorata oppure con vernice colorata. Se le zone di scoloritura sono ampie ed estese va riverniciata; entrambi gli interventi prevedono una certa professionalità, attenzione si può rischiare di fare un pasticcio. 

Come restaurare una porta laccata bianca Vittorio? Innanzitutto stabiliamo se è una porta laccata industrialmente o se è laccata a mano a pennello; le laccature industriali possono essere state eseguite con vernici di vario tipo poliuretaniche, acriliche, poliestere, a solvente o decorate e laccate con vernici artigianali. L’ eventuale ritocco per piccole mancanze di colore dovrebbe essere realizzato con la stessa vernice, se invece la porta presenta evidenti mancanze non solo di colore, ma anche di falegnameria tipo rotture, mancanze, crepe, si dovranno prima rifare le parti mancanti in legno, incollarle, sagomarle perfettamente, poi dopo procedere alla finitura previa carteggiatura fine.

Costa meno un restauro materico e stile industriale di un portone esterno che metto all’interno? Certamente sì; un restauro molto materico o stile industriale non prevede la rimozione di tutte le vecchie verniciature per arrivare al legno a vista, ma si realizza lasciando e conservando i segni del tempo tutti, trasformando l’usura ed il consumo in valore aggiunto e non prevede un restauro perfettino, pertanto questo tipo di restauro, che riguarda sempre più spesso portoni esterni per arredamento di interni minimalisti, pur dovendo sempre realizzare gli interventi basilari e fondamentali di falegnameria ed eventuale allungamento, Vi fa risparmiare rispetto ad un restauro tradizionale e classico.

Porta vecchia in total white(bianco assoluto) cosa ne pensa e ci consiglia Vittorio? Il total white, e cioè una laccatura in bianco assoluto, è una delle finiture che realizzo più spesso su una porta o portone vecchio o antico ed una delle soluzioni per il restauro di porte vecchie; un po’ come nell’arredamento, il bianco puro è una soluzione ricca di fascino, capace di conferire all’interno una luminosità inaspettata ed una incontrastata spazialità. Il bianco è un colore della quiete interiore, della purezza, nonché della classe e raffinatezza e sulla porta vecchia o portone vecchio o antico realizza un aumento visivo dello spazio e superficie della porta, in altre parole un portoncino antico bianco collocato tra cucina e soggiorno, in zona living, farà sembrare il portoncino stesso attraverso gli effetti ottici, di più ampie dimensioni, aumenterà in Noi la percezione di ampliamento degli spazi. Spesso poi al bianco assoluto, che io realizzo laccando solo a pennello perché si devono vedere le tracce elementari lasciate da ogni setola del pennello(e non come in una verniciatura industriale a spruzzo vedere una lastra di vetro liscia e perfetta), mi chiedete di aggiungere qualche anticatura, patinatura e consumo per rendere la porta bianca un po‘ vintage, anche se ciò non è più bianco assoluto.

Il valore dei portoni antichi di case importanti Vittorio? Nella casella di ricerca SEARCH in alto a destra, più volte è stata posta questa domanda interpretabile in più modi, mi sono deciso a parlarne. Se si intende conoscere quale prezzo chiedere per un portone antico importante che vorreste vendere, beh sicuramente dipende da molti fattori:1) Le misure, cioè più è grande più sarà di difficile collocazione, se non riusato come due portoni o sezionato.2) L’essenza, cioè il legname; se in noce(nazionale) sicuramente è il top, per altre essenze il valore è inferiore.3) In massello o massiccio, lastronato o impiallacciato definiscono ed attribuiscono al manufatto ligneo valori diversi. 4) Pannellature, bugnature, intagli ed intarsio, sono ulteriori valorizzazioni. 5) Stato di conservazione molto importante nella valorizzazione. 6) Ferramenta originale o sostituita. Come potete capire senza vedere e toccare con mano dare una valore in euro è difficilissimo.  Se invece mi chiedete a quale prezzo comperare un portone antico, che magari vorreste installare(come vuole il trend) all’interno per arredare e realizzare un interior design tra cucina e soggiorno, Vi dico al prezzo più basso possibile ovviamente, ma poi aggiungo che i parametri definiti precedentemente valgono anche in fase di acquisto. Certo che se il portone Vi piace(ed è la prima priorità) e pensate sia stupendo all’interno della Vostra casa, se pregevole esteticamente e da un punto di vista antiquariale ed ebanistico, valutate la richiesta. In ultima analisi, se non Vi fidate, se vorreste consigli sul montaggio, la mano di apertura, sul come montarlo, sul prezzo del restauro e sul valore del portone posso darvi una consulenza ed aiutarvi anche nella trattativa.

Porte in pietra? Un’idea di porta o portone che Vi posso realizzare…Premessa, l’effetto pietra nella produzione di pannelli in laminato di rivestimento di porte interne, nella produzione di carta da parati effetto pietra, nel gres porcellanato effetto pietra, effetto cemento, effetto marmo, effetto lavagna, nella pittura effetto pietra spaccata o graffiata, nel rivestimento doccia e nelle mattonelle effetto pietra, nei pannelli in resina e fibra di vetro che riproducono l’effetto anticato di un muro in pietra naturale effetto pietra è massiccia, un trend, una vera tendenza. Perché? Molte le ragioni, la pietra è naturale, la più naturale ed originaria espressione della materia, è semplice, esprime e ricorda la tradizione, è rustica, ci fa sentire come fossimo in campagna collina o montagna, tra le rocce, perché è forte, è originale, si integra bene col moderno, colora naturalmente gli interni e nulla è più antico della pietra! Bene, ho ideato una soluzione che prevede il farvi, se vorrete una porta in pietra, con la pietra che preferite, una porta in pietra, fatemi sapere se interessati.

Finestre vecchie in buono stato, mi consiglia di restaurarle o farle nuove Vittorio? Se non sono finestre importanti esteticamente, d’epoca e con un loro valore artistico, è opportuno realizzarle nuove secondo i criteri tecnici attuali che rispondono a norme precise in termini di resistenza e tenuta, isolamento acustico, trasmittanza termica e proprietà delle vetrocamere; particolare attenzione va destinata al materiale, pvc, legno massello o massiccio, lamellare e multistrato, tenendo presente che questi ultimi manufatti danno grandi garanzie in termini di dilatazione, superiori a quelle del legno massello e che invece le migliori prestazioni in termini di trasmittanza termica le dà il p.v.c. La vecchia finestra poi possiamo migliorarla sostituendo il vetro con una vetrocamera, ma non realizzeremo mai le caratteristiche dei manufatti di attuale produzione.

Gommalacca su mattoni Vittorio? La gommalacca la definivano una “mano santa” in quanto arriva dappertutto, realizza tante utilità ed anche per i mattoni può essere impiegata; valutate bene in una piccola porzione non visibile, l’effetto e la reazione e se può piacervi innanzitutto il colore ottenuto. Non può essere ritenuta un impermeabilizzante per mattoni posti all’esterno, ma all’interno(attenzione alla densità) è un ravvivante, dà luogo a sfumature inaspettate colorando, rende più facilmente rimovibile la polvere ed igienizza in quanto è a base di alcool. Fate sempre una prova però.

Come arredare con una vecchia porta restaurata e dipinta in colore molto acceso un interno moderno minimalista Vittorio? L’inserimento di una porta vecchia trasformata in colore vivacissimo ed acceso in interni moderni è facile, ma per facilitarlo Vi do alcuni suggerimenti; un po’ come con lo shabby, un oggetto o mobile in shabby si integra meglio se accompagnato da un altro oggetto in shabby, così Vi faciliterà in termini di arredo porre una porta restaurata e laccata in verde molto acceso se assieme alla porta, nello stesso colore e tono di verde e nella stessa stanza, accompagnerete la porta a due pouf oppure a una vecchia sedia dipinta nello stesso verde. Shabby e toni accesi non devono sentirsi soli!

Cos’è la pittura o vernice magnetica Vittorio? E’ una vernice con la quale si può trasformare una parete(si chiama anche intonaco magnetico o pittura calamita), un mobile o un frigo, una porta, in parete, superficie o porta magnetica; contiene grande quantità di polvere di ferro e la rende superficie ideale per le calamite. Si può verniciare con altre vernici e creare un effetto industriale, per esempio su un vecchio mobile potrete attaccarci tutte le calamite(non troppo pesanti) raccolte nei Vostri viaggi. E’ una finitura con la quale posso trasformarvi qualsiasi oggetto e creare interior design moderni. 

Oggetti economici per arredare ed idee Vittorio? Vi darò qualche idea semplice e poco costosa per arredare con oggetti impensabili che possono diventare complementi d’arredo vintage e che trasmettono emozioni…Prendete una vecchia tegola o tegola antica, lavatela, fatela asciugare, dategli col pennello della cera(anche quella da pavimenti), con una cordicella o stoffa infiocchettatela ed appoggiatela sulla mensola in bagno, oppure usatela come porta saponetta.

Idee nuove per ridipingere le porte vecchie Vittorio? Certo, invece di verniciarle di un solo colore proviamo a essere creativi ed a dare vivacità ad un ingresso a giocare con i colori! Per esempio Vi ridipingo la porta in bianco assoluto e su un lato inseriamo un grande cerchio di colore nero! Oppure facciamo ogni porta di un colore sgargiante, ma diverso l’una dall’altra! Ed ancora, dipingiamo i battiscopa e porta in uno stesso colore vivace come il giallo ocra o limone sarà un gioco magnifico! Altro gioco? Un colore azzurro che arriva sino a metà porta e continua sulla parete o una parete e porta dello stesso colore carta da zucchero! Oppure una porta vecchia dipinta in colore rosa fucsia possiamo rendere shocking qualsiasi ambiente. 

Può verniciare e ridipingere con colori accesi anche porte in laminato Vittorio? Certamente sì, ma prima capiamo cos’è il laminato; il laminato è un materiale plastico usato comunemente nei mobili e nell’arredamento come rivestimento di pannelli lignei come truciolare, MDF e tamburati. Un vecchio esempio era la formica adesso sostituita dalla resina melamminica; il nobilitato invece è truciolare rivestito da carta melamminica di spessore sottilissimo(qualche decimo di millimetro) ed è un prodotto molto economico. Anche una porta o mobile in laminato può essere riverniciata, ma occorre attenzione, non basta la carteggiatura; per avere buoni risultati è opportuno trattare la superficie con un aggrappante(primer)che facilità l’adesione del colore.  

Colori consigliati per il 2019 nelle finiture e verniciature di porte vecchie o antiche Vittorio? Assolutamente il bianco opaco assoluto, poi sempre il bianco marezzato cioè anticato, con striature, screziato e variegato con macchie leggere, l’avorio, l’ossido(marrone), cemento variegato, titanio, grigio, terra, fango, antracite, tutti colori realizzati a pennello con laccature a mano e tutti con effetti invecchiato. Tra i colori accessi moderni  il blu, il verde, il rosso, mostarda ed ocra gialla, mandarino e malva, nero, ovviamente molti di questi anche accordati con lo shabby chic naturale sempre.

C’è un termine che definisce la piastra in metallo in basso nei portoni Vittorio? Si definisce in vari modi, zoccolo in metallo, zoccolatura, lastra per portone, ma il più curioso e carino è balza; può essere in ottone, lamiera, bronzo e rame in relazione alle caratteristiche stilistiche ed estetiche del portone, può anche essere lucidata a mano o a macchina, oppure ossidata ed anticata.

Portoni usurati che non aprono perché toccano sotto Vittorio? Quando un vecchio portone tocca per terra contro il pavimento ci possono essere più spiegazioni: 1)Il legno nella parte inferiore è “cresciuto” o si è deformato, e le cause possono essere diverse; se non fosse vecchio o antico, il legno non troppo stagionato può sentire i cambi stagionali e crescere o calare, oppure se è antico aver subito deformazioni a causa dell’acqua o dell’umidità. In questo caso, se non è sceso un cardine a muro o quello posto sul portone, si può levigare il legno rimuovendo un pochino dello stesso legno poiché non tocchi. Oppure si può inserire nei cardini una rondella di spessore opportuno. 2)Nel caso non sia cresciuto o deformato il legno in basso, è opportuno verificare che con il peso non sia sceso un cardine nel muro o sul portone ed in tal caso dovrete intervenire sulla muratura o sul legno. 3)Verificare che sotto, contro il pavimento, sporco o oggetti sottili, anche in metallo, non si siano insinuati ed annidati e sfreghino aprendo e chiudendo il portone e in tal caso rimuoverli.

Porte con verniciatura effetto screpolato Vittorio? Esistono particolari vernici e finiture(trasparenti o colorate) che creano un laccato effetto screpolante su legni scuri, su dorato a foglia o vernici oro, su ottone, ferro, ecc. Tecnicamente l’effetto screpolante si chiama crachle o craquelè(l’equivalente in lingua italiana è la crettatura) che indica una rete di sottili fratture riprodotte artificialmente per imitare l’anticatura. Molti sono i prodotti e le tecniche, dall’uso di colle, di reagenti e di veri e propri kit, Io lo realizzo con prodotti naturali.

Come fare un piccolo mobile in ferro con ante industriale? Sarebbe meglio sempre non farlo, ma cercarlo e trovarlo originale! E magari io Ve lo posso restaurare, ma se proprio non lo trovate cercate delle porte in ferro o sportelli antichi in ferro e con queste chiudeteci una struttura in legno grezzo fatta a misura ed anticata. 

Cosa sono i vetri acidati nelle porte antiche Vittorio? Il vetro acidato è un vetro con una superficie granulosa incoerente ottenuta per mezzo di un trattamento chimico basato sull’impiego di acido fluoridrico(che presenta caratteristiche chimico-fisiche tali da intaccare il vetro). L’Effetto visivo è quello materico ed opaco.

Come allargare una porta vecchia per farla scorrevole Vittorio? In altro punto di questa guida ho già trattato il problema dell’allungamento e dell’allargamento di una porta vecchia o antica, nel caso la porta vada allargata per montarla come porta antica scorrevole raso muro, l’intervento non cambia; attenzione però non è così semplice come si può credere e perdonatemi, ma Vi consiglierei, se non avete esperienza di restauro, falegnameria e decorazione, di farlo fare ad un professionista. Non si tratta solo di attaccarci un pezzo di legno, bisogna che le giunte e gli ampliamenti siano il più possibile simili al resto della porta, per forma, colore e finitura. Un esempio? Guardate questa  montata come scorrevole, una porta rustica antica allargata ed allungata.

Arredare cucina rustica con riciclo oggetti antichi come fare Vittorio? Innanzitutto andate in cantina o nel sottotetto e cercate oggetti vecchi con molta attenzione, non tralasciateli perché rovinati o impolverati, restaurati acquisteranno grande freschezza! Una vecchia lastra di marmo nero striato che una volta era il piano di una cassettone? Bene fate fare un telaio leggero dal fabbro che contenga a misura la lastra ed eccovi un tavolinetto di servizio in cucina da utilizzare come piano di lavoro! Uno specchio vecchio? Fatene un centro tavolo riempendolo di candele di vario tipo e colore! Mattoni? Chi non ha dei vecchi mattoni? Prendete un trapano fateci un foro ed eccovi un mattone trasformato in porta candela! Riviste vecchie? Fateci un buco ed appendetele in cucina vicino al rotolo di carta assorbente, sarà vintage ed all’occorrenza utilissima per pulire i vetri e l’acciaio delle pentole! Pentole e tegami in alluminio? Se ne avete, puliteli ed attaccateli al muro, in cucina daranno grande sensazione di cucina vissuta! Con una cassetta vecchia in legno potreste realizzare un contenitore per i pezzi di legna del camino, magari rendendola affascinante con un tocco in stile industriale, metteteci sotto 4 ruote girevoli. Coi vecchi ritagli di stoffa colorata, imbottiti da pezzi di asciugamani in spugna vecchi, fate delle presine cucendole velocemente con il punto a zig zag e più saranno orribili più saranno affascinanti.

Come rendere meno pesante apertura porte in ferro Vittorio? Molte sono le variabili che influiscono sulla difficoltà di apertura di un portone o porta pesante, innanzitutto la pulizia delle cerniere sia quella della cerniera femmina che quella del relativo maschio, cioè il perno; che non devono presentare elementi di attrito(ruggine) che ostruiscano e limitino la scorrevolezza, pertanto pulite bene i cardini e cospargeteli di un lubrificante magari in spray che lubrifichi le parti in movimento e liberi le parti eventualmente bloccate ed arrugginite, poi cospargete con grasso. Escludendo che uno dei cardini si sia mosso o dal portone o dal muro, cioè sia sceso, oppure che il portone tocchi sotto a pavimento, se aveste posto tra perno ed occhiello degli spessori, potreste provare ad inserire in tutti i cardini, invece che degli spessori, una boccola che all’interno ha un piccolo cuscinetto e che aumenterà e faciliterà i movimenti.

Portone di ferro si è fatto un buco come provvedere Vittorio? Nel ferro in genere per chiudere un buco si procede con una pezza in ferro che può essere saldata, oppure in alternativa se non desiderate saldature in quanto il manufatto è antico ed in ferro battuto, potreste applicare la pezza di chiusura dalla parte posteriore e fissarla con ribattini(o chiodi ribattuti ed acciaccati) oppure con viti a testa svasata piana o tonda e dadi posteriormente.

Si può restaurare una porta o un mobile senza sverniciare Vittorio? Sì che si può, anzi si dovrebbe sempre evitarlo, ed a tale proposito fate riferimento a questa interessante conversazione sul restauro materico tra me ed un cliente.

Come facevano le porte antiche fatte a mano Vittorio? Anticamente le porte ed i portoni antichi fatti a mano non erano fatti da falegnami, erano fatti dai contadini; sì, d’estate mettevano via le tavole dopo aver segato i tronchi e d’inverno, quando faceva freddo e nevicava, davanti al camino con una sega a mano, mazze e chiodi facevano la porta o il portone; particolare interessante queste porte erano realizzate solo con chiodi senza colla, tecnicamente dette a secco.

In un contorno porta per interno senza infisso che decorazione fare Vittorio? Fate riferimento al punto precedente che tratta l’argomento e che ha per titolo Non basta collocare una porta vecchia o antica.

Come unire due ante di una vecchia porta di castagno per fare una porta scorrevole ad anta unica Vittorio? Innanzitutto dipende dal tipo di porta o portone, cioè da come è fatto strutturalmente, ma oltre all’incollaggio dei 2 battenti che da solo non è sufficiente, dovrete vincolare i 2 battenti con connessioni solide e sicure, per esempio 2 o 3  staffe o piastre forate ed avvitate e possibilmente impostate, cioè incassandole creando una sede per le stesse, in altre parole fresando la sede delle stesse staffe poiché tengono di più. Inoltre l’intervento va fatto avendo cura di tenere perfettamente in piano ed allineati i 2 battenti.

Come faccio a stabilire il peso di un portone antico avendo le misure, Vittorio? Semplice, moltiplicate tra loro le misure di lunghezza, spessore e larghezza poi trasformatele in metri da cm.; tutti i legnami hanno un peso specifico diverso, ma si può adottare 750 kg al metro cubo come peso medio tra le essenze, per cui moltiplicate la misura in metri cubi per 750, questo è il peso del Vostro portone.

Cos’è la finitura Shou Sugi Ban Yakisugi e si può realizzare anche su mobili e porte Vittorio? La tecnica detta anche Yakisugi o Charring è di origine giapponese ed antica, è risalente al ‘700; si tratta di un processo di carbonizzazione incompleta del legno che produce in superficie il fuoco dopo raffreddamento con acqua, con il tipico effetto nero del carbone. La gradualità della combustione e della carbonizzazione viene utilizzata per rendere più o meno scuro e consumato il legno trattato con la tecnica Shou Sugi Ban Yakisugi ed è molto usata in Giappone sia per gli esterni che per gli interni; con questa tecnica si possono trattare travi, travetti ed anche mobili ed è di tendenza.

Un altro uso creativo dei fregi Vittorio? Oltreché per metterli in alto sopra ad una porta e “vestirla”, i fregi si possono usare per completare una cornice povera; ponete il fregio(di misura opportuna) sopra, attaccato alla cornice, la completerete creando una cosa inaspettata.

Come restaurare i portoni delle Chiese Vittorio? E’ una domanda posta spesso nella casella di ricerca del mio sito; dapprima sinceratevi se essendo antico non sia soggetto a vincolo architettonico, presso la Soprintendenza, poi se anche in Comune non Vi impongano finiture e colori, fate una ricerca fotografica per considerare com’era il portone prima e poi se non avete nozioni ed esperienza specifica, chiedete un preventivo ad un bravo restauratore.

Come riusare un portone vecchio o antico per dargli un nuovo aspetto e renderlo portone di tendenza sia all’interno che all’esterno Vittorio?  Una bella soluzione, anche e soprattutto per quei portoni semplici non elaborati, ma che possono diventare estremamente arredativi sia all’esterno che per arredare interni, è quella di abbandonare la classica finitura legno a vista e giocare con i colori; il colore arreda, rende anche l’antico ed il vecchio di tendenza, permanendo sempre l’integrazione con la classicità eventuale circostante. Questi sono portoni vecchi, non costosi, sani, semplici, senza fronzoli, ma guardate(le ultime due foto nella galleria) come con i colori di tendenza pastello minimali, diventano portoni di tendenza, laccati a mano solo a pennello ed anticati, è come se da sempre fossero stati così. Coi colori di tendenza e con le laccature a mano anticate artisticamente, si riesce, mantenendo il carattere del portone, a farlo rifiorire con un vestito del tempo presente. 

Ho trovato il solo piano in patina di un antico banco da lavoro ci possiamo fare un banco completo Vittorio? Sì se trovate un piano di un bancone da falegname antico ci posso costruire intorno ciò che manca per renderlo un banco completo antico anche in stile industriale.

Porte di colore uguale ai muri? Anche le porte vecchie ed antiche possono essere laccate in un colore che, come è tendenza attuale negli interni contemporanei, sia uguale a quello delle pareti; la laccatura solo a pennello può essere realizzata in qualsiasi colore ed eventualmente anticata.

Se mi metto a fare il restauratore di mobili cosa bisogna fare e quanto mi viene a costare annualmente? Una singolare domanda posta nella casella SEARCH del mio sito; rispondere compiutamente non è facile, ma innanzitutto, deve piacervi molto ciò che è antico, dovreste essere affascinati dagli interventi che riguardano l’arte ed avere una buona manualità, ed aggiungo, senza amore, senza affascinazione e senza passione sarete limitati. Conoscenza: acquisite conoscenze, occupatevi della Vostra formazione, è indispensabile, e non solo relativa al restauro, ma anche informatica(un sito aziendale e la presenza sul web sono fondamentali). Ci sono scuole medie superiori ad indirizzo artistico e corsi di specializzazione più alti di grado. Una soluzione può essere anche quella di affiancare un restauratore esperto ed imparare il più possibile, magari rilevando la Sua bottega quando vorrà cessare l’attività. I costi dipendono dall’affitto del locale in primis e per i restanti dovrete consultare un commercialista.

Voglio montare quella porta antica come porta scorrevole interno muro tipo scrigno Vittorio; mi è successo alcuni giorni fà ed ho ribadito che purtroppo è complicato adattare una porta vecchia o antica e montarla come porta scorrevole interno muro(tipo scrigno). Oltre al kit cassone, o cassonetto, la porta deve essere adeguata ad un kit stipiti, in altre parole una porta deve essere calibrata, avere misure precise in altezza, larghezza e spessore, caratteristiche che una porta antica non può garantire; ovviamente è mio interesse vendere la porta antica che Vi piace, ma non posso darvi una porta antica che Vi creerà molti problemi all’atto del montaggio. Poi è chiaro l’ingegno risolve qualsiasi problema e dopo ovvie modifiche potreste riuscire, ma non posso garantirlo; diverso è il far fare la porta in legno calibrata a misura da un falegname e recapitarmela per renderla shabby, materica, delabrè o industrial style. Oppure acquistate una porta antica, ma montatela col mio kit raso muro cioè esterno muro. 

Da un portoncino con vetrata e inferriata in ferro è possibile realizzare un mobile con ante dove poter usare l’inferriata in ferro, per esempio in una vetrina? Certamente sì, potrò usare o la sola inferriata inserita in un telaio in legno oppure se le misure lo consentono, utilizzare modificandoli, i 2 battenti del portoncino adattandoli alla misura della luce del mobile.

Cerco una porta rustica da trasformare in tavolo per il soggiorno. Ho visto che ne avete molte e forse Voi potete consigliarmi, quale è più adatta per essere usata come tavolo per 10-12 persone? Dato il numero di posti elevato, consiglierei un portone a 2 battenti, pulito, disinfettato, lasciato il più possibile così com’è, fissato nei colori e nelle sfumature naturali prodotte dal tempo ed impermeabilizzato. I più adatti sono quelli detti a “tagliere” che hanno un lato liscio senza incavi o scanalature o cornici, oppure se presentano tali sporgenze o Vi dovesse piacere questo lato a vista, il problema si risolve ponendovi sopra una lastra di vetro.

Come disinfettare i mobili e le porte antiche al tempo del Covid 19 Vittorio? A causa dell’emergenza sanitaria relativa al Corona virus mi sono giunte diverse richieste di chiarimenti ai quali darò risposta. Prima cosa però…se in casa non c’è stata contaminazione tra persone infette ed un contatto stretto tra persone contagiate, cautela si, ma senza esagerazioni! I mobili moderni come quelli antichi presentano delle finiture cioè verniciature superficiali, pertanto occorre prestare attenzione al prodotto che si usa per non danneggiare questi oggetti d’arredo; se invece si trattasse di legno grezzo non verniciato il problema non si pone. Sostanzialmente i prodotti più facilmente reperibili ed a basso costo oltre che essere molto disinfettanti, battericidi, fungicidi e virucidi sono l’alcool, l’acqua e sapone, l’ipoclorito di sodio e il perossido di idrogeno. L’Alcool etilico commercialmente denaturato è miscibile con acqua ed il suo massimo potere disinfettante si ha per concentrazioni attorno al 60-70%; la maggior parte dei mobili o porte antiche presentano una finitura con la gommalacca e l’alcool può danneggiare questa finitura, se invece fossero porte con finitura atossica ad acqua il rischio è minore. Il segreto, qualsiasi sostanza usiate, è sempre quello di fare un tassello di ispezione, cioè prima provare con una piccola pezzuola in una zona del mobile nascosta ed asciugare subito. Se non cambia il colore potete leggermente procedere dappertutto con cura, per piccole zone alla volta, ma senza insistere troppo ed asciugando immediatamente, anche se con l’alcool è molto rischioso soprattutto sulla gommalacca. In alternativa potete usare l’ipoclorito di sodio (varechina o candeggina o amuchina) con concentrazioni dallo 0,1 allo 0,5%; molto efficace, può danneggiare o sbiancare il legno verniciato, ma è ottima soluzione per moltissime superfici e materiali previo tassello di ispezione sempre! Il perossido di idrogeno(acqua ossigenata) è un altro ottimo disinfettante come gli altri già citati è corrosivo e va’ diluito al 6%(per la disinfezione cutanea al 3%) ed anche per questa sostanza, prima, fare sempre un tassello di ispezione. Il meno invasivo è l’acqua e sapone, una delle migliori alternative in questo caso, poiché il sapone inattiva efficacemente i virus; una pulitura con panno morbido appena umido ed immediata asciugatura. Attenzione anche maniglie ed altri materiali verniciati possono essere rovinati da queste sostanze pertanto fate attenzione. Ultima cosa, la varechina in commercio si trova al 5/10% di cloro pertanto leggere bene l’etichetta e diluire alla giusta misura dallo 0,1 allo 0,5. I mobili in laminato(melaminico) quelli di cucina, possono essere puliti con qualsiasi disinfettante magari diluito. Ultimo consiglio ed alternativa, l’aceto bianco di vino(che contiene 5-6% di acido acetico), prodotto economico da usare prima o dopo il perossido di idrogeno al 3%, ma non miscelandoli assieme altrimenti sarebbero molto corrosivi. 

Quanto resta il Coronavirus covid 19 sulle superfici come il legno di porte e mobili antichi? Vi risponderò con le parole di Maurizio Lai Architetto dette quando gli è stato chiesto se fosse preoccupato di come i materiali naturali potessero resistere alle pesanti pulizie nella lotta contro la diffusione di Covid-19 ” “Sembrerebbe che il materiale naturale degrada il virus più rapidamente  e che il virus rimanga su superfici più compatte come acciaio e plastica per un tempo più lungo, e quindi necessitano di una pulizia più difficile.” 

Voglio restaurare un portone da solo, mi aiuta ed insegna come fare Vittorio? Certo, posso raggiungervi, a casa Vostra, dirvi quale e come preparare l’attrezzatura e restare presso di Voi finchè Vi è necessario, spiegarvi passo passo cosa dovete fare e come, fornirvi i prodotti specifici professionali e mettervi nella migliore condizione per eseguire il restauro da soli. Ovviamente dovrete a Vostre spese occuparvi delle mie spese di trasferimento, vitto ed alloggio.

Mi dà un’idea esclusiva tra moderno ed antico per un mobile libreria o mobile zona living Vittorio? Certo, per esempio uniamo il riuso, l’antico ed il moderno minimalista e materico così…Vi fornisco un certo numero di antine, sportelli e cassetti antichi, diversi tra loro per colore e stile e li inseriamo in una struttura in legno lineare con finitura laccata di qualsiasi colore e finitura, per esempio in delabrè. L’Uso di cassetti diversi per dimensione e stile, di antine antiche e di qualche cassetto antico crea un risultato  arredativo esclusivo e garantito giocando sul contrasto estremo.

Colore antracite, grafite o carbone per una porta antica Vittorio? Certamente sì, in linea con la popolarità del colore antracite nel 2020, una porta antica può essere laccata a mano in questo colore, come è possibile realizzare in questo colore una vecchia o antica porta in ferro, accostando il moderno di tendenza allo stile industriale. Nel color antracite poi posso realizzare una porta laccata a mano con un filetto a foglia d’argento che la rende preziosissima!

Ma perchè piace così tanto ed è di moda il colore del carbone Vittorio?  Intanto è un colore eclettico e versatile, crepuscolare, poi si rifà alle miniere ed alle rocce, pertanto è materia primaria, cioè il materico per eccellenza, poi è il tono più scuro tra i grigi, perfetto per gli interni, soprattutto spaziosi. Per gli interni piccoli magari usatelo per i complementi d’arredo più che per le pareti, oppure per una sola parete. Accentua il legno a vista ed è ottimo anche per contesti in stile scandinavo, oltre a far risaltare oggetti in colori vivaci e contrastanti.

Dove leggere e trovare notizie della storia delle porte, Vittorio? Vi elenco alcuni siti web interessanti che trattano l’argomento porte degli edifici antichi romani, storia della porta.

Continua presto…

 

COME SI RESTAURA UN VECCHIO PORTONE O UN PORTONCINO ANTICO IN LEGNO VITTORIO?

Non è facile descrivere tutte le operazioni necessarie al restauro completo di un vecchio portone ed eseguirle senza una opportuna esperienza e formazione per cui il consiglio sarebbe.. rivolgetevi ad un bravo professionista, ma siccome è una richiesta che spesso mi viene rivolta direttamente ed è tra i quesiti posti più spesso in ” CERCA ” il motore di ricerca interno al mio sito e nei motori di ricerca, ho deciso di affrontare gradualmente l’argomento con l’intento di creare cose utili che aiutino a risolvere i problemi del mio pubblico e cioè dare indicazioni a chi inesperto vuole sapere come ristrutturare un vecchio portone ed effettuare in proprio il restauro non avendolo mai fatto. Come se Vi tenessi un corso di restauro(cosa che ho fatto per anni) Vi darò le informazioni e queste avranno l’ordine cronologico di esecuzione, Voi armatevi di un blocco notes, penna e di tanta, tanta pazienza!

Prestate sempre attenzione alla sicurezza, premunitevi di guanti e maschere di protezione, non prendete l’uso di scalpelli, sostanze o utensili elettrici vari come un gioco; se doveste obbligatoriamente usare sostanze tossiche, solventi o vernici, provvedete ad una corretta areazione dei locali!! Ricordate sempre questa locuzione latina “Primum non nòcere” che significa per prima cosa non nuocere e non nuocere è riferito a Noi stessi, agli altri, all’ambiente ed al manufatto sul quale lavoreremo.

Qual’ è Vittorio la prima cosa da fare? Prima delle operazioni manuali, è capire da un esame attento di che portone si tratta e che cosa dovremo fare.. Per cui cominciamo a capire in quale periodo è stato costruito, in quale tipo di legno(essenza), che tipo di finitura è stata a suo tempo realizzata e poi quali interventi saranno necessari; fatta questa specie di scheda tecnica passiamo ad elencare gli interventi necessari cominciando dall’eventuale decapaggio(rimozione delle verniciature pregresse). Se fosse possibile restaurarlo ed intervenire senza rimuovere la finitura attuale e la patina(soprattutto se è antico e se è bella la patina) lo si dovrebbe preferire, perché anche un portone(come un mobile) ha maggior valore se mantiene la sua patina originale ed anche perché la patina originale sarà sempre difficile ripristinarla così com’era.

Ma come si fa’ Vittorio, ammesso sia possibile, ad intervenire senza rimuovere totalmente la finitura?Dunque possiamo intervenire solo dove è necessario Vittorio? Sì, se abbiamo mancanze, crepe, piccole rotture, dovremo intervenire solo in queste zone, riparare, rifare il pezzettino di legno rotto o mancante salvando il più possibile la finitura, sia che sia legno a vista, sia che sia verniciato o laccato e colorato. Rifaremo il pezzettino di legno che incolleremo nella sua sede e immorseremo con un morsetto o lo fisseremo con chiodi e dopo aver atteso l’asciugatura della colla lo adatteremo lavorando con lima e carta abrasiva; per non rovinare la finitura esistente che vogliamo preservare, contornate la zona dove avete incollato il pezzettino di legno mancante con carta gommata, in modo che lime e carte abrasive non producano solchi e segni.

E la ferramenta, tipo catenacci, incontri, serrature, maniglie Vittorio? Sarebbe meglio smontarle tutte prima degli interventi, pulirle, rimuovere le tracce di sporco, vernice e ruggine ed ingrassarle per rimontarle alla fine.

Che legno usiamo Vittorio per rifare delle pezze? Nel rifare un pezzo mancante o rotto dovremo sempre usare legno della stessa essenza del nostro portone e se il pezzettino rifatto fosse(seppur della stessa essenza) più chiaro, dopo e prima della finitura, dovremo mordenzarlo, cioè tingerlo in modo da adattarlo al colore dell’essenza con la quale è stato fatto il portone. Ovviamente se la finitura non fosse legno a vista, ma per esempio dovremo verniciarlo in un colore verde, non sarà necessario mordenzare il pezzo(queste si chiamano pezze). Nel fare una pezza dovremo rifare il pezzo rispettando la venatura, cioè il senso della venatura; tutte le pezze dovranno anche(prima dell’incollaggio) essere trattate con un antitarlo, possibilmente “professionale” ed a bassa tossicità, mentre sul portone(se non decapiamo) non potremo effettuare il trattamento antitarlo, in quanto se presenta una finitura superficiale, il legno non assorbe la sostanza liquida.

Nel dare forma ad una pezza con carta abrasiva, dopo averla incollata nella sede, come procedo Vittorio? Dapprima usate carta a grana più grossa per sgrossare, ma poi gradualmente usate carte o tele gradualmente sempre meno abrasive per levigare e rendere la pezza il più possibile liscia e senza segni. Non tutti gli interventi di falegnameria sono prevedibili e descrivibili teoricamente, ma in genere le mancanze si riassumono in mancanze dovute a distacchi, rotture, crepe e fori; nel caso di parti immarciscenti, degradate o cedevoli, se non è possibile salvare le parti originali(ma cercando di farlo il più possibile, prima regola) dovrete segare la porzione interessata(il meno possibile) e realizzare una pezza con la quale sostituire la parte rimossa. Esiste anche la possibilità di consolidare una zona cedevole e questo si può fare in diversi modi e con diverse sostanze indurenti che appunto consolidano detta parte cedevole; si tratta di valutare quanto la parte è estesa, se è una zona sottoposta a sollecitazioni oppure no ed ogni restauratore ha un Suo know how. Non posso fornire il nome di un prodotto anziché un’ altro, per una questione di etica professionale, sappiate solo che per scelta cerco di non usare mai prodotti che non hanno a che fare con il legno, ad elevata tossicità ambientale e non naturali; comunque Vi basterà digitare sul motore di ricerca google il termine “consolidante per il legno degradato” ed avrete nomi, marchi ed indicazioni per l’uso.

Ma se il portone Vittorio presenta molte mancanze e si deve rimuovere la finitura poiché molto rovinata? Allora si dovrà provvedere al decapaggio(dal francese decaper, rimozione della coperta); consiste nella rimozione delle mani pregresse di finitura o delle verniciature. Tali mani possono essere relative a finiture trasparenti nel caso di legno a vista e di finiture con più colori nel caso di smalti; le procedure sono di vario tipo e la rimozione può essere chimica, se prodotta con sverniciatori chimici, sostanza da usare all’aperto con grande precauzione(mascherine e guanti!) e che distribuita a pennello sulla superficie verniciata, fa arricciare e rende possibile la rimozione delle finiture pregresse. Può essere termica, se userete una opportuna pistola che scaldando la zona verniciata renderà possibile la rimozione stessa arricciandola, oppure fisica se userete carte abrasive che con opportuni utensili elettrici consumeranno le mani di vernice. In passato si usava anche soda caustica ed anche questa è un’azione chimica, tenete presente però che è comunque sconsigliabile perché fortemente irritante e sprigiona fumi tossici a contatto con l’acqua, senza contare il divieto di scarico nelle fognature. Cosa ci consiglia Vittorio? A seconda del manufatto e della sua condizione si fa la scelta corretta; per una porta o portone antico di pregio, se soprattutto non fosse facile rimuovere la vernice con azione fisica senza rovinarlo, dovrete procedere con uno sverniciatore(ahimè…), se invece il manufatto non è di pregio, potete rimuovere le vernici superficiali con carte abrasive il più possibili fini e non a grana grossa.

In caso di portone verniciato o laccato che voglio solo riverniciare Vittorio? Potreste non dover andare in profondità a legno, potrebbe bastare rimuovere finemente le parti di vernice ammalorate pur carteggiando tutto il manufatto; se andrete a legno togliendo tutte le tracce di vernice l’intervento sarà più lungo e preciso, ma non sempre necessario. L’Importante è, se volete che la nuova finitura aderisca perfettamente al fondo, che la vernice sottostante debba essere carteggiata, pulita, senza disgregazioni, coesa, non liscia, grassa, lucida ed abbia dei microsolchì per aderire, in altre parole verniciare su un supporto già verniciato e liscio senza carteggiatura fine, col tempo si sfoglierà e produrrà distacchi. Questo vale anche per una finitura trasparente e legno a vista, nel quale caso però occorre grande attenzione, infatti tutti gli eventuali solchi e segnacci che doveste produrre non saranno occultabili, ma visibili.

Abbiamo decapato il portone fronte e retro Vittorio, e adesso? Cominciate a pulire bene tutto il supporto ligneo, fronte e retro, rimuovendo ogni traccia di sporco, aspirandolo bene dalle polveri eventuali e dalle tracce eventuali di sverniciatore e di vernici pregresse usando alcool a 94,5 ° o a 99°; ora il tessuto ligneo è a poro aperto ed è pronto per ricevere un trattamento antitarlo. Usate prodotti “professionali” a bassa tossicità e distribuite con un pennello il prodotto su tutte(!) le superfici abbondantemente; in caso di attacchi biologici cioè attacchi di tarli o di altri xilofagi(mangiatori del legno) estesi, tanto da definirsi una pseudo infestazione, potete potenziare l’effetto dell’antitarlo imbustando il portone, cioè avvolgendolo con pellicola trasparente in modo da creare una specie di camera stagna che manterrà più a lungo il liquido antitarlo a contatto col legno non facendolo evaporare immediatamente e costringendovi i tarli al contatto (il che darà risultati importanti). Lasciandolo poi imbustato per 20-30 giorni, l’azione dell’antitarlo sarà buona.

Lo abbiamo trattato con l’antitarlo ed ora Vittorio? Adesso dovrete iniziare a fare tutti gli interventi di falegnameria già illustrati precedentemente nel caso di restauro senza decapaggio; per cui fate le pezze, il rifacimento delle cornici e l’occlusione di squarci e buchi. Dopo aver fatto le pezze ed averle adattate con carta o tela abrasiva potrete cominciare a realizzare delle stuccature. Usate stucchi a base acquosa non nitrosintetici o a solvente, non quelli da carrozzerie.., ma da e per il legno; scegliete lo stucco del colore più simile all’essenza del portone, ovviamente io lo stucco me lo preparo da solo, ma per un neofita diverrebbe complicato. All’asciugatura delle stuccature, con paglietta fine rimuovete lo stucco in eccesso lasciandolo solo dove necessario e per la precisione in quelle microfessure tra pezza e supporto ligneo.

Un corretto restauro non prevede l’uso dello stucco per saturare tutte le crepe e le mancanze! Fessure, mancanze, distacchi si riparano facendo delle pezze in legno.

Ma che finitura ci consiglia Vittorio? La finitura non è solo una scelta personale e di gusto; per prima cosa chiedete in Comune se esistono vincoli o pretese sulla finitura e sul colore, questo è fondamentale soprattutto in un centro storico, se poi in tal senso siete liberi di agire allora farei una cosina…andrei a vedere le vecchie foto e cercherei di capire com’era in origine la finitura del vecchio portone in legno quando nacque e mi atterrei a questo aspetto. In generale una finitura a laccatura o comunque un portone verniciato a smalto e colorato, resiste di più alle intemperie ed agli ultravioletti(U.V.) che un portone con finitura legno a vista, ma molto dipende anche dalla posizione cioè dall’esposizione. Se all’esterno, ma protetto(in un portico per esempio)la resistenza della finitura sarà certamente maggiore; le vernici contengono opportuni filtri contro gli U.V.

Vittorio ci sono tanti tipi tipi di vernici come comportarci nella scelta? Facciamo un po’ ? di storia delle vernici industriali in modo possiate capire meglio. Sin dall’antico Egitto per realizzare una finitura verniciante si utilizzava olio di lino e sino al 1800 quest’ultimo restò l’unico prodotto in uso; a questo, ma cotto, da quel momento si cominciarono ad aggiungere delle resine per migliorare la velocità di essiccamento ed altre proprietà del film, sino ad arrivare agli inizi del 1900 con i primi polimeri sintetici(resine fenoliche) usate come leganti assieme all’olio di lino. Intorno al 1918 cominciarono ad impiegare la nitro che con l’uso della pistola a spruzzo velocizzava l’essicazione ed i relativi processi rendendoli industriali. Dal 1930 con l’impiego delle resine alchidiche le vernici hanno avuto per circa 50 anni questa caratteristica, sino al 1970 con la scoperta delle resine acriliche che hanno sostanzialmente ridotto il mercato delle nitro e delle resine alchidiche; negli anni però si sono avute molte innovazioni, le pitture a base di emulsioni acquose e di acetato di polivinile (1950) e più tardi le epossidiche e le poliacriliche (anni ’60) e molto più tardi con le vernici a polveri (poliesteri insaturi) e l’adozione delle vernici per legno reticolabili con radiazioni UV (1970). Ed ancora… negli anni lo sviluppo è stato intenso con l’introduzione sia di nuove classi di polimeri quali nuove resine epossidiche e le resine poliuretaniche, sia di nuove tecnologie di applicazione(elettrostatica, elettroforetica, etc.). Ultimamente data la tendenza generale a ridurre e talora ad eliminare l’impiego dei solventi organici o ad impiegare l’acqua come mezzo disperdente, le vernici sia quelle colorate che quelle trasparenti di produzione industriale, sono tutte “Vernici all’acqua”.

Un portoncino finito ad olio di lino che ne pensa Vittorio? Ne penso assolutamente bene, la ritengo una finitura antica importante adatta ed idonea per proteggere il legno, pur con alcuni distinguo e precauzioni; è un olio vegetale che si ottiene dalla spremitura dei semi di lino poi chiarificato e purificato. E’ un olio siccativo, cioè tende a seccarsi col tempo; quello crudo viene cotto per diminuire, addensandosi, il tempo di asciugatura e di essiccazione. Quando l’olio di lino cotto penetra nelle fibre del legno, con l’effetto di aria, luce e calore, si attua un importante processo chimico fisico la polimerizzazione, l’olio di lino diventa più viscoso sino ad indurire ed impermeabilizza il legno. Agisce come un impregnante, penetrando nelle fibre del legno oltre a coprire la superficie lignea con un film protettivo e ravvivando piacevolmente la venatura; anche se cotto l’olio di lino, ha tempi di asciugatura lentissimi, per cui è consigliabile allungare lo stesso in rapporto di 1 a 1 con un solvente magari biologico come il terpene d’arancio, oppure ancora(ma è più complicato) aggiungete degli essiccativi sino ad un massimo del 3% (che non contengano piombo). Come si usa l’olio di lino? Sul legno preparato, pulito e lisciato, stendere con un pennello l’olio diluito precedentemente, strofinando molto per far penetrare l’olio stesso nelle fibre del legno almeno in  tre mani e lasciando asciugare ogni mano per 24 ore. Tra le mani rimuovere accuratamente eccessi di olio con panni puliti e non lasciare questi stracci in giro, soprattutto con il caldo possono incendiarsi per autocombustione(cioè senza avvicinarci alcuna fiamma!). Potete dare anche una bella mano di cera quando sarà asciutto il legno e sempre da asciutto dare la gommalacca; in genere si usa su essenze lignee tenere, dolci e porose, attenti con le essenze dure e tanniche come larice, castagno, rovere, olmo, in quanto può scurire anche molto il legno, pertanto PRIMA fate una prova su un campione dello stesso legno! L’olio di lino riceve bene terre ed ossidi colorandoli ed in questo modo si preparavano anticamente le vernici colorate che possono essere più o meno coprenti(o trasparenti) in relazione alle quantità di pigmento(terre). Nota curiosa e piacevole, la sapienza antica che interseca tradizione artigiana e arte manualistica esperta, sin dal ‘700 incrocia le fasi lunari nell’uso dell’olio di lino come il vino e l’aceto balsamico tradizionale di Modena.

Ma esistono Vittorio anche vernici artigianali? Si, nel restauro di mobili antichi esistono altre finiture più pregiate e specifiche per mobili antichi e talvolta porte e portoni antichi; tra queste, detta anche la madre del restauro, la gomma lacca. Di questa ho già accennato sempre in questa pagina in altri contesti; molte porte e portoni antichi sono in origine stati finiti a gommalacca, anche se la gommalacca non è realmente molto protettiva in impieghi esterni, ma  porte antiche pregiate soprattutto nate per gli interni e qualche portone esterno ben protetto, erano finiti così ed ancor oggi così dovremmo finirli. Se un vecchio portone lo dovete collocare in casa, in un interno, per arredare, sappiate che la gommalacca Vi garantirà sul colore, caldo, per l’evidenziazione massima della venatura, per la patina ineguagliabile e perché sembrerà davvero molto antico e di sapore. La gommalacca è una vernicetta costituita da scaglie disciolte in alcool; la trovate già pronta e liquida anche in ferramenta(anche se non avrà mai la densità che adopera un restauratore bravo); sul tessuto ligneo preparato molto molto bene cioè finito di falegnameria, stuccato e lisciato molto bene, se non necessita di una mordenzatura, potete provare a dare la gommalacca ed il modo più semplice per chi è inesperto è di darla a pennello. Va data senza ripassare ed aspettando per la sua asciugatura almeno 24 ore; tenete presente che un restauratore dovrebbe darla sempre a tampone(stoppino o alla francese), ma siccome tale sistema è complesso datela a pennello. La finitura a gommalacca è prevalentemente lucida, ma se intendete non avere tale lucidità potreste dare una bella mano di cera finale previa spagliettatura fine.

Che precauzioni devo usare con la gommalacca Vittorio? Innanzitutto mentre date la gommalacca non devono esserci spifferi ne correnti di aria fredda nell’ambiente e deve esserci caldo, altrimenti potreste incorrere in strani risultati, poi il pennello deve essere pulitissimo e dovete usarlo solo per questo impiego specifico, non Vi consiglio inoltre di darla a spruzzo, sarebbe da considerare una bestemmia per molti maestri restauratori e non è facile realizzare verniciature a spruzzo con la gommalacca; tenete inoltre presente che più mani sovrapposte daranno una grande lucidità. Un consiglio… fate esperienza e provate su un pezzo di legno di prova per capire come operare, poi sul portone o sulla porta. Ultimo suggerimento…essendo la gommalacca a base di alcool a 94,5° o a 99°, evitate in ambiente chiuso di starci sopra respirandola, le esalazioni dell’alcool vi inebrieranno come se aveste bevuto dell’ottimo vino facendovi girare la testa, per cui…usate una mascherina!

Vittorio lo sverniciatore sembra non rimuovere la vernice perché? Ritorniamo al decapaggio ed allo sverniciatore… sappiate che ultimamente vengono prodotti sverniciatori in base acqua e sono più lenti nella loro azione, meno tossici proprio a causa della loro lentezza, ma lavorano più in profondità e agiscono su più strati di vernice. Lo si lascia agire in abbondante quantità e più a lungo, magari ridandolo. Mi raccomando copritelo bene con sacchi o teli di plastica evitando il contatto da parte di chiunque, animali compresi e sempre… mascherina e guanti!

Se volessimo un effetto meno lucido della gommalacca Vittorio? Per ottenere una minore lucidità(come già detto) e per proteggere meglio il manufatto(il vecchio portone) si può spagliettare con paglietta di ferro molto fine la finitura a gommalacca e poi cerare il portone vecchio; tenete presente che le mani di gommalacca dovranno essere più di una per creare una patina di spessore e che la spagliettatura deve essere fine, cioè mirata solo alla rimozione della lucidità superficiale non a rimuovere la gommalacca che abbiamo dato a pennello! Ciò significa che dovremo essere leggeri con la paglietta e dovremo fermarci appena vedremo l’opacità.

Come si fà a dare la cera Vittorio? Dopo aver spagliettato ATTENTAMENTE E LEGGERMENTE, il manufatto, aspirate il tutto e pulite con un panno morbido, comperate(evito di spiegarvi come realizzare da soli la cera, l’encausto ecc. ecc. è difficile, ma più avanti c’è un link interessante al quale fare eventualmente riferimento…) una confezione di cera d’api vergine cremosa(non dura e secca) che contenga anche una parte di cera carnauba(in genere c’è scritto sulla confezione) e distribuitela sul manufatto ligneo a pennello(se non la trovaste in ferramenta chiedetela ad un restauratore che Ve la preparerà). Il trattamento va eseguito in ambiente caldo, darete un velo di cera ben distribuita dappertutto(o a pezzi ancora meglio) poi dapprima con panno in cotone rimuovete gli eccessi di cera e con un secondo panno in lana, che non rilasci pelucchi, strofinando luciderete. Per chi volesse ulteriori indicazioni approfondite Vi invito a leggere l’interessante e specialistica pagina di Wikipedia sulla lucidatura dei mobili.

Ma Lei Vittorio che cera usa? Io mi faccio da solo la cera, e preparo per me più tipi di cera diversificata per impieghi; ne ho una a base di terpene d’arancio concentrata e cremosa, un’altra più liquida per la sola manutenzione dei mobili stessi, un’altra per le laccature, un’altra ancora per le coloriture, ed un’altra in emulsione per le patinature. Sono tutte cere che contengono cera d’api vergine, il terpene come solvente biologico in maggiore, minore quantità oppure senza e cera carnauba anche questa con differenti dosaggi.

Vittorio dopo il decapaggio il legno é diventato molto più chiaro come faccio a scurirlo? Già Vi avevo accennato in un punto precedente che nel caso fosse stato necessario, prima della finitura, il portone poteva essere mordenzato; la mordenzatura è una fase del restauro che ha la funzione di aggiungere colore al legno per valorizzarne la colorazione naturale o per scurirlo. I Mordenti sono coloranti e ce ne sono di vari tipi e composizioni nonché colori(rovere, noce chiaro, noce scuro, noce antico, ecc.); in genere sono in grani o polveri da diluire in acqua, alcool o olio. Se il legno è molto poroso non è consigliabile usarne ad acqua meglio ad alcool. Nella stesura occorre prestare attenzione, esiste una tecnica per evitare macchie e non è di facile spiegazione ne di facile esecuzione. Vi consiglio di fare dei test su una tavola di prova per rendervi conto di come dovrete mordenzare il portone; “ne troppo ne troppo poco”, dandolo a pennello ed aiutatevi nell’evitare accumuli di mordente sul portone(che diverrebbero macchie) con un altro pennello asciutto o straccio. Inoltre se userete una vernice acrilica trasparente, usate il mordente(detto anche impregnante) della stessa marca della finitura in quanto altri mordenti potrebbero non essere compatibili. Nell’uso dei mordenti sempre mascherina e guanti!

I mordenti Vittorio sono compatibili con le colle? Bella domanda! In effetti i mordenti ad alcool possono deteriorare o ammorbidire le colle, pertanto in questi casi prima occorre fare una prova poi eventualmente proteggere gli incollaggi.

Posso mordenzare Vittorio ad alcool e poi stenderci sopra la gommalacca? Essendo il mordente ad alcool come la gommalacca ad alcool, non si può mordenzare e subito dopo stendere la gommalacca, è necessario aspettare circa un mese per cui fate le opportune valutazioni.

Vittorio come faccio? C’è una parte del portone che si sbriciola, è tenera, non è solida e dura, si può indurire e come si fa? Si chiama consolidamento del legno questo intervento, ed è realizzabile in più modi, con sostanze naturali e con sostanze ottenute da sintesi chimica. E’ un processo delicato e se cerchiamo garanzie strutturali dovremmo sostituire la parte in legno incriminata; se non necessario l’intervento di sostituzione, possiamo procedere per esempio con cera d’api vergine data a caldo iniettandola o immergendo la parte lignea nella stessa cera. Altra soluzione si ottiene con la colla forte, una colla antica di origine animale(ottenuta dalla bollitura di residui delle lavorazioni di macelleria come pelli, ossa, cartilagini di bovini), oppure con la colla di coniglio(ottenuta dalla bollitura dei residui della pelle di coniglio). Entrambe date a caldo, non sopportano però l’esposizione a umidità ed acqua sciogliendosi. Un’altra soluzione è nell’utilizzo di olio paglierino (ed olio di lino) che in particolari condizioni di esposizione alla luce, umidità e temperatura, polimerizzano triplicando i legami tra gli atomi ed in definitiva rendendo le zone interessate più dure e solide. Metodo semplice ed a basso costo, non nocivo e fruttuoso. Per le sostanze chimiche invece esiste un copolimero a base di resine acriliche da sciogliere in un solvente a Vs. scelta(nitro, acetone,ecc.) reperibile in commercio, come pure l’acetato di polivinile e le resine epossidiche. Per mia scelta professionale Io evito di usare sostanze chimiche e preferisco quelle naturali. Sempre a proposito di sostanze naturali Vi svelerò un piccolo segreto per il consolidamento..

Volete un segreto nato dalla mia esperienza, per consolidare il legno in modo naturale?  Vi descrivo tutte le fasi…Aspirate attentamente le polveri e le parti non coese, trattate la zona incriminata con un ottimo antitarlo PROFESSIONALE, effettuate una polimerizzazione della zona con olio paglierino e pochissimo olio di lino crudo(1/10)non cotto, ben emulsionati e tiepidi, lasciate asciugare e dopo qualche ora togliete l’olio in eccesso non assorbito. Aspettate qualche giorno l’assorbimento, poi in ambiente sempre caldo.. con l’alcool a 99°(evapora prima) usato per lavare e tenere sempre in ammollo il pennello della gommalacca(pertanto più alcool che gommalacca…in una proporzione di 80-90% alcool e restante gommalacca), a pennello, date molte mani copiose di questo composto, mani a distanza di 20-30 minuti una dall’altra, oppure immergete la parte e successivamente toglietela(ma è preferibile darla a pennello). Praticamente otterremo depositi stratificati successivi di gommalacca che penetra agevolmente in tutta la zona porosa data la grande liquidità e man mano che si deposita e si asciuga aumenta di durezza compattando saturando ed indurendo le fibre di cellulosa scomposte e rotte. E’ necessario dare molte mani nell’arco del giorno e poi aspettare 24-36 ore che la resina(la gommalacca è una resina terpenica..) solidifichi diventando una plastica naturale, ma che da solidificata sarà di elevata durezza. Il processo va ripetuto sino a saturare completamente la zona cedevole realizzando ottimi risultati. Questo è un esempio di una porzione inferiore di una porta antica fatta a mano, consolidata e sanificata con questo mio metodo naturale.

Vittorio sto restaurando una porta antica seguendo le Sue indicazioni, questa porta però è ricoperta da un sottilissimo strato di legno ed in alcune zone questo sottile strato è mancante e rotto irregolarmente, come faccio? Cioè… portoncino esterno impellicciato rovinato come ripararlo? Quella porta è impiallacciata (o impellicciata); ciò significa che su uno scafo di legno(in genere non pregiato)è stato incollato un “piallaccio” cioè un foglio sottilissimo di legno più pregiato(in genere noce nazionale, mogano, palissandro, ciliegio). Dovrai studiare attentamente le mancanze da integrare con atteggiamento progettativo, disegnarle con una matita dopo aver posto sull’impiallacciatura carta gommata, definire le linee di taglio ed eseguire i tagli  che ti consentiranno di asportare la zona rotta in modo frastagliato. La preparazione e la traccia a matita è molto importante, come è importante munirsi di un cutter, taglierino, lama molto affilata o bisturi per tagliare in modo pulito e netto la parte di impiallacciatura da asportare. Vai da un falegname o presso una rivendita di legnami o da un restauratore, con una porzione dell’impiallacciatura che hai rimosso e cerca dell’impiallacciatura il più possibile somigliante per spessore(appena un po’ più spessa di quella originale è meglio), sfumature, venatura e fiammatura oltreché per essenza e colore(anche se il colore dovrai adeguarlo successivamente). Per facilitarti nel ritaglio dei pezzetti di impiallacciatura nuova da adattare nelle sedi dove l’hai tolta, fatti dei piccoli pezzettini di carta esattamente a misura e con la forma che devi realizzare nell’impellicciatura e tagliala col cutter o con le forbici in modo preciso. Prepara tutte le “pezze” adattando le sedi dopo averle pulite e rimuovendo eventuali tracce di colla e…”provandole” cioè verificando che la pezza stia perfettamente nella sede senza ballarci ne facendo fatica ad entrarci. Sappi che se troverai difficoltà a rimuovere l’impellicciatura rovinata dopo averla intagliata, potrai utilizzare questo trucco…poni sulla zona specifica una pezza umida e poi il ferro da stiro caldo ed aiutati con una spatola e vedrai che l’impellicciatura si staccherà. Questo avviene poiché l’impiallacciatura era sempre incollata con la colla animale (detta anche colla a caldo, garavella, colla da falegname, colla Cervione) una colla che si ricava per bollitura prolungata di residui di tessuti animali(cascami) residui della macellazione e che ha la caratteristica di sciogliersi se riscaldata ed a contatto con acqua. Nel caso di avvallamenti o mancanze sulla superficie da impiallacciare, dovrai fare delle stuccature e carteggiarle finemente onde evitare che questi avvallamenti si vedano anche dopo aver incollato l’impiallacciatura; mi raccomando il senso della venatura! L’Uso della colla garavella è complicato necessita di un minimo di esperienza per cui per semplificarti l’intervento Ti consiglio di usare(purtroppo…)una vinilica, ne sono dispiaciuto, ma non dovendo Tu fare il restauratore, ma solo riparare questa porta, con fatica.. ma Te lo consento. In questo caso premunisciti di tavolette in legno appropriato e morsetti, ricordando che l’incollaggio avrà successo solo se le due parti da incollare(scafo e impiallacciatura) dovranno “sputare” colla, cioè il serraggio dei morsetti dovrà essere perfetto, in altre parole se non “sputa” colla, l’incollaggio non terrà. Pulisci bene dalla colla in eccesso evitando il più possibile di sporcare l’impiallacciatura(la colla macchia!). Un altro modo per incollare l’impiallacciatura allo scafo è quello di aiutarsi con pezzetti di compensato di misura opportuna, inchiodato sull’impiallacciatura allo scafo con chiodi specifici detti ” gruppini ” che sono dei piccoli chiodini senza testa, piegati o schiacciati sul compensato stesso; attenzione ad evitare che la colla che fuoriesce faccia incollare l’impiallacciatura al compensato e per evitarlo frapponete un foglio di giornale o carta assorbente(che poi rimuoverete con cura). Per garantirti la presa usa anche dei pesi che schiaccino ulteriormente le parti incollate, e non dimenticate che i pezzi di impiallacciatura nuova, non dovrebbero avere forma rettangolare o quadrata in quanto molto più visibili di altre forme geometriche più camuffabili. Questi consigli in merito all’intervento sull’impiallacciatura di una porta sono adottabili anche nel caso di un’intervento su un mobile impiallacciato. Purtroppo senza un minimo di formazione specifica è difficile realizzare un incollaggio con la colla a caldo, prepararla, stenderla e realizzare l’incollaggio con la martellina specifica, per cui ho dovuto puntare su una colla vinilica che peraltro io non userei mai per impiallacciare, ma chi non ha mai restaurato deve essere aiutato nel modo più semplice. Comunque dopo l’avvenuto incollaggio delle parti di impiallacciatura nuove, dovrete, salvaguardando la patina del resto del mobile e coprendola con carta gommata, adeguare il colore e la patina delle nuove pezze all’impiallacciatura coeva. Questo si realizza, carteggiando con carta abrasiva finissima, eventualmente bagnata nell’olio paglierino(diminuisce l’abrasività), stuccando se è necessario e poi carteggiando finemente di nuovo e mordenzando(tingendo) le pezze sino a renderle uguali al resto del mobile. Rammentate che patinare a gommalacca le pezze Vi aiuterà moltissimo all’adeguamento prima dell’eventuale lucidatura che in genere per mobili e porte impiallacciate è a tampone(cioè una lucidatura molto evidente e brillante). In generale l’impiallacciatura ha spessori inferiori al millimetro mentre la lastronatura ha spessori superiori al millimetro.

Se la porta antica è lastronata cosa devo fare Vittorio? Se devi intervenire su una porta lastronata(o su un mobile lastronato), per quanto è possibile non sverniciare tutta la porta(o il mobile) se non è assolutamente necessario, programma e progetta gli interventi di integrazione e sostituzione della lastronatura con altra della stessa essenza, incidi, taglia e sega con tagli netti e precisi la vecchia lastronatura, prepara le sedi delle tessere avendo cura di pulirle accuratamente stuccandole se necessario, prepara le tessere sagomandole perfettamente e provandole a secco nelle rispettive sedi, incolla e se non sai usare la colla a caldo usa una vinilica(purtroppo), usa morsetti, pesi o pezzi di compensato con i chiodini, adegua la coloritura delle parti reintegrate con mordente e patina a gommalacca.

Continua presto…

 

SOLO SHABBY !

Shabby Chic-Decapè: lo stile shabby chic(vedi definizione di Wikipedia), letteralmente significa l’usurato elegante ed  è un elegante interior design o se preferite un delizioso stile con il quale realizzare la finitura di porte e mobili; molte anche le possibili varianti, dall’aggiunta della foglia d’oro o d’argento, all’anticatura(ovvero una patinatura che riproduce, oltre al consumo del colore, la sporcatura del colore stesso, che in alcune zone sembrerà più consumato e “sporco”, con macchie create ad hoc). Altre varianti minimali sono quelle di chi differenzia il mobile Shabby Chic dal mobile “In Stile” Shabby Chic, che, come per l’antiquariato, diversifica un mobile ridotto in Shabby dal tempo autenticamente ed il mobile trasformato in Shabby da Noi. Oppure la differenza tra Shabby Chic e Country Chic, una variante che identifica il Provenzale detto anche French Chic. La tecnica si chiama decapé e risale al ‘700 in pieno stile Luigi XV, quando con altro fine, si decapavano(rimozione della finitura superficiale) i mobili sverniciandoli con soda caustica e poi si ricoprivano di calce onde trattarli contro i tarli; lo stile Shabby invece risale agli anni 80 quando Rachel Aswell lo ideò. La  tendenza vera non riguarda però i mobili nuovi prodotti in shabby, ma  soprattutto, i vecchi mobili, tutte le vecchie porte di legno ed i portoni nati ed usati per anni all’esterno(tecnicamente si definisce relooking e home relooking), che altrimenti, non avendo alcun valore né estetico né antiquariale, sarebbero gettati via. E’ pertanto uno stile legato al upcycling(recupero) ed al recycling(riciclo). Peraltro dalle isole ecologiche(…?) molti di questi vecchi mobili finiscono tritati per farne truciolare e pellet.. Spesso mi portano porte e mobili, che in casa, da neofiti, qualche marito ha provato a Shabbare e poi la Sua signora non ne ha accettato i risultati, magari arrabbiandosi col consorte; mi si chiede poi pertanto, di “metterci una pezza” ed io lo faccio. Prima di partire e realizzare lo shabby da soli, chiedete, provate, non è difficilissimo, ma neanche banale. Se vedete che in una porzione, su un pezzo di legno(non sul mobile o sulla porta..!), non riuscite, non Vi convince il risultato, riprovate, tentate in tutti i modi, ma non c’è nulla di peggiore che rovinare il mobile ed arrabbiarsi. Non siamo tutti portati per queste finiture artistiche ne tutti dotati di ottima manualità.

Ma se colorando un mobile carteggiato per fare lo Shabby, salta fuori un’ altro colore? Può succedere, prima provate sempre a verniciare una piccola zona, ciò comunque significa che il legno è stato tinto con un mordente; occorre prima rimuovere questo mordente con alcool a 99° o acqua ed ammoniaca(a secondo del mordente adoperato). Attenzione ai vapori dell’ammoniaca eh!

Sono stufa, quelle porte le butto, ho voglia di cambiare! Se intendete ristrutturare il Vostro appartamento, oppure se siete solo stanchi delle porte tinta legno che avete in casa, le tipiche porte montate su controtelaio e cassamatta, quelle in laminato o in legno, bene…non buttatele via subito per sostituirle con altre. Aspettate  un attimo forse potreste risparmiare! Quelle vecchie porte possono essere finite in Shabby Chic Naturale, oppure per esempio essere laccate e finite in color avorio ed anticate, e tornare ad arredare gradevolmente la Vostra casa risultando addirittura di tendenza senza spendere molto.

Realizzate la finitura provenzale su vecchi portoni o su porte vecchie e mobili? Certamente sì e nei colori che desiderate, anche con filetti e cornici di colori diversi dal resto e sono tutte coloriture realizzate solo a mano a pennello. Come già detto questa finitura e tendenza viene detta anche Country Chic e French Chic.

Restaurate una porta vecchia o antica laccata senza rilaccarla, mantenendo tutte le mancanze, le macchie, le ombre e gli effetti chiaroscurali? Sì, riesco facilmente a mantenere tutte le mancanze di colore, le macchie ed i segni del tempo, con un intervento di restauro totalmente conservativo. Dopo attento decapaggio, cioè pulitura attenta e disinfezione, tutto ciò che appartiene alla porta ed al supporto verniciato o laccato, viene fissato senza modificarlo, un vero e proprio shabby naturale, un esempio è questa porta antica a giorno restaurata che la cliente ha voluto farmi restaurare e pulire senza minimamente “cambiarla” in alcun modo.

Shabby Chic Decapé; In Shabby Chic possono essere trasformati, riusati e finiti anche i mobili, anche quei vecchi mobili scuri, anche impellicciati, bruttini, senza alcun valore antiquariale! Prima di buttarli, sappiate che io ne ho trasformati moltissimi, con modica spesa(vedi la mie gallerie Shabby Chic); eviteremo di distruggere inutilmente qualcosa che può ancora essere utilizzato e che con un nuovo look sarà molto gradevole.

 Vorrei avere un preventivo Vittorio per n. 7 porte da interni, misure standard, che ho comprato allo stato grezzo e che vorrei trasformare in stile shabby. Quanto andrei a spendere? Domande come questa mi vengono poste molto spesso, pertanto credo sia opportuno informarvi; innanzitutto la forma della porta, cioè la struttura della porta incide sul prezzo, infatti per  una porta liscia ed una con molte cornici i tempi di preparazione e di finitura sono diversi, poi le misure standard non dice molto, nel senso che 80 x 200, o 90 x 210 oppure 90 x 220 sono tutte misure standard, ma le superfici da trattare differiscono nelle misure. Poi, quanta falegnameria dovrò realizzare? Sono molto o poco rovinate? Quante pezze? Quante mancanze? Quante fessure o buchi? Il trattamento antitarlo atossico devo farlo? Le serrature e le maniglie? Come potete capire non è facile definire un prezzo senza valutare lo stato di conservazione e le caratteristiche della porta stessa; una soluzione però Ve la fornisco(e vale anche per il restauro di una qualsiasi porta vecchia o antica) ed è questa, portatemi una di queste porte, la più rovinata, Vi farò gratuitamente il preventivo preciso all’euro, dopodiché sarete del tutto liberi di riportarvela a casa se il prezzo non sarà di Vostro gradimento. Più di così… 

Shabby Chic Naturale: occorre Vi spieghi che lo Shabby Chic Naturale che io realizzo su porte e portoni vecchi ed antichi, ma non solo, anche su molti mobili e oggettistica, è naturale. Naturale significa che:

  1. La shabbatura viene realizzata a mano con carte, tele abrasive ed altri attrezzi idonei di mia fattura e non a macchina, cioè industrialmente. Ciò significa che ogni porta finita in Shabby da me, sarà sempre diversa dalle altre, non potranno mai essere assolutamente uguali due porte, in quanto la finitura è manuale ed esclusiva.
  2. La laccatura viene realizzata solo a mano a pennello e non a spruzzo.
  3. Non vengono usate vernici a solvente ne paraffina.
  4. La laccatura è realizzata solo con grassello di calce(a richiesta) e idropitture naturali.
  5. Il grado di usura, di consumo del colore, la shabbatura, viene personalizzata ed eseguita anche davanti al cliente(o attraverso foto) assecondandolo ed intervenendo maggiormente nei punti che indica e che preferisce siano shabbati.
  6.  Il fissaggio del colore e della shabbatura non avviene con vernici trasparenti, ne acriliche, ne a solvente. Il fissaggio è realizzato solo con tante mani di cera d’api vergine senza solventi.
  7. In quest’ultima fase, se il cliente lo desidera, posso intervenire riproducendo macchie di finto “sporco”, anticature, patinature particolari, per scurire eventualmente alcune zone realizzando un effetto più antico.

Shabby Chic: in shabby si può fare anche l’oggettistica Vittorio e sta bene? Si la tendenza o lo stile Shabby prevede che tanti oggetti, oltre a mobili e porte, possano essere finiti in Shabby Chic- Decapé ed io realizzo oggetti piccoli e grandi in shabby, sia in legno che in metallo. Una delle caratteristiche di questo stile(a differenza di atteggiamenti arredativi che puntano sul contrasto tra gli oggetti per arredare) risiede nel fatto che un oggetto in Shabby sta meglio se ne ha altri intorno che gli fanno.. compagnia, è in altre parole apprezzabile l’unitarietà stilistica nello shabby, è come se, solo una madia in shabby sia poco…è necessario che altri oggetti siano simili allo stesso, allora tutto lievita sensualmente..

Cos’è lo shabby chic materico Vittorio? Accostare lo shabby al materico significa unire due tendenze dando allo shabby chic anche l’effetto materico, cioè quell’impronta, quell’aspetto che assomiglia e riproduce le caratteristiche della materia. Materia intesa come materiale, cioè grezzo, screpolatura, mancanza, usura, strappato, rovinato, rustico; con opportune  tecniche posso riprodurre questi effetti su qualsiasi supporto(legno metallo o muro), mobile o materiale e contemporaneamente shabbare nel colore desiderato. 

 

Shabby Chic: quali oggetti sono più adatti da shabbare per arredare, in Shabby?

OK  Vi faccio un elenco dettagliato di cose da me fatte e di idee realizzabili a prezzi bassissimi divertendovi e creando un’ambientazione shabby:

  1. Uno stilema!(vedi significato su Wikipedia). E’ l’oggetto in assoluto più caratterizzante lo stile Shabby…la gabbietta !!! Sì una vecchia(o antica), semplice o elaborata, gabbietta per uccellini(e mi raccomando senza uccellini dentro lasciamoli liberi poverini…). Anche imperfetta e con qualche rottura(cercatele! nelle cantine, garage e soffitte ce ne sono ancora parecchie) diventano deliziose, femminili, decorative, e strappano il sorriso…Per l’aspetto funzionale potete sbizzarrirvi, fiori secchi all’interno, castagne(shabbate o nature), foglie grandi e secche, piante grasse, una grossa candela consumata, melagrane. Colori Vittorio? Bianco assoluto, ma anche marrone(terra o ruggine).
  2. Cornici e cornicette! Tutte quelle che avete, di plastica o di legno, anche vecchie, shabbate sono di una delicatezza unica! Colori? Bianco, bianco anticato con ombre scure, ocra gialla chiara, grigio chiarissimo, bianco con finto sporco tendente al grigio, avorio anticato. Ma anche in questo verde chiarissimo a ricordare la Provenza; e non solo con all’interno una stampa, sono deliziose appese anche solo shabbate e vuote!
  3. Vecchie spazzole con manici in legno! Il manico shabbato di una spazzola vecchia da toilette rende l’oggetto, tipicamente femminile ed intimo, un oggetto d’arredamento.
  4. Vassoi, scatole di legno e latta! Le scatole shabbate creano un’atmosfera di festa, gli oggetti si muovono a nuova vita, sono illuminati dal chiaro del colore, sembrano puliti, ma non nuovi.
  5. Annaffiatoi in lamiera zincata o in latta! Deliziosi…il loro riuso li rende diversi dal loro semplice uso, quasi che diventando complementi d’arredo si riposino ed appaiano in una luce completamente diversa.
  6. Bottiglie, contenitori in vetro o ceramica! Tutti i piccoli contenitori di profumi, piccole bomboniere in porcellana che non sapete che farne, vasetti, tutti shabbabili e tutti resuscitabili in shabby.
  7. Libri !? I libri in shabby? Certo…per creare ambiente, ho shabbato vecchi ed antichi libri, modica spesa, ma effetto violentemente nordico, vintage, illuminante! Pochi libri in giro, fasciati da piccole strisce di stoffa e nastri e l’ambiente si risveglia.
  8. Nastri, pizzi e merletti; coi nastri avvoltolate i libri vecchi, usurati, consumati e(fintamente) impolverati, farà tanto romantico..
  9. Vecchie sedie.. Volete l’effetto bistrot? Bene…vecchie sedie pieghevoli o meno(ed anche vecchie sdraie in legno), consumate al punto giusto e Vi arredo la tavernetta.
  10. Vecchio parquet shabby o tavole nuove in shabby? Un vecchio parquet o uno nuovo realizzato con tavole di abete tutto shabbato e cerato? Altra idea e realizzazione deliziosa che richiede attenzione ed impegno, ma che dà la possibilità di trasformare totalmente un vecchio parquet scuro in un altro luminoso, elegante ed accogliente e che se volete Vi posso realizzare.
  11. Un manichino in Shabby ?! Certo, immaginatelo all’interno di una boutique..
  12. Vecchie lanterne! Altro oggetto che magari abbiamo in casa solo per raccogliere polvere e che possiamo riusare in modo divertente.
  13. Vecchie Scale! Sì proprio le vecchie scale di legno! quelle fatte a mano dai contadini! Sempre presenti nelle case di campagna(bellissime anche finite legno a vista attaccate ad una parete!), ma shabbate, e magari collocate in cucina appese al muro, o in sala sopra ai divani, oppure ancora sospese a soffitto con attaccati dei faretti di tendenza, un’altra chicca che Vi regalo..
  14. Piccole Ghirlande e corone di fiori secchi! Shabbate in bianco ed appese alle pareti…
  15. Vecchie Specchiere! Belle, bianche, freschissime come stelle a parete, dopo essere state shabbate, e non preoccupatevi se adesso sono brutte, scure, dorate a porporina o tinta legno e vecchie…Vi sorrideranno candidamente. E se non ne avete una, Vi do un’idea da sballo che realizzerete con poca spesa…prendete due vecchie persiane ed il relativo telaio; all’interno del telaio inserite lo specchio poi shabbate(o portatemela che Ve la shabbo io) ed eccovi una grande specchiera da mettere ovunque.
  16. Rose!!! Alcune rose(finte), shabbate in bianco, poste sui mobili qua e la, non possono mancarvi..
  17. A proposito dimenticavo…su you tube ho inserito 2 video, uno sulle mie porte vecchie ed antiche ed un altro specifico su alcuni miei lavori solo in shabby chic naturale
  18. Cesti e cestini! Non può mancare qualche cesto di quelli che ci regalano per Natale con dentro frutta o prelibatezze, invece di buttarli, shabbati in bianco…qua e la con riviste all’interno.
  19. Grucce! Sapete quelle in legno di faggio?! Bene shabbate e lasciate in giro, appese ed a vista, altro oggetto necessario…
  20. Biancheria Vintage! Necessaria, appesa a grucce, quelle precedenti shabbate, qualche lenzuolo bianco vecchio piegato, sottovesti della nonna, camicioni, merletti e pizzi…tutto in un candido disordine e se volete indossateli…
  21.  Una o due cassette da frutta (e non solo da frutta!). Sì anche quelle ho shabbato per una cliente… Carinissime, una chiusa lateralmente ed una aperta, bianche, con riviste all’interno e gomitoli di lana bianca. E le cassette in legno che, una volta in sostituzione del cartone, servivano a trasportare e contenere di tutto? Queste cassettine in legno con le scritte sono deliziose ed arredano moltissimo! anche al naturale e non in shabby! Io le aspiro, pulisco, disinfetto con sostanze naturali e le vernicio con vernice trasparente atossica opaca.
  22. Fiori! Non shabbati assolutamente…,ma fiori veri tanti, freschi, semplici, violette, fiori di campo, margherite, papaveri, richiami lontani dell’Olanda e della rivoluzione che la primavera produce. Con qualche rosa bianca…
  23. Strumenti musicali e loro custodie! Vecchi strumenti musicali non funzionanti, ma anche custodie shabbate in bianco dopo attenta pulitura, tipo quella di un contrabbasso.
  24. Ed i Lampadari…? In un interno shabby consiglio due tipi di lampadari: a gocce, vecchi, antichi o moderni, vetro o cristallo e dorati. In alternativa, lampadari in legno a bracci, tipo torciera antica anche intagliata e shabbata in bianco. Poi nella logica del riuso, lampadari si possono ottenere anche da altri oggetti shabbati ed un esempio sono i carri agricoli in legno, dai quali alcune parti(e non solo le ruote…) possono divenire splendidi oggetti di illuminazione, magari realizzati in shabby naturale. In tal senso guardate le foto di come ho trasformato una parte di carro antico in lampadario in shabby naturale.
  25. Tieni corsi di Shabby Vittorio? Me lo chiedete spesso…Sì, solo personalizzati (non per 8 persone…) della durata(in teoria) di 10 ore, ma in realtà il corso dura…fino a quando non Vi sentirete pronte o pronti ed in grado di realizzare un oggetto in Shabby. Pertanto potreste fare anche due giornate allo stesso prezzo di 200 euro IVA esclusa. Il fine è che chi partecipa capisca e sappia realizzare lo Shabby praticamente ed a casa propria da solo, per cui solo questo determina la durata, l’importo è fisso. E’ consigliato munirsi di un mobiletto di Vostra proprietà sul quale imparerete a shabbare o a shabbizzare. Questo è ciò che ha prodotto Enrico di Vignola durante il corso di shabby chic, con un comodino antico trasformato in shabby e poi collocato in bagno.
  26. La location dei corsi? Un semplice ed intrigante laboratorio di restauro, una bottega, dove in mezzo a porte e portoni vecchi ed antichi farete l’esperienza di muovervi, esaltando la creatività, con un camice addosso, tra l’odore della mia cera d’api vergine che sa di arancio, la gommalacca e l’odore forte del legno.
  27. Valigie! Fantastiche…laccate in bianco o avorio e shabbate accuratamente con modica spesa, possono strappare il sorriso a chiunque. Quelle vecchie e brutte, in cartone, dopo divengono delle chicche.
  28. Mattoni! Sì una bella parete in mattoni faccia a vista o in sasso, può essere abilmente dipinta in bianco assoluto e poi shabbata. Ma non solo anche le tavelle in cotto poste a soffitto tra i travetti.
  29. Travi: Sia che si tratti di una trave originale e già presente nel Vostro soffitto, o si tratti di una trave piccola o grande e riportata per arredare, sbiancata e shabbata in bianco è deliziosa. Magari non fissate la shabbatura con vernici trasparenti…usate cera d’api! Inoltre fate delle prove prima di imbiancare tutte le travi ed i travetti, i legnami tannici come castagno, rovere(quercia) e larice, anche se date più mani di colore, e sia con pittura a calce che con idropitture(non consiglio vernici impregnanti in camera da letto…), tendono a scurire, pertanto dapprima trattate una piccola zona lignea ed aspettate la reazione cromatica. Inoltre ricordate che…anche i travi in pioppo possono trasformare il bianco assoluto in giallo. Questo è un soffitto in legno nel quale ho realizzato lo shabby chic naturale sulle travi grandi, mentre i travetti e le tavelle sono stati solo sbiancati, il tutto è stato fissato solo con cera d’api vergine.
  30. Aromi e profumi: non può mancare in questo contesto ciò che di più provenzale ricordiamo sempre, le erbette aromatiche, la lavanda, quei campi pieni… gli aromi e le fragranze come la menta, il muschio, la cannella, lo zenzero.
  31. Una vecchia bicicletta shabby! Cercate una vecchia bici da un raccoglitore, shabbata in bianco, appesa ad una parete è un complemento d’arredo, come pure nella camera giochi o del bimbo, sarà un oggetto d’arredamento esclusivo. E per la bici Ve ne dico un’altra…I matrimoni Shabby ed i matrimoni in bici: con gli sposi in bici anziché con la macchina da cerimonia altra cosa romantica e glamour.
  32. Ed i vecchi mobili Ikea? Sì anche alcuni vecchi mobili della nota marca ho shabbato, trasformandoli…  avevano dato tutto fantasticamente e me li han fatti vestire di shabby con una buona resa arredativa.
  33. E i mobili antichi come stanno a contatto di oggetti realizzati in Shabby? Bene, molto bene; una antica cornice di un dipinto(anche vuota), una consolle in noce, una sedia del ‘ 700, una porta vecchia o antica o un portone vecchio o antico restaurato, una credenza vetrina, si inseriscono divinamente col bianco di altri oggetti in shabby. Sì, i mobili vecchi ed antichi stanno bene con lo shabby e stanno bene trasformati in shabby chic naturale. Questa è una piccola credenza vetrina trasformabile in shabby chic naturale ed in vendita.
  34. Cena Shabby: Una cena Shabby?! Certo, all’interno o in giardino d’estate, un pranzo o una cena  con i Vostri amici, tanti bimbi e fiori, tavoli con tovaglie bianche, tanti oggetti shabbati ed unica condizione per gli invitati, tutti “Rigorosamente in Bianco“.
  35. Insegne: Lo shabby utilizza con piacere insegne, piccole o grandi, su legno dipinto o su fondo nero tipo lavagna e con le scritte realizzate con il gessetto. Insegne per caratterizzare tutto, con le scritte più semplici e spesso in inglese: home, caffè, office, kitchen, ecc. Oggetti molto semplici da realizzare, ma decisamente simpatici.
  36. Persiane restaurate in shabby: Si le vecchie persiane! Magari recuperandole dai cassonetti e salvandole dalla distruzione, possono diventare oggetti ricercatissimi dello Shabbismo, oggetti da riusare in tanti modi, possono divenire specchiere, portaoggetti di vario tipo ed ante di un armadio shabby a muro come queste fatte per Anastasia.
  37. Cos’è Vittorio lo Shabby Black: non è un oggetto da trasformare in shabby, no, è un fenomeno che stà diventando un must, in modo sottile certo, strisciante e silenzioso, ma oltre ai colori chiari, bianco su tutti, ma anche avorio, lavanda pastello e salvia pastello, un altro colore, il Nero, conquista posizioni nell’interior design, nel riuso e nello shabby soprattutto per i mobili(ma anche nei pavimenti in grès porcellanato). Nero o grigio scuro(quasi ad imitare il mobile da officina scuro e sporco vedi l’Industrial Style) cominciano frequentemente ad essere richiesti e realizzati risultando molto d’impatto come mobili in shabby neri. E’ certamente il risultato di una fusione tra l’industrial e lo shabby e, come alcune pareti nere appaiono sempre più spesso sulle riviste specialistiche e sul web, sta emergendo prepotentemente nel riuso e nelle realizzazioni in shabby chic.
  38. E un carro agricolo antico in legno Vittorio, in shabby? I carri sono splendide ed antiche testimonianze che possono trasformarsi in oggetti d’arredamento in shabby deliziosi, per cui non lasciateli marcire all’acqua; completi, restaurati e shabbati possono divenire tavoli sui quali esporre di tutto, dalle piante in inverno, ai piatti da portata in un buffet, al chiuso, o all’aperto in giardino. Se invece possedete solo parti di un carro non temete anche solo delle porzioni possono divenire in shabby molto carine ed utili. Oltre alle belle ruote da sempre riusate, anche altre parti potranno essere utilissime shabbate e restaurate con attenzione; guardate per esempio al punto n. 24 come descrivo e illustro con le relative foto la mia trasformazione di una di queste parti di carro antico in lampadario in shabby chic naturale.
  39. E un’edicola in legno in shabby Vittorio? Questa, in shabby non potete immaginarla! Un mio cliente ristrutturando, mi ha fatto vedere un’edicola(detta anche tabernacolo), un contenitore di legno di piccole dimensioni a forma di tempietto che aveva la funzione di ospitare e proteggere un oggetto di culto come la statuina raffigurante un santo e che veniva posta su una facciata della casa o nelle stalle. Buttarla, benché realizzata in legno dolce, era un peccato, per cui gli ho proposto di shabbarla in modo discreto con una laccatura realizzata nel colore originario ed anticarla(riproducendo anche le macchie). Lui e Sua moglie non immaginavano come potesse risultare l’edicola restaurata e finita in shabby, sono rimasti meravigliati e compiaciuti e di certo la ricollocheranno nella loro casa.
  40. E le porte shabby chic ed i portoni in shabby Vittorio? Sì è vero, ho parlato e scrivo di tanti oggetti realizzabili in shabby chic e di porte shabby non ho parlato poi molto, ma solo per un motivo, nell’ampia galleria shabby chic troverete tanti esempi di porte e portoni vecchi ed antichi restaurati e riusati in shabby chic naturale divenendo sogni arredativi che vanno visti, magari collocati, e dei quali non occorre dire molto. Oppure questa porta a giorno antica che trasformata in shabby  potrebbe chiudere la dispensa in cucina o una nicchia murale. 
  41. E i piccoli mobiletti pensili, uno stipo, stipi, stipetti, armadietti da muro in shabby Vittorio? Questi sono dei gioielli decisamente femminili ed in shabby saranno eterei così appesi e innalzati verso l’alto; potranno contenere agevolmente in cucina i bottiglini ed i contenitori delle spezie ed in bagno profumi, essenze, fragranze, oli essenziali, unguenti e creme.
  42. Le porte in shabby chic possono essere montate come scorrevoli? Certamente, anche tutte le porte ed i portoni vecchi ed antichi in shabby chic possono, come molte signore e signorine chiedono, montate invece che a battente come scorrevoli; in tal senso vedi il mio kit e la sua composizione dal punto 17 al punto 27 successivo.
  43.  E i bauli trasformati in shabby chic naturale Vittorio? Ne ho trasformati molti ed i bauli in shabby sono davvero idee creative per trasformare con poco una camera e dargli quel tocco di novità tramite lo shabby; un’impronta elegante, provenzale e country.
  44. Vittorio quali sono le ultime novità per lo shabby chic? Bella domanda, ma corretta poiché le novità sono molte e continue, c’è un’evoluzione continua, ci sono un mix di gusti e tendenze che si sovrappongono dando luogo a tecniche e risultati sempre diversi e spettacolari. Ultimamente lo shabby lo si vuole personalizzato, non solo e sempre bianco ed avorio, ultimamente per esempio mi si chiede una porta in shabby sì, ma in lilla(lavanda), “con il lilla prevalente ed il bianco solo sopra  ad imitare le nuvole che lo lasciano intravedere”. Poi il Lettering si diffonde; è quel gusto di utilizzare lettere con caratteri diversi che dalle pareti è ricaduto sui mobili e lo shabby se ne è appropriato, per cui frasi scritte con calligrafia antica possono apparire sul mobile in shabby completando la personalizzazione. Da dove deriva? E’ la nuova frontiera dell’home decor e trae ispirazione dai graffiti e dalla street art. Sicuramente un tocco di lettering rende un mobile in shabby chic sia in contesto industrial, metropolitano, o essenziale e contemporaneo, molto più ricco di personalità, di carattere, diverso da tutti gli altri.
  45. E quei mobili molto consumati, più che shabbati, Vittorio che roba sono? Sono per molti un’altra novità, il Delabrè. E’ uno stile, un gusto ed un effetto anticonvenzionale(letteralmente significa scrostato, rovinato, deteriorato, fatiscente) quasi l’evoluzione di quello che nella moda è il gipsy bohemien, che nell’arredamento ha dentro finta casualità, una certa trascuratezza, un aspetto invecchiato, non finito quasi a caratterizzare l’interno col valore aggiunto dell’evidente tempo che è passato. Questo effetto riguarda le pareti fintamente scrostate, macchiate, l’effetto craquelure, strati di tinte precedenti, ma anche i mobili e le porte, lampade e tavoli, sgabelli un po’ arrugginiti tutti caratterizzati dal vissuto. Anche le porte ed i portoni vecchi ed antichi posso essere finiti e trasformati con gusto delabré ed io lo realizzo personalizzandolo a secondo dei gusti e delle richieste del cliente.
  46. Cosa si può fare con una credenza vecchia? Spesso mi rivolgete(signore e signorine eh) questa domanda e non solo…quale finitura posso realizzarvi oltre allo shabby, quanto costa trasformarla in shabby chic naturale, se posso realizzarla in Delabré(vedi punto n. 45), se posso laccarla in altri colori, se posso realizzarla nello stesso colore del pavimento, e così via. Sappiate che riesco a trasformare qualsiasi mobile con la finitura, l’anticatura, il consumo, il finto sporco, la shabbatura, la doratura o argentatura che desiderate, in industrial style con prevalente riferimento al metallico, o in etnico coloniale, col lettering, in pop art, ma non buttate una vecchia credenza può davvero cambiare l’interior design della Vostra casa e personalizzarla arredando!
  47. I Tavoli in shabby? I tavoli  in shabby chic di tutte le misure e forme  sono un incanto; addirittura i tavoli fratini antichi, vecchi o i rifacimenti in stile trasformati in shabby donano un’atmosfera romantica quasi fiabesca, pronti ad ospitare sui piatti dolcetti e torte catturando l’attenzione di ospiti attenti. 
  48. E le scarpe vecchie in shabby chic Vittorio? Non mi interesso professionalmente di calzature ed abiti, ma è vero, per riusare scarpe che signore e signorine giustamente hanno comperato perché quel paio di scarpe Le chiamavano dalla vetrina per farsi acquistare ed ora sono state dimenticate…lo shabby chic è un modo per rinnovare le scarpe vecchie e non buttarle divertendosi, per esempio verniciandole in bianco assoluto, un total white dal successo sempre assicurato!
  49. Cucina trasformata in shabby chic Vittorio? Sì è possibile, bisogna sempre vedere attentamente il materiale(laminato, melaminico, legno, okite, truciolare, ecc.) col quale è stata costruita e la relativa finitura(gommalacca, nitro, acrilica, poliestere, ecc.), ma riesco con ottimi risultati a trasformare in shabby chic anche una cucina completa; ovviamente il tipo di finitura(più o meno carteggiabile facilmente) incide sui tempi di preparazione del supporto e sul prezzo, ma è certamente un bel modo per cambiare e rendere primaverile, luminosa e più giovane la vostra cucina così vitale in una casa.
  50. Scale interne in shabby chic Vittorio? Certamente…posso realizzare lo shabby chic naturale anche per le scale interne di una casa; ovviamente le pedate in legno ed i corrimano oltre alla finitura a cera d’api vergine come il resto della scala, dovranno essere prima verniciate con una verniciatura atossica che fissi maggiormente lo shabby e protegga maggiormente dal consumo.
  51. Quanto costa trasformare un mobile in shabby chic naturale Vittorio? Vale lo stesso discorso della trasformazione di un mobile vecchio in mobile laccato con la piccola differenza che rispetto al mobile rilaccato dovrò poi shabbarlo; non è possibile senza vedere il mobile e conoscere le dimensioni definire il prezzo, portatemi un cassetto, le dimensioni del mobile ed una foto ed immediatamente Vi dirò all’euro cosa spenderete. Perché? Io dovrò carteggiare prima a grana meno fine, poi più fine, tutto il mobile per far aderire bene e definitivamente la laccatura a mano a pennello. A seconda del tipo di finitura originariamente realizzata, la preparazione e la carteggiatura a mano può prevedere più o meno tempo ed avendo sottomano un cassetto mi sarà facilissimo valutare i tempi necessari e farvi il prezzo. Ci tengo a ripetere che il mio shabby è fatto a mano, solo a pennello, non a spruzzo e senza usare vernici a solvente.
  52. E una cantina shabby Vittorio ? Mi chiama una signora e mi chiede mi dà una mano Vittorio, “Vorrei fare la mia cantina tutta in shabby naturale senza usare sostanze nocive per il vino, mi aiuta? Certo…Come si fa a non aiutare chi ha idee così esclusive?
  53. Le mensole, piani e ripiani portavabo per lavabo da appoggio in shabby? Ultimamente è tendenza usare lavabi da appoggio, e per sostenere ed appoggiare questi sanitari, peraltro molto belli, di tutte le forme e colori, si cercano mobili sottolavabo oppure si trasformano vecchi mobili come sostegno dei lavabi, ma non solo, spesso si cerca e si vuole montare un ripiano o mensola sospesa e usarla per appoggiarci questi lavabi. Una delle richieste frequenti è quella di chiedermi tavole in legno in patina, perciò antiche, oppure tavole stagionate segate a mano, irregolari, grezze e farmi trasformare queste tavole in legno in shabby chic naturale per lavabi. Sono davvero affascinanti consumate e finite in shabby; lo shabby va’ preceduto da un attento duplice trattamento di impregnazione e finitura impermeabilizzante onde rendere le tavole per lavabi da appoggio idrorepellenti. La stessa tendenza riguarda anche i ripiani o mensole da muro in shabby chic che io posso fornire anche realizzandole con forme irregolari con tavole non squadrate, segate a mano, consumate, antiche e non solo in shabby chic, ma anche come ripiani e mensole antiche con finitura legno a vista.
  54. Banchi da lavoro shabby chic Vittorio? Sono fantastici anche in shabby chic i banconi da lavoro da falegname vecchi ed antichi; acquistano una nuova luce, diventano più giovani, freschi, giocosi mantenendo sotto al colore chiaro il legno caldo e vissuto. Attenzione perché se il tavolo da lavoro da falegname antico, ha assorbito o è stato trattato con sostanze quali combustibili o olio o grassi(e non solo), il colore da bianco assoluto, può virare verso il giallo!
  55. Scale a pioli shabby chic Vittorio? Le scalette a pioli sono il must have di tendenza! Nei bagni per sorreggerti, per reggere vestiti, come porta asciugamani, con i pioli che potranno reggere i rotoli di carta per il water, come libreria da parete, insomma fatta poi in shabby sarà il top! Soprattutto se trovate una scaletta a pioli antica fatta a mano, autentica, molto rara, esclusiva.
  56. Shabby chic mobili; se volete arredare un appartamentino o negozio con mobili shabby, io ho pochi mobili da vendere, tratto prevalentemente porte e portoni vecchi ed antichi, ante, antine e stipi, ma se cercate mobili shabby chic, posso indirizzarvi a amici raccoglitori dove potrete trovare a ottimi prezzi mobili vecchi ed usati che Vi trasformerò in shabby naturale.
  57. Cos’è lo stile Shaggy Vittorio? In qualche caso sarà un errore di battitura o di scrittura, ma sappiate che è anche uno stile; shaggy significa letteralmente ispido, arruffato, disordinato, peloso, irsuto, ma anche scarmigliato e spettinato. In origine la parola si usava per i cani ed i gatti, poi per le pettinature ed i capelli come lo stile shaggy bob( un caschetto disordinato dal look sbarazzino e seducente), ora si usa per i tappeti moderni a pelo lungo shaggy irsuti come un alto mucchio di paglia e per altri complementi d’arredo come i pouf in pelle che imitano  il bob, la pettinatura a caschetto, ma ispirati anche da un mucchio di fieno disordinato. La bellezza nei tappeti shaggy, oltre all’idea molto colorata arredativa e moderna, sta nel poterci girare morbidamente sopra a piedi nudi.
  58. Una vecchia radio o radio d’epoca in shabby: avete una vecchia radio di quelle a valvole che non funziona, bene fatelo diventare oggetto completamente diverso, in bachelite o in legno Ve la faccio in shabby chic e vedrete come arreda!
  59. Saloncino shabby chic, come farlo Vittorio? Spesso mi chiedete come arredare un soggiorno in shabby, Vi do qualche idea; provate innanzitutto a mixare lo stile country provenzale alle atmosfere vintage per dare un’impronta romantica che è essenziale nello shabby. Luce! molta luminosità alimentata dai colori chiari innanzitutto, poi i mobili decapati in shabby chic naturale e preferibilmente i Vostri vecchi mobili da trasformare che hanno maggiormente il sapore del vissuto e dell’antico. Divani non squadrati, arrotondati, preferibilmente con righe o fiori; tavolini e tavolinetti finiti legno a vista o con il solo piano legno a vista ed il resto bianco, ma opachi e tendenti al grezzo; cuscini di tutte le forme(anche a cuore ed a farfalla) e dimensioni, molto chiari o bianchi con nastri e nastrini, qualche oggetto in vimini o in paglia intrecciata, molti fiori freschi o secchi, ma bianchi e rosa. Tappeti stile shaggy(vedi punto n.57) o in corda, qualche candeliere in argento, una vecchia finestra a giorno appoggiata alla parete e tutta bianca come fosse lì per essere messa a posto tra un attimo, lampadario a gocce usato ridipinto di bianco o torciera antica anche dorata, lanterne bianche o verdi pastello con intorno limoni, farfalle e rose(anche finti), candele con fiocchi e nastri colorati, un vecchio baule in shabby, una vetrina in shabby, qualche cassetta di legno con vecchi marchi stampati, vetri colorati, un vecchio comò(cassettone) magari rosa acceso, una vecchia specchiera fatta in bianco e direi che il soggiorno in shabby è elegantemente completato.
  60. Mattoni e tegole in Shabby Vittorio? Al punto n. 28 ho già trattato di mattoni e tavelle in shabby, ma in riferimento a pareti e soffitti, voglio parlarvene anche come pezzi unici e singoli, cioè come complementi d’arredo; un’idea per arredare in shabby con complementi d’arredo economici? Bene, portatemi i mattoni e le tegole vecchie o antiche(oppure posso fornirvele io già finite) ve le pulisco con cura e dopo averle shabbate nel colore che volete, ve le faccio diventare protagoniste come portasaponetta, oppure infiocchettate con cordicelle e nastrini colorati lasciate in giro casualmente una tegola qua un mattone la, daranno un’impronta romantica ed accogliente a tutta la Vostra casa non solo in bagno anche in cucina oppure come regalo esclusivo e singolare!
  61. Una porta azzurra in shabby si può fare Vittorio? Certo! Spesso mi chiedete, “ma lo shabby in azzurro come sta?”. Divinamente, guardare per credere.
  62. Soffitte e mansarde in shabby chic come arredarle e spendere poco Vittorio? Le mansarde e le soffitte trasformate in shabby diventano irresistibili! Prendete una squallida soffitta dategli con lo shabby quell’impronta un po’ sognante ed un po’ romantica ed avrete qualcosa di raffinatissimo! Suggerimenti? Il bianco su tutto, mobili, muri e mobiletti che Vi posso trasformare in shabby chic naturale; parquet quello vecchio da levigare e carteggiare e renderlo più grezzo puntando sul contrasto col bianco imperante. Fiori dappertutto soprattutto se avete anche una veranda o terrazzino che dona infinita luminosità; sedie, specchiere, porte bianche e shabbate, un vecchio manichino sartoriale, anche rifatto(lo trovate su Amazon a 25 Euro!), un lampadario vintage a goccia o una torciera antica intagliata a mano come questa, una vecchia stufa in ghisa che trovate su www.Ebay.it o su www.Subito.it a prezzi buonissimi e che Vi posso shabbare, un vecchio scuro shabbato ed appoggiato ad una parete e qualche vecchia zuppiera bianca col suo piatto che trovate a 15 Euro su www.kijiji.it. o nei mercatini. 
  63. Fratino shabby Vittorio? Certo non ci sono problemi, ne alcuna differenza da altro mobile; si tratterà di valutare la finitura attualmente presente, ma anche un tavolo fratino vecchio o antico posso trasformarlo in shabby chic naturale.
  64. Scuri vecchi in shabby chic Vittorio? Vi ho già parlato del riuso in shabby delle persiane che sono costituite da elementi laminari inclinati e distanziati, al punto con n. 36, ma anche gli scuri, costituiti da un unico pezzo di legno o più pezzi uniti tra loro senza che la luce filtri da alcuna fessura, possiamo riusarli in Shabby Chic; per esempio, uno scuro vecchio in shabby potrebbe, appoggiato ad una parete in sala, arredarla e completarla se vuota, oppure diventare il piano a muro a fianco del letto al posto del comodino, oppure ancora il piano shabby per il lavabo in bagno. 
  65. Cucine shabby Vittorio? In shabby possiamo trasformare anche la Nostra cucina, anche quella in muratura facendo tutte le antine in shabby, ma se volete una cucina tradizionale in shabby, ogni mobile che avete già o quelli che troverete da raccoglitori o nei mercatini Ve li posso trasformare. Quali mobili in genere compongono la cucina in shabby? Il tavolo in shabby: in legno shabbato con panche o sedie da bistrot. La credenza in shabby: a vetrina o chiusa, per celare o mostrare i piatti. Gli accessori in shabby: un must per lo stile shabby, molti  e dappertutto, in legno, in rame, in porcellana, in stoffa, in paglia e corda. I colori Vittorio? Il bianco in assoluto, ma abbinato sapientemente a tortora, grigio chiaro e beige; a questi aggiungete qualche oggetto o mobile, sempre vintage, verde, rosso e azzurro. Non dimenticate l’allegra confusione di oggetti colorati ed utili, qua e la, come grembiuli, tazze, tessuti floreali e tanti cuscini morbidi a quadretti ed in tinta unita. 
  66. Al punto 13 ne ho già parlato, ma torno sull’idea aggiornandola…Volete un’idea per fare un lampadario moderno in shabby chic oppure al naturale, rustico, o materico o una lampada da parete? Le vecchie scale fatte a mano dai contadini, che qui a Vignola erano e sono molto comuni poiché nelle basse venivano usate per raccogliere le ciliegie, restaurate, segate alla giusta misura, o shabbate, possono diventare un lampadario moderno, rustico o shabby, basta applicarci secondo i Vostri gusti le strisce a led bianche o colorate.

 

COME RIUSO PORTE, PORTONI VECCHI ED ANTICHI, ANTE ED ANTINE?

Idee per il riuso di porte e portoni vecchi ed antichi, ante ed antine in legno: di seguito Vi do alcune idee per rispondere alla domanda “cosa fare con una vecchia porta?”. Alcuni riusi creativi e riutilizzi alternativi di porte e portoni vecchi ed antichi rammentandovi anche che, in Europa(Germania, Olanda e Paesi Scandinavi) e negli Stati Uniti, la tendenza al riuso creativo di porte e portoni vecchi è molto più forte che in Italia:

  1. Portoni Vecchi ed Antichi, nati per l’esterno possono diventare splendide porte per gli interni e con qualsiasi finitura. (Questa è una galleria specifica di portoni antichi esterni da usare negli interni). 
  2. Porte vecchie riusate come quinte di separazione in un interno.
  3. Porte e portoni usati come tavoli; sostenuta da una struttura in ferro, una porta ad anta unica, oppure un battente di un portone, ben restaurato, può divenire uno splendido ed esclusivo tavolo. E se per caso non ha una superficie liscia, ma ha dei riquadri degradanti, potete metterci sopra una lastra di vetro. Per esempio…Ieri una coppia di splendidi ragazzi di Bologna, Magistrati, con il Loro bimbo, cercavano proprio una porta ad anta unica per questo utilizzo, e come sostegno cosa hanno ideato? Il più semplice, antico ed economico dei sostegni…due cavalletti in legno! Le porte più adatte al riuso come tavoli, sono quelle porte vecchie che hanno una delle due facciate perfettamente liscia, come quelle porte antiche delle case di campagna, dette a “tagliere”.
  4. Una Porta ad anta unica o un unico battente di un portone da usare come testiera da letto originale? Sia legno a vista che verniciata e colorata, sia testiera posta in orizzontale, che in verticale, una vecchia porta o un portone vecchio o antico può diventare una esclusiva testiera di un letto; ma come può essere montata a muro? Vi consiglio di guardare i fissaggi da me forniti(e realizzati con i guerci originali della porta stessa) per il montaggio e fissaggio a parete; ben restaurata ed antica, una testiera  shabbata o solo testiera vecchia, la testiera sarà splendida.. Peraltro singolari testiere o testate o spalliere(e per un attimo mi allontano dalle porte..) si possono realizzare anche con altri manufatti antichi e pregevoli; guardate questi che erano i pannelli di un soffitto a cassettoni del ‘ 700, in castagno, intagliati a mano, diverrebbero in orizzontale, a parete, una testata da letto unica, irripetibile. Guardate questo battente di portone prima e dopo essere collocato come testiera, e pensate che ha fatto tutto da sola una mia cliente soltanto con le mie indicazioni! E l’ultima idea in fatto di porte antiche riusate e collocate come testiere da letto l’ho imparata da Carlotta di Reggio Emilia; Lei cercava non un battente di porta o portone da collocare a parete da una certa altezza in su sopra il letto, no Lei cercava una porta ad anta unica molto larga, in modo che la stessa posta in orizzontale fosse appoggiata direttamente a pavimento con il letto appoggiato contro. Ed ancora…guardate queste 2 testiere da letto realizzate con battenti di portoni vecchi e collocate in 2camere di un bed and breakfast, oppure questa testata da letto matrimoniale realizzata con uno dei 2 battenti di un portone antico per Giada e Alessandro con l’altro battente del portone antico restante restaurato ed in vendita. Ed ancora, sempre la precedente testata del letto di Giada, guardate come l’ha ambientata stupendamente!
  5. Sopraluce in ferro di un portone antico riusato come testiera di letto. Pulite, restaurate, verniciate e fissate alla parete, le grate in ferro battuto antiche ed i sopraluce possono essere una originalissima testata da letto. Eccovi alcuni esempi di splendide ed esclusive testiere da letto realizzabili con grate sopraluce antiche ed alcune in vendita. Questa è piccola grata antica in ferro battuto che sarebbe altra esclusiva testiera da letto. Oppure quest’altra piccola grata antica a forma di losanga o rombo, che potrebbe celare una nicchia proprio nella parete dietro al letto.
  6. Una vecchia porta può diventare una splendida bacheca(magari in shabby), in un negozio, dove affiggere annunci scritti su bigliettini di carta e sostituire una lavagna richiamando l’attenzione(senza infilare chiodi nella parete..).
  7. Tableau de mariage(di matrimonio) o di cerimonia: originalissimo, per sintetizzare il tema del Vostro matrimonio ed evidenziare la disposizione ordinata degli invitati alla cerimonia ed i relativi posti a tavola; in questo utilizzo una porta vecchia o antica, anche non restaurata, solo pulita, è una delizia…
  8. In una zona giorno, in sala, una porta vecchia posta in orizzontale sopra ai divani, al posto di un dipinto, non solo in un’ambiente rustico, ma anche e soprattutto in mezzo al moderno, in interior design moderni, minimal, essenziali! Un battente di un portone antico, ben restaurato, arreda, personalizza e contrasta emotivamente col moderno essenziale in modo molto esclusivo spendendo meno di un dipinto e nessuno poi potrà mai dirvi, come nel caso di una stampa”…è uguale alla mia!…”  
  9. Rivestire una parete con porte vecchie; si una parete di una stanza(non solo in casa, ma anche in un negozio) può essere agevolmente ricoperta di porte vecchie, più o meno usurate, come un collage, collocate tutte verticalmente o orizzontalmente, realizzate in Shabby o solo pulite ed al naturale. Immaginatevi una parete di un ristorante, di una boutique, o la camera da letto di una ragazza. così “arredata”.
  10. Appena ristrutturata, una casa o un appartamento, può dare la sensazione del “perfettino”, cioè dell’appena finito, un po’ del.. troppo curato e poco vissuto, di molto plastico e poco naturale. Bene, una vecchia porta, un’antina, tolgono quella sensazione di nuovo ripristinando un calore vissuto a volte mancante.
  11. Un altro modo per togliere quella sensazione di appena finito, di perfettino, plastico e spoglio, insomma per dare la sensazione di vissuto ad un appartamento nuovo o appena ristrutturato, è questa…fissate dei vecchi chiodi nelle travi(di misure diverse e quelli tipici da travi anche un po’ storti), con angolazioni diverse e non molti, uno qua ed uno la. Ad uno di questi legate un pezzettino di una corda vecchia, un po’ consumata e macchiata, l’effetto è assicurato!
  12. Con una porta vecchia potete farci un mobile; come? avete un angolo vuoto? bene, trovate una vecchia porta, apertura a tirare, in muratura, in cartongesso o in legno, chiudete l’angolo lasciando la luce muraria per la porta. Avete realizzato un cantonale, uno stracanton(in bolognese) o se preferite un’angoliera, cioè un mobile angolare a triangolo.
  13. Consiglio per arredare creando nicchie e stipi ricavate nei muri delle abitazioni; quando decidiamo di decorare ed arredare un vano o una parete spesso ricorriamo al colore, ai quadri, alle cornici, ai poster e stampe, alle carte da parati, agli effetti delle luci e dimentichiamo che potremmo, anziché riempire una parete, svuotarla, creare spazi vuoti o utilizzare quelli esistenti, le nicchie murali. A volte arredative anche se vuote, animano le pareti, danno vita a design esclusivi, personalizzano come null’altro può realizzare. Poi con gli effetti di luce e colore Vi potrete divertire a differenziarle, a sbizzarrirvi rendendo le stanze più accoglienti, calde e movimentate; le antine per queste nicchie potranno essere finite in qualunque modo…dallo shabby chic naturale, che Vi posso realizzare su antine bruttine in modo da riusarle, oppure laccare nel colore desiderato antine nuove, restaurarle in modo classico se antiche, trasformarle con effetto materico se vorrete creare un interior design di stile Delabré(detto anche stile squallido).
  14. Proprio oggi una cliente molto creativa, mi ha chiesto informazioni, prezzi e misure, per una serie di oggetti: antine, stipi ed una porta. Tutti questi oggetti verranno collocati in una zona giorno su una parete creata ad hoc in cartongesso che li conterrà; in altre parole sarà una parete contenitore credenza estremamente esclusiva ed arredativa al cui interno riporre di tutto.
  15. Una  parete mobile divisoria o un paravento; altro utilizzo creativo ed utile, soprattutto se in basso ci fissate delle rotelline che renderanno il paravento trasportabile..
  16. Una lavagna; sì certo, prendete una porta a giorno(cioè col vetro) e sostituite il vetro con una lastra di ardesia (lavagna) ed ecco fatto!
  17. Una specchiera; certamente…prendete una porta a giorno ed al posto del vetro inserite uno specchio, oppure una porta ad anta unica cieca a due specchiature e togliete le due specchiature inserendo due specchi, uno sopra e l’altro sotto, magari shabbandola.. Oppure ancora, prendete due persiane vecchie ed il relativo telaio, fate fare uno specchio a misura del telaio e poi shabbate il tutto. Questa sarà una bellissima specchiera dovunque la mettiate..
  18. Vittorio, le Porte vecchie ed antiche ad anta unica o a due battenti per le stalle ed i portoni dei granai si possono, riusare come porte scorrevoliCerto! E’ un’altra fantastica idea per riusare in modo creativo, in particolari impieghi di tendenza, una porta invece nata per aprirsi solo a tirare o a spingere. Basta predisporre un’asta(guida) in ferro in orizzontale fissata in alto a muro, sulla quale far scorrere con le rotelline la nostra porta o il nostro vecchio portone scorrevole. Da un punto di vista estetico arredativo questa trasformazione da porta vecchia o antica(o da portone esterno vecchio o antico) a porta scorrevole(oltreché economico) è veramente esclusiva. Le porte vecchie ed antiche trasformate in scorrevoli, sono anche dette porte scorrevoli esterno muro e fanno tendenza.
  19. Ma dove trovo Vittorio il materiale necessario o KIT per trasformare la vecchia porta battente, in porta vecchia scorrevole? Se volete trasformare una vecchia porta ben restaurata in porta scorrevole(per le foto vedi link in rosso al punto precedente) posso darvi il kit completo di tutto il materiale necessario alla trasformazione. Guide normali con carrello e guide specifiche di varia portata a seconda del peso della porta vecchia, tutte verniciate a mano nel colore preferito o anticate. Carrelli a staffa con 2 ruote o quattro e 2 o 4 cuscinetti. Inoltre posso fornirvi anche il sistema di fissaggio per porte scorrevoli in ferro forgiato artigianalmente, ma decisamente più costoso. Cosa è necessario sapere da parte mia per definire la possibile trasformazione di una vecchia porta in porta scorrevole? Due foto(fronte e retro della stessa porta, o portone vecchio). Spessore della porta. Larghezza della porta e della luce muraria o dello scorrimento voluto, per definire la lunghezza della guida, e peso della porta vecchia. Da ultimo il colore(lucido o opaco, nero, anticato, finta ruggine, colore della parete, ecc. ecc.) con il quale Vi vernicerò(a pennello, previo trattamento aggrappante per far meglio aderire il colore alla zincatura) i componenti del kit di trasformazione delle porte vecchie in porte vecchie scorrevoli, ed il gioco è fatto! A ciò vanno aggiunti i tappi in plastica nera da collocare alle estremità della guida, i fermi di sicurezza per garantire che la porta non possa mai uscire dalla guida, le orecchie(saldate) alla guida in numero di 2, 3, 4 o più in relazione al peso ed alla lunghezza della guida stessa ed il sistema che rende impossibile l’eventuale scostamento della porta dal muro se qualcuno la tirasse anziché farla scorrere, realizzato senza guida a pavimento.
  20. Quali porte vecchie ed antiche Vittorio si possono trasformare in scorrevoli? Generalmente tutte le porte antiche e vecchie non solo rustiche ed i portoni(esterni) che hanno certe caratteristiche; sia quelle a due battenti che  quelle ad anta unica e con la superficie posteriore(quella che dà verso la parete) prevalentemente liscia e non troppo spessa o rilevata da cornici ed elementi che aumentano troppo la distanza dalla parete stessa (anche se il problema in questi casi si risolve facilmente piegando le orecchie saldate sulla guida verso l’esterno). Due esempi di porte antiche restaurate collocabili come porte scorrevoli sono questi: porta fatta a mano rustica e quest’altra pure fatta a mano, una porta a tagliere con la parte posteriore costituita da doghe verticali e liscia. Per particolari impieghi sono in grado di adeguare la guida ad eventuali ostacoli presenti a parete saldando le orecchie esattamente dove è possibile il loro fissaggio a muro con tasselli(sempre in metallo eh!), oppure fornire le carrucole invece che singole(due ruote e due cuscinetti) in carrucole con 4 ruote e 4 cuscinetti ed allungare le staffe all’occorrenza.
  21. Anche le porte vecchie ed antiche a giorno si possono montare come scorrevoli? Sì certo anche le porte con i vetri possono essere montate come scorrevoli col mio kit, senza alcuna differenza nel montaggio e per esempio potreste chiuderci una cabina armadio in camera da letto con una porta a giorno scorrevole; Vi do anche un’altra idea a tale proposito ed in linea con l’industrial style e con il minimal. Come potete vedere nel link precedente cliccabile, se volete che dalla zona giorno non si possa curiosare nella zona notte, al posto dei vetri potreste inserire delle reti in acciaio magari dipinte di nero opaco in linea con lo stile industriale.    
  22. ” Ci fa vedere Vittorio l’effetto finale del Suo kit montato su una porta o su un portone vecchio o antico reso scorrevole…?” Certo, curiose e curiosi! Di seguito vi darò i link relativi ad immagini di porte scorrevoli in legno vecchio da interni; questo per esempio è un bel portone antico, di Roberta, nato e usato all’esterno per una vita e oggi montato all’interno per chiudere una nicchia murale come portone antico reso scorrevole col mio kit; la guida è stata su richiesta realizzata nel colore della parete. Altro esempio di kit fornito al cliente? Eccolo! è quello del Dottor Fabio, fornito nel colore richiesto e collocato in un interno, per un portone antico scorrevole molto e splendidamente consumato ed usato per occultare una nicchia nel muro. Altro esempio di porta da me trasformata in porta scorrevole è questo; una vecchia porta laccata, collocata come porta antica scorrevole, col mio kit, in un negozio arredato con porte e portoni vecchi ed antichi. E sempre a proposito di porte e portoni vecchi ed antichi scorrevoli…altra idea deliziosa è collocare tra cucina e zona giorno un vecchio portone a tre battenti scorrevole di una cantina, oppure due porte ad anta unica vecchie o antiche, ma uguali, come queste due porte in noce nazionale e renderle scorrevoli, vedere per credere…Ne volete un altro di esempio? Eccovelo…Valentina di Bologna ha, con due porte antiche restaurate e trasformate da me, realizzato ed arredato la Sua casina collocando le due porte antiche laccate(differenti)scorrevoli col mio kit; guardate come stanno divinamente l’una davanti all’altra…con l’aggiunta dell’illuminazione di tendenza e con le pareti decorate realizzano un interno suggestivo! Oppure ancora…porta antica collocata come scorrevole in un interior design moderno di tendenza minimalista che ha sostituito una porta scorrevole in laminato; guardate che effetto arredativo, che impatto, come cambia tutto strappandoci un sorriso! Questa peraltro è stata restaurata mantenendo, difendendo e conservando tutti i segni del tempo persino delle toppe in lamiera…Un altro esempio di porta antica utilizzata come porta scorrevole grazie al mio kit, la potete vedere in questa galleria con relative foto della porta di prigione scorrevole restaurata e collocata e della guida realizzata nel color ruggine richiesto dal cliente. Ed eccovene ancora un’altra da farvi vedere….Questa era del ‘700 e mai avrei immaginato venisse montata e collocata come porta antica scorrevole ad esterno muro per la chiusura di un bagnetto ed invece…Ed ancora un’altra…Era una porta pubblicata come porta antica rustica fatta a mano ed Ilaria l’ha inserita, dopo avergliela allungata ed allargata, in un appartamentino a Verona di stile moderno minimal, dove tutto è concesso e nulla è stabilito, dove questa porta coi colori naturali del legno chiaro, col montaggio tecnico quasi industrial della guida color grigio brunito che fa pendant coi battiscopa in metallo dello stesso colore, arrederà ed unirà scorrendo, non separerà.
  23. Vittorio il Suo kit di trasformazione di una porta vecchia o antica o di un portone vecchio o antico in porta scorrevole può essere usato anche su una parete in cartongesso? Se Lei volesse montare col mio kit le porte o i portoni vecchi ed antichi a filo muro esterno contro una parete in laterizio o in multistrato o lamellare, non avrebbe problemi; con una parete in cartongesso, il posatore(se la porta non è pesante) dovrà utilizzare tasselli specifici da cartongesso. Se invece si trattasse di portone, pertanto pesante, dovrà(il posatore) porre dietro alla parete un travetto(ben fissato e supportato) che ripartisca il peso e lo sostenga in quanto il cartongesso non è portante. Oppure porre dietro alla parete in cartongesso una barra in ferro vincolata a soffitto che sostenga il peso senza gravare sul solo cartongesso. Con una parete in lamellare o in multistrato, che è una interessante alternativa che Vi propongo, essendo portanti, Lei risolverebbe il problema, la spesa sarebbe molto simile e gioverebbe di un maggiore isolamento termico ed acustico tra i due vani, oltreché poter realizzare(come col cartongesso) qualsiasi finitura murale. Vi do un’Idea! Se per esempio Lei volesse l’effetto intonaco su multistrato, basta tinteggiarlo con una vernice granulosa ad “effetto intonaco”, che contiene granuli simili alla sabbia, del colore desiderato e sembrerà una normale parete intonacata! E questa idea la potete realizzare da soli !
  24. Ci riesco da solo a montare la porta vecchia come porta scorrevole col Suo kit Vittorio? Se si ha una discreta manualità si può riuscire da soli, non c’è bisogno di un artigiano o di uno specialista, ma alcune operazioni richiedono anche la sola presenza di qualcuno che Vi dia una mano, per cui Vostra moglie o la Vostra partner sarebbe l’ideale! Unica cosa che dovrete fare o far fare, è la fresatura sotto alla porta della quale ho già parlato e parlerò e che serve a tenere la porta contro il muro.
  25. Quale attrezzatura mi serve per montare una porta antica come scorrevole col Suo kit Vittorio? Occorre premunirsi di livella, metro in legno pieghevole, metro flessibile, avvitatore, inserti per avvitatore, in alternativa all’avvitatore i cacciaviti, matita per segnare, trapano, punte per trapano da muro in widia, punte per trapano da legno o ferro, spessori in legno(pezzetti di legno o plastica di vari spessori), un calibro, un martello, un paio di pinze, tenaglie.
  26. Vorremmo provare a montare da soli una vecchia porta come scorrevole col Suo kit, ci spiega semplicemente come dobbiamo fare Vittorio? Proverò ad essere semplice…All’arrivo del mio kit che riceverete con la guida segata alla misura richiesta e, come le carrucole, già finita nel colore richiestomi, scegliete la facciata della porta da esporre a vista verso l’esterno del vano(il lato più liscio lasciatelo verso il muro); stendete su una coperta posta a pavimento la guida e la porta, prendete le carrucole e posizionate le carrucole complete di staffe forate, alle estremità della porta in alto sul lato interno della porta, qualche cm. prima della fine e dell’inizio della porta stessa ed equidistanti. Fate un segno a matita corrispondente ai fori delle staffe sulla porta e col trapano realizzate un preforo più piccolo del diametro della vite che intendete usare per fissare le staffe delle carrucole alla porta. Il preforo Vi garantirà che la vite non faccia crepe serrandola su legno e fissate in ogni preforo una vite che stringerà le staffe alla porta stessa. Fissate con le viti da legno le staffe, che potranno essere 2 ,3 o 4 in relazione al peso della porta(comunicatomi prima di ordinare il kit) ed al fatto che sia ad anta unica o a due battenti, inserite le ruote all’interno della guida e posizionate la porta davanti alla luce muraria preparata(che dovrà essere più piccola della porta). Spessorate con spessori in legno o plastica di 6 mm, uno a destra ed uno a sinistra a pavimento, la porta, ed appoggiateci sopra la porta stessa. Tenete o fate tenere la guida tesa verso l’alto sempre con la porta appoggiata sugli spessori, posizionandola correttamente in funzione della luce muraria anche in larghezza, ed in questa posizione segnate rispettivamente il muro in corrispondenza dei fori esistenti sulle staffe delle carrucole. In questi punti segnati sul muro, dovrete fare i fori, inserire i tasselli(magari in metallo) dentro ai fori, riposizionare la guida e serrare le viti. Se la porta dovesse essere troppo vicina alla parete e toccasse, perché il muro non è perfettamente dritto, dovrete inserire delle rondelle tra  staffe della guida e tasselli per spessorare la guida ed evitare che la porta tocchi il muro. Togliete gli spessori di 6 mm posti sotto alla porta e scegliete il punto più corretto, in relazione alla chiusura ed apertura della porta davanti alla luce muraria, per il posizionamento della staffetta che fisserete a pavimento con 2 piccole viti dopo aver forato il pavimento con punta da muro ed inserito i tassellini relativi. Ovviamente se si trattasse di porta o portone antico a due battenti, le operazioni sarebbero le stesse, ma dovreste fare più interventi perché avreste più carrucole e più relativi fori da fare sulla porta e sul muro. Inserite all’interno della guida alle estremità, rispettivamente a destra ed a sinistra, prima i due fermi regolabili con i gommini di fermo rivolti verso la porta e la vite in basso e stringete le viti, poi i tappi in plastica neri di chiusura. Il Vostro lavoro è finito e se per caso doveste avere dei problemi interpellatemi!
  27. Lei Vittorio dice che la parete potremmo realizzarla anche in multistrato anziché in cartongesso e come si fà? Se non intendete avvalervi di un artigiano e risparmiare, prendete le misure precise della luce che intendete chiudere; in relazione alla misura dei pannelli disponibili sul mercato acquistate i pannelli necessari già segati a misura da chi vende materiali per il bricolage o da rivenditori di legnami ed affini, per ottenere(anche affiancandoli se necessario) la misura voluta. Sempre dallo stesso rivenditore fatevi segare a misura dei quadrotti in legno(oppure degli angolari in metallo che troverete in ferramenta) che fisseranno da una parte il pannello con colla e viti e dall’altra il muro con i tasselli ed applicate questi quadrotti o angolari, ad angolo lungo tutto il perimetro dei pannelli, sulle due pareti ed a soffitto e se vorrete anche a pavimento. Quelli eventuali affiancati giuntateli con fasce dello stesso materiale incollate ed inchiodate, poi trattate con vernice granulosa ad effetto intonaco del colore desiderato ed il gioco è fatto! 
  28. Posso Vittorio usare e trasformare una porta vecchia o antica come porta scorrevole a interno muro, cioè inserirla nel cassone che ho già (tipo Scrigno o Eclisse)? No, oppure.. è molto molto difficile; questo perché la porta scorrevole a interno muro deve essere CALIBRATA, cioè rispondere a misure precise di altezza, spessore e larghezza difficilmente realizzabili con una porta vecchia o antica. Se proprio volete una porta vecchia o antica per arredare la Vostra casa, tamponate il cassone o rimuovetelo e montatela a filo muro esterno.  
  29. E con un’anta, antina o con uno sportello vecchio o antico che posso farci Vittorio? Guardate quell’antone(grossa anta)antico in rovere, presente in ante, antine e stipi, come grande anta rustica. Con questa per esempio è possibile realizzare un esclusivo scrittoio, anche rimovibile, nel senso che si può calare solo all’occorrenza e sostenerla con delle catenelle laterali. Oppure più semplicemente, create in muratura una nicchia in cucina o lungo una parete in sala o in un ingresso, oppure in bagno e chiudete la nicchia murale con l’antina vecchia ben pulita e restaurata, vedrete come arreda inaspettatamente! E non solo…Guardate come il Signor Raffaele creativamente ha riusato un’antina antica come tavolino in sala e come sia stato ispirato nel riuso di anta antica come base di lavabo da appoggio moderno oggi tanto di tendenza! 
  30. Ma si può Vittorio se ho un’anta o uno sportello antico o un’antina rustica che mi piace molto, ma che è una piccola antina, trasformarla in una porta? Certo! Come avrete visto questa è stata trasformata in porta della misura di 80×210; si può intelaiare, cioè collocare all’interno di un telaio che gli fa da contorno, cioè che la racchiude, realizzando la misura in altezza e larghezza voluta come porta. Il telaio avrà degli incastri fra montanti e traversi che saranno incollati, come pure l’antina sarà fissata al telaio di contorno con spine in legno incollate; l’intelaiatura potrà essere poi finita nel colore desiderato, cioè imitante la patina dell’antina, oppure con fiinitura diversa a piacere(laccata, shabby, ecc. ecc.). Sull’intelaiatura posizionerò i cardini per il montaggio a muro.
  31. Posso fare un armadio con una porta vecchia o un portone antico? Si certo! Fate costruire o costruitevi un cassone, cioè il contenitore, quello che fungerà da armadio(magari in legno al naturale) e createlo a misura di una vecchia porta restaurata che userete per chiudere il cassone stesso. All’interno inserite una cassettiera economica in basso ed in alto il bastone appendiabiti; all’interno dipingetelo tutto in bianco ed all’esterno realizzate un colore che si adegui al colore della porta ed eccovi un’armadio esclusivo!
  32. Con una porta posso fare uno scrittoio? Si con una porta vecchia dotata di piedi e mensola si può agevolmente realizzare anche uno scrittoio e non solo! Proprio negli ultimi giorni una persona mi ha scritto inviandomi una foto con l’idea di cosa vorrebbe fare con delle porte: delle postazioni lavoro in un negozio di parrucchiere ed allo stesso modo potrebbe essere un singolare scrittoio.
  33. Con un portone posso farci una cassapanca? Certo! in un angolo di una stanza predisponete due muretti a L che fungano da appoggi per il battente di un portone antico(più sarà antico e consumato più sarà bello) che vincolerete a muro con i suoi guerci e bandelle originali a vista e che calato fungerà da coperchio favoloso per la cassapanca in muratura. In alternativa potreste utilizzare anche uno scuretto esterno ben restaurato. Anche questo battente restaurato di portone antico potrebbe diventare il coperchio di una cassapanca in muratura!
  34. Mensole o ripiani, posso farle con le porte vecchie? Certo! Trovate una vecchia porta, fatela segare in modo da ricavarne tavole della grandezza voluta; vanno bene anche degli scuri vecchi, puliteli, un trattamento antitarlo atossico e dopo averli carteggiati finemente, verniciateli con vernice trasparente atossica o trattateli con cera d’api vergine e fissateli a muro. Se servono per poggiarci sopra oggetti, saranno deliziosi anche se non saranno pari e lisci. Questi ripiani sono stati realizzati con vecchie tavole segate irregolarmente per mantenere e trasmettere quel sapore materico, usurato, antico, di oggetto poco toccato, poco modificato, il più possibile povero e vero. Le stesse mensole “antiche” restaurate e collocate in un negozio di gioielli, fissate su porte vecchie e portoni vecchi restaurati ed usate per esporvi i preziosi.
  35. Posso fare una cassapanca con un battente di una porta Vittorio? Certo! Trovate un battente importante di una porta antica e, come per questo battente di porta marchigiana del ‘ 700, fate sezionare il battente in due parti simmetriche; fate costruire uno scafo(intelaiatura) rettangolare in legno anche povero e cieca lateralmente, sia a destra che a sinistra. Una parte del battente diverrà la seduta vincolata posteriormente e reclinabile, l’altra, la fisserete frontalmente sul telaio come rivestimento dello stesso, ed eccovi la cassapanchina ottenuta da un battente di porta antica
  36. E un vecchio(o antico) banco da lavoro da falegname Vittorio? Spesso cercate i banchi da lavoro da falegname antichi oppure i banconi da officina vecchi(in linea con lo stile industriale) e mi chiedete di restaurarli per farli diventare di tutto! Tavoli da pranzo, tavoli da lavoro in cucina, piani da cucina, piani al posto di top o penisole, mobili da bagno per sostenere lavabi, insomma in linea col revival del fai da te, oggi i banchi da lavoro hanno acquistato un grande fascino sia in shabby chic naturale che in stile industrial chic style, cioè in quello stile materico, metallico, urbano, contemporaneo delle fabbriche dismesse di Manhattan. Proprio in industrial chic ho restaurato da pochissimi giorni e ultimato, questo banco fine ‘700 primi ‘800 che potete valutare e vedere in questa specifica galleria ambientato in una cucina, oppure nella versione fotografica classica e romantica di banco vintageOltre che restaurarli qualche mio banco da falegname antico è in vendita. Altro esempio di quella che è la tendenza contemporanea all’arredo con banchi da falegname e banconi da lavoro è quest’altro bancone da officina che un mio cliente ha trovato e me lo ha portato da restaurare; siccome diverrà isola in una cucina, l’attenzione massima è dedicata alla pulitura con rimozione totale di grasso, polvere e sporco vario, nonché degli odori di unti minerali petroliferi di vario tipo, come olio lubrificante, grasso o olio per motori. Ovviamente tutte le fasi di pulitura vengono eseguite categoricamente senza l’uso di solventi né di sverniciatori chimici, userò solo sostanze naturali e dopo gli interventi di falegnameria lo vedrete nella cucina vintage come una rielaborazione artigianale e fantasiosa del concetto di recupero. Rigorosamente, per rifare alcune parti dove sarà necessario fare delle pezze, userò lamiera vecchia arrugginita e pulita, tipicamente e modernamente in stile industriale, fissata con chiodi antichi fatti a mano.
  37. Che porta uso Vittorio come porta della cucina, in un ristorante o a casa? Ultimamente il cliente(come l’ospite) non si accontenta di trovare il solo prodotto, una buona cena…sempre più cerca anche il contesto “carino”, l’arredamento creativo, singolare e questo vale anche per l’interior design abitativo. Una porta di cella di un carcere restaurata, massiccia, forte, potente, col suo spioncino, sembra identificare un vero e proprio locale segreto, quasi a mostrare che lì, solo lì in cucina, avvengono le grandi alchimie da difendere e proteggere, sarà di sicuro effetto…Riuso puro, oggetto di antiquariato, esclusività e creatività, e montaggio di tendenza come scorrevole ! Ne ho 2 di queste porte di cella di carcere ancora da restaurare ed immaginatele collocate come porte scorrevoli dopo essere state allungate e restaurate in una taverna, nessuno potrà dire di avere una porta della cucina come la Vostra! Ma non solo…e in un ristorante, affiancate come porte rispettivamente delle toilette delle donne e degli uomini? E…che ne dite di utilizzarle come portone di masseria o trullo in Puglia? Ve ne faccio vedere una di un mio cliente di porta di cella restaurata ed ambientata.
  38. Vittorio ho sei pannelli vetrati, non si tratta di un manufatto antico, ma a me piacciono molto, mi piacerebbe utilizzarli come pannelli scorrevoli per chiudere una cabina armadi, Lei potrebbe allungarli e secondo Lei come scorrevoli viene un bel lavoro? Certo, l’allungamento posso farlo sicuramente fornendole un preventivo prima, poi con il mio kit Lei può rendere scorrevoli i Suoi pannelli raso muro, cioè a filo muro esterno, cosa che non è realizzabile a filo muro interno in quanto per lo scorrevole tipo scrigno i pannelli devono essere calibrati ed hanno misure e spessori specifici a meno che non si facciano modifiche molto invasive.
  39. Vittorio vorrei mettere un portone antico e una vecchia credenza in giardino come arredo esterno(outdoor) come trattarli? Per arredare il verde è piacevole tirar fuori dalla soffitta un vecchio portone e collocarlo all’esterno, e stessa cosa si può fare con una vecchia credenza; certo soprattutto la credenza non nasce come mobile esterno e sottoposta agli ultravioletti, al freddo, al caldo ed all’acqua si rovinerà, ma se per la buona stagione volete arredi, potete fare così. Pulite bene il portone o la vecchia credenza con alcool, poi acquistate un prodotto specifico oleoso(in genere a base di olio di Tung ed altri oli naturali) e datelo copiosamente con un pennello dappertutto abbondantemente. Aspettate i tempi prescritti di asciugatura e fate questa prova…una goccia di acqua resta sul legno o viene assorbita? Se viene assorbita dovete impregnare ancora con una o due mani sino alla completa impermeabilizzazione. Poi acquistate della cera d’api vergine cremosa, possibilmente senza solventi tossici come la trementina(nociva per ingestione ed inalazione) e datela copiosamente dappertutto; la cera d’api ha un un componente naturale il propoli  che le conferisce proprietà antibatteriche ed antimuffa oltreché rendere il supporto idrorepellente. Date la cera due o tre volte l’anno e strofinate leggermente con un panno morbido che non rilasci pelucchi, il tutto in ambiente riscaldato altrimenti col freddo sarà più faticoso strofinare con il panno. Stesso dicasi per l’olio, ad ogni stagione ripetere il trattamento.
  40. porte vecchie da usare come specchi ? Certamente sì, cercate una vecchia porta a giorno(quelle da cucina che sopra avevano il vetro) ed al posto del vetro inserite uno specchio a misura, decidete la finitura, shabby o materica, ed il gioco è fatto ecco la specchiera vintage!
  41. Posso con una porta fare il piano d’appoggio per un lavabo di tendenza in bagno? Certo, anche se forse sarebbe più opportuno usare un solo battente di una porta o di un portone a due battenti, in quanto una porta ad anta unica potrebbe essere molto larga e Vi allontanerebbe forse troppo dal muro. Occorre trovare un battente importante, materico, consumato, esclusivo che insomma caratterizzi il bagno come piano di appoggio ed io ne ho di particolari ed antichi.
  42. Come utilizzare le porte vecchie Vittorio? Una domanda posta in modo ricorrente nel riquadro di ricerca(SEARCH) in alto a destra sul mio sito alla quale risponderò con altra idea…Avete una vecchia porta a giorno cioè con i vetri, anche bruttina, bene può diventare la chiusura di un cantonale, chiudeteci un angolo del soggiorno incernierandola a muro e sopra fateci un coperchio!
  43. Riutilizzo antico portone legno Vittorio? Domanda che mi fate spesso, molti sono i modi per riutilizzare un portone antico e Ve li elenco: 1) Se non è troppo grande(o con un solo battente), ci possiamo fare un tavolo dopo aver restaurato il portone ed averci posto sopra una lastra di vetro. 2) Possiamo utilizzare alcune parti sezionando(segandole) e per esempio farci una testiera o testata da letto. 3) Con una parte, opportunamente portata a misura, ci possiamo fare una porta oppure un’anta per chiudere una nicchia murale. 4) Rivestiteci una parete, oppure con una porzione del portone possiamo arredarci una zona living fissandolo a muro sopra i divani. 5) Rivestiteci un soffitto. 6) Ci possiamo fare un bancone da negozio, da showroom, da boutique, da wine-bar, osteria o enoteca(spazi commerciali dove oggi è sempre più necessario avere un forte impatto visivo per fronteggiare la concorrenza) sul quale porre una lastra di cristallo.7) Una o più sedute a muro sostenute da catene. 8) Ci possiamo fare una quinta di separazione o separe in un locale e ricordate, per arredare…personalizzate e per personalizzare…schiaffeggiate il convenzionale!
  44. Posso fare mobili da bagno col riuso di mobili Ikea Vittorio? Certamente, anche se non sono in legno massiccio posso trasformarveli in mobili da bagno con la laccatura a pennello in qualsiasi colore o in shabby chic.
  45. Come sta la porta antica in casa mia? Prima di procedere all’acquisto Vittorio vorrei arredare virtualmente la mia casa ed evitare di commettere errori. Certo, è possibile e facile e dopo aver ristrutturato, o durante la ristrutturazione, potrete provare a vedere come sta una porta o un portone antico nella Vostra camera da letto a chiusura della cabina armadio per esempio. Esistono per tutti i sistemi operativi delle app per arredare casa in 3D gratis. Una di queste app è Home Design 3D, un altra è Planner 5D o anche l’app-gioco Design Home. Io vi darò le misure della luce muraria(la bucatura del muro) e Voi potrete verificare colori, ingombri, accostamenti a mobili ed altro.
  46. Porta a pannello scorrevole: Vittorio vorrei una antica porta a pannello scorrevole rasomuro, mi piacerebbe leggera, non come un portone antico da usare come scorrevole o una porta antica, vorrei un pannello Lei può farmelo? Certo posso usare tavole vecchie o antiche, con la finitura che desidera. Potrà essere completato di antichi chiodi originali fatti a mano disposti secondo l’ordine da Lei scelto, come una porta antica chiodata. E se vuole in basso posso ricoprire lo zoccolo con lamiera vecchia arrugginita e trattata. E potrà essere realizzata come una antica porta a pannello scorrevole alla misura richiesta.